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L’avvincente storia del papa “Magno” che pochi conoscono

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Brantly Millegan - Aleteia Team - pubblicato il 28/11/13
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La maggior parte delle persone conosce San Leone Magno e San Gregorio Magno, e alcuni attribuiscono l’aggettivo al beato Giovanni Paolo II, ma avete mai sentito parlare di papa San Niccolò Magno?Non è ancora stato canonizzato ufficialmente, ma il beato papa Giovanni Paolo II è già il pontefice più amato dei tempi moderni, con i suoi devoti che ne parlano sempre più come di “Giovanni Paolo Magno”. Ci sono un liceo e un'università che portano il suo nome, così come libri e cartoline. Ci sono perfino omelie del cardinale Angelo Sodano e del cardinale Donald W. Wuerl di Washington D.C. archiviate sul sito web vaticano che usano questo aggettivo.

Il titolo è onorifico e non dovrebbe essere preso alla leggera. Dei 266 uomini che hanno regnato dal trono di San Pietro, solo tre hanno ricevuto l'aggettivo “Magno” che segue il loro nome. Tutti e tre sono vissuti nel primo millennio, a pochi secoli di distanza l'uno dall'altro. Fino a Giovanni Paolo II, nessun papa negli ultimi 1100 anni della Chiesa aveva meritato questo onore.

Avete sentito probabilmente parlare dei papi San Leone Magno e San Gregorio Magno, ma stranamente il terzo è un papa di cui la maggior parte delle persone non ha mai saputo nulla: papa San Niccolò Magno – e la sua storia rappresenta un'importante lezione per il nostro periodo.

La grande controversia sul matrimonio del IX secolo

La prima cosa da sapere su San Niccolò Magno è che non è la base storica di Santa Claus-Babbo Natale e non ha schiaffeggiato Ario al Concilio di Nicea. In questi casi si tratta infatti di San Nicola di Mira, vissuto cinque secoli prima e che è stato vescovo nell'attuale Turchia. Papa San Niccolò Magno nacque a Roma in una rispettata famiglia nell'anno 800, lo stesso in cui papa Leone III incoronò Carlo Magno imperatore del Sacro Romano Impero. Ricevette una buona istruzione ed era noto per la sua pietà, ma non venne ordinato fino ai quarant'anni. Nell'arco di una decina d'anni venne eletto papa con il sostegno dell'imperatore Luigi II. Fu vescovo di Roma per nove anni fino alla morte, ma il pontificato fu pieno di eventi drammatici.

La controversia più intensa iniziò quando il re Lotario II di Lotaringia e sua moglie Teutberga capirono che non potevano avere figli, il che significava che Lotario II non avrebbe avuto eredi che potessero succedergli al trono al momento della sua morte. Convinto che la moglie fosse sterile, Lotario cercò di ottenere un annullamento per poter sposare la sua amante Waldrada, ma il fratello di Teutberga, Hucberto, un abate, prese le sue difese. La non colpevolezza di Teutberga fu provata dopo che era stata sottoposta alla prova dell'acqua, e Lotario la riprese quindi con sé, almeno temporaneamente.

Lotario continuò però a perseguire un annullamento, e alla fine riuscì a convincere il suo clero locale a concederglielo. I vescovi di Francia convocarono un sinodo e confermarono l'annullamento malgrado l'assenza dei requisiti richiesti dal diritto ecclesiastico. Un anno dopo si tenne in Francia un altro sinodo sulla questione e vi parteciparono dei legati papali inviati da papa Niccolò, che vennero corrotti da Lotario II e sostennero l'annullamento. Teutberga fece appello a Carlo il Calvo, re della Francia Occidentale, e il caso venne portato a Roma davanti allo stesso Niccolò.

Due arcivescovi vennero inviati dalla Germania con l'appoggio dell'imperatore Luigi II per argomentare a favore della nullità. Niccolò non solo dichiarò la nullità invalida, ma condannò e depose i due arcivescovi.

Irato per la decisione, Lotario II inviò il suo esercito a Roma e assediò la città, esigendo che Niccolò gli concedesse l'annullamento. Pur essendo confinato nella vecchia basilica di San Pietro e restando prigioniero per due giorni senza cibo, Niccolò rifiutò di cedere. Quando fu chiaro che l'annullamento era una causa persa e che stava rischiando la scomunica per le sue azioni, Lotario si riconciliò con Niccolò, ritirò il suo esercito e tornò con la moglie Teutberga. L'imperatore Luigi II ordinò che i due arcivescovi deposti tornassero a casa loro, e la decisione di papa Niccolò continuò ad essere valida.

Una storia familiare

Se tutto sembra familiare è perché lo è: una situazione molto simile ha provocato lo scisma anglicano nel XVI secolo. Mentre Lotario II alla fine accettò l'autorità del papa, però, il re Enrico VIII decise di intraprendere la via della creazione di una propria religione, che gli avrebbe convenientemente permesso di divorziare dalla moglie come voleva.

Potete immaginare se una cosa di questo tipo avvenisse oggi? I vescovi locali a sostegno di una nullità illegittima, gli inviati del papa corrotti, il papa che cambia la decisione e depone gli arcivescovi, il disgustato leader di una grande potenza che invia un esercito per assediare Roma e imprigionare il papa. I mezzi di comunicazione vivrebbero una giornata indimenticabile. Il New York Times dichiarerebbe la fine della Chiesa cattolica, l'Huffington Post esploderebbe contro l'atteggiamento retrogrado del papa sul matrimonio e gli esperti della CNN si chiederebbero se il futuro papa sarà liberale e modernizzerà la Chiesa. Il tutto unito alla confusione dottrinale che provocherebbe una disunione simile tra i vescovi e alla paura che una persecuzione così intensa del Santo Padre potrebbe estendersi ai cattolici di tutto il mondo.

Ad ogni modo la Chiesa è sopravvissuta, e anziché essere ricordato come un conservatore molesto papa Niccolò ha ottenuto i due onori maggiori possibili: la santità e il titolo esclusivo di “Magno”, diventando uno dei migliori papi che siano esistiti.

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