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Le origini della Pasqua: dalla festa delle primizie alla Resurrezione

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Emanuele D'Onofrio - Aleteia - pubblicato il 19/03/14
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Continua la nostra inchiesta sugli albori della Pasqua, nel suo passaggio dal mondo ebraico a quello cristianoIl mistero di Gesù è tutto in una maiuscola. Durante l’Ultima Cena l’agnello consumato dagli ebrei nel giorno della loro Pasqua diventa l’Agnello di Dio, che offre il suo sangue per la salvezza degli uomini. E quella festività, che per gli ebrei nasceva come saluto al primo raccolto di frumento e solo successivamente si era legata alla liberazione dalla schiavitù in Egitto, da quella notte si legherà per sempre alla morte e Resurrezione di Nostro Signore. Pasqua è anche un’occasione, dunque, per ricordare come la nostra fede abbia emesso i suoi primi vagiti nella culla dell’Ebraismo. Ripercorrere le tappe di quella transizione, dalla tradizione dell’agnello a tavola all’istituzione della domenica come giorno della festa, vuol dire riscoprire chi siamo e da dove veniamo. Oggi ci aiuta in questo un altro importante biblista, padre Bernardo Estrada, Ordinario di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università della Santa Croce.

Padre Estrada, perché Benedetto XVI insisteva sul fatto che Gesù non avrebbe consumato agnello durante l’Ultima Cena?

Estrada: In quello che si chiama l’Ordine della cena della Pasqua tra gli ebrei, l’agnello occupa un posto importantissimo, insieme al pane azzimo. Però papa Benedetto XVI in quell’Omelia del giovedì santo del 2005, quando parlava di quella celebrazione, aveva questa posizione: poiché c’è una differenza di date tra i tre primi Vangeli, quelli di Matteo, Marco e Luca, e il quarto, quello di Giovanni, il quale racconta che la Pasqua è capitata un giorno dopo, cioè di sabato e non di venerdì, come sostenevano gli altri tre, allora questo dimostrava l’utilizzo di un calendario nuovo da parte di alcuni ebrei, del calendario degli esseni, che abitavano nel Deserto di Giuda e che erano noti come comunità di Qumran. Quello che si sa è che non tutti gli Esseni facevano parte di Qumran, ma di certo tutti i membri della comunità di Qumran erano Esseni. Ora, costoro adottavano un calendario un po’ diverso rispetto a quello ufficiale ebraico, basato sul calendario lunare, dove i mesi erano composti da 28 giorni. In realtà, in alcuni documenti i Qumran sono associati ad un calendario lunare, in altri a quello sociale: non si sa dunque esattamente quando applicavano l’uno e quando applicavano l’altro. Sulla base di questo ci sono i presupposti per dire, ed è quello che sosteneva Benedetto XVI, che effettivamente la Pasqua si sarebbe celebrata prima. Ma va ricordato che nel libro Gesù di Nazareth la sua posizione è un po’ diversa rispetto a quella dell’Omelia: si vede che Benedetto XVI ci ha ripensato, poiché afferma che Gesù celebrò una cena di tipo pasquale, anche se non si trattava della cena pasquale.

Dunque era possibile che ci fosse l’agnello?

Estrada: Direi che non è impossibile. Anche perché dobbiamo ricordare che Gerusalemme, al tempo di Gesù, aveva più o meno 50.000 abitanti, tuttavia quando arrivava la Pasqua la popolazione si moltiplicava per dieci: si arrivava fino a mezzo milione di persone, con tutti i pellegrini che arrivavano non solo dalla Palestina, ma anche dalla diaspora, da altri paesi, per celebrare la Festa a Gerusalemme. Dunque, la legge stabiliva che si cominciassero a sacrificare gli agnelli fin dal mezzogiorno del giorno prima: cioè, se la Pasqua capitava di sabato, avrebbero dovuto cominciare a preparare gli agnelli al mezzogiorno di venerdì, solo così sarebbe stato possibile dare da mangiare l’agnello ad una tale quantità di pellegrini. Un grande studioso della Palestina ha dimostrato come, con tutta probabilità, gli agnelli venissero già sacrificati dal giorno prima, proprio per prepararli per la festa della Pasqua. Ora, siccome il signore celebrò probabilmente una notte prima il giorno effettivo di Pasqua, può aver fatto una cena pasquale senza che fosse cena pasquale, e può aver mangiato anche l’agnello.

Cos’era la Pasqua per gli ebrei?

Estrada: Dobbiamo tenere conto di una cosa: tutte le feste di Israele, come accadeva tra i popoli antichi, erano ordinariamente feste agricole. La Pasqua infatti era la festa dei primissimi frutti della campagna, dei primissimi grani di frumento, che venivano raccolti e preparati come pasto. Si trattava delle primizie: proprio per questo non c’era stato il tempo di fermentarli: ricordatevi che il lievito allora non si comprava al supermercato, ma si ricavava lasciando la massa fuori, esposta alle intemperie per qualche giorno, fino a che non produceva i batteri che, lavorando, producevano il lievito. Quella massa fermentata poi veniva usata per fermentare il resto del pane. Ma a Pasqua, quando il grano era stato appena raccolto, era logico che non ci fosse stato il tempo per fermentarlo, e da qui, l’uso del pane azzimo. Altre feste, solo per ricordarle, erano la Festa delle Settimane, che celebrava la raccolta del grano ai primi di giugno, e la Festa dei Tabernacoli, cioè della vendemmia, a settembre. La Pasqua, poi, è diventata anche la festa della liberazione, significato che si aggiunse all’altro, come ricordo della fuga dall’Egitto e del fatto che con il sangue degli agnelli si fossero dipinti gli stipiti delle porte affinché l’angelo sterminatore, come dice la Bibbia, passando da quelle case, risparmiasse i primogeniti.

Quand’è che i cristiani cominciano a mangiare agnello?

Estrada: Questo non si sa esattamente. Però è probabile che ciò avvenisse fin dalla primissima celebrazione della Pasqua. Questo perché la Pasqua si celebrava soprattutto liturgicamente, cioè vivendo il testo della Prima Lettera dei Corinzi che citavo prima: la liturgia della Chiesa ricordava Cristo come il vero Agnello di Dio, che con il suo sangue ci aveva salvati. Il fatto che poi nella cena si continuasse a mangiare agnello era abbastanza logico, perché gli ebrei continuavano a farlo. I primi Cristiani volevano imitare i fratelli maggiori nella fede, poiché erano loro i custodi della liturgia, sulla base della quale fu costruita poi la primissima liturgia cristiana.

Fu Costantino, al Concilio di Nicea, ad istituzionalizzare la Pasqua cristiana?

Estada: Che la Pasqua sia stata istituita da Costantino, come si pensa di solito, non è del tutto vero. Noi abbiamo dei dati, ad esempio, che risalgono all’epoca di san Cipriano, e anche prima, all’epoca di Ssn Vittore, I-II secolo, che ci dicono che la Pasqua si celebrava già prima. Solo che esisteva una differenza tra Oriente e Occidente. In Occidente si celebrava di solito la Pasqua cosiddetta “domenicale”: poiché Cristo era risorto di domenica allora la Pasqua si celebrava sempre di domenica, ed in particolare la prima domenica dopo il plenilunio di primavera, e quindi tardi. Invece in Oriente si celebrava alla maniera degli ebrei, cioè proprio la sera del plenilunio di primavera, che capitava alle volte di venerdì, altre volte il mercoledì, altre volte di sabato, altre di domenica. Quello che Costantino ha fatto è stato unificare gli usi: certo, non poteva imporlo a tutti, ma come Imperatore stabilì di unificare la Pasqua. E soprattutto, la cosa importante riguardo Costantino, è che proclamò la Domenica come giorno festivo: per la prima volta nella vita dell’Impero ci furono sei giorni lavorativi, e un giorno di riposo, che era proprio il giorno del Signore. Questa decisione coincise con l’istituzione della Pasqua nel giorno di domenica

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