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Chesterton e il cattolicesimo: non senza mia moglie

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Ignacio Pérez Tormo - Aleteia - pubblicato il 12/05/14
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Perché il campione del pensiero cattolico del XX secolo tardò tanto a entrare nella Chiesa?Gilbert K. Chesterton, il grande scrittore che attraverso le sue opere ha portato tante persone alla Chiesa cattolica, il maestro che ha denunciato i paradossi dei tempi moderni e ha mostrato la coerenza del cattolicesimo con le più profonde aspirazioni dell'uomo, era un paradosso vivente: il suo stesso ingresso nella Chiesa è avvenuto quasi alla fine della sua vita. Il “padre” di padre Brown era fuori da quella Chiesa che tanto amava e difendeva.

Chesterton si sentiva cattolico “nel cuore” tempo prima di entrare nella Chiesa, ma sua moglie, vittima di un trauma familiare, non era d'accordo a che compisse questo passo. Knollys, uno dei fratelli di Frances, si era convertito al cattolicesimo e alcuni mesi dopo si era ammalato di depressione e si era tolto la vita.

Le reticenze di sua moglie ritardarono la richiesta di Chesterton di essere accolto nella Chiesa. Non voleva entrare lasciandola fuori.

Un passo impossibile da rimandare

La morte del padre di Chesterton e una lettera di un amico cattolico, Maurice Baring, in cui si stupiva che la sua “barca” non fosse giunta in “porto” fecero precipitare gli eventi.

Gilbert si rivolse a padre O'Connor, amico della coppia, perché si stabilisse nella residenza dei Chesterton a Beaconsfield e iniziasse a impartire a Gilbert la catechesi per ricevere il Battesimo.

Il 30 luglio 1922, i Chesterton pranzarono con padre O'Connor e padre Ignatius Rice. Dopo il pasto, si diressero alla cappella abilitata nella veranda di un hotel. La proprietaria era irlandese e la cedeva gratuitamente ai cattolici per cerimonie come quella.

Nelle autobiografie dei convertiti inglesi, il senso della privacy fa sì che non espongano il momento più intimo del loro ingresso nella Chiesa e tengano per sé i dettagli di quel momento.

Il pomeriggio stabilito, Chesterton fece la sua confessione generale con padre O'Connor e venne accolto nella Chiesa. L'unico dettaglio noto della cerimonia è che al termine, in uno dei banchi, la moglie Frances piangeva, e non si trattava di un pianto di tristezza.

Che farà Gilbert senza Frances? Piccoli inconvenienti

Quando venne accolto nella Chiesa cattolica, Gilbert aveva 48 anni. Dipendeva molto dalla moglie per tutto ciò che si riferiva alla vita pratica, non per motivi di età, ma per il suo carattere distratto.

I suoi amici pensavano che, se Frances non era con lui, Gilbert non sarebbe stato capace di andare in chiesa, né di prendere il libro delle preghiere o di fare l'esame di coscienza per confessarsi.

Gilbert temeva che Frances non lo accompagnasse nel suo nuovo cammino. Aveva già espresso questa paura dell'assenza, che sua moglie venisse a mancare o lo abbandonasse, nella sua opera con varie sfumature.

“Se avete quindici modi per assassinare vostra moglie”, scrisse in un articolo sul Tribune, “avete questa opzione: o li mettete in pratica nella realtà o lo fate a livello letterario, ovvero scrivete un racconto”.

“Se vostra moglie si abitua ad essere assassinata nella realtà, interromperà le vostre occupazioni. Se accade in un racconto, ci sono certi generi letterari in cui la stessa donna non ama essere la musa. In entrambi i casi, la sua assenza o la sua ira vi provocherà certi inconvenienti”.

La paura di Chesterton consisteva in questa assenza, anche se fosse stata solo a livello pratico. Ciò lo poneva al di fuori della sua zona di sicurezza.

Dopo l'ingresso di Gilbert, Frances continuava a non aver alcuna intenzione di diventare cattolica. Alla segretaria di suo marito aveva dichiarato: “Ci sono tre cose che non farò mai: tagliarmi i capelli, assumere una segretaria efficiente o diventare cattolica romana”. Non fece mai le prime due cose.

Chesterton amava i romanzi gialli, e ora sembrava trovarsi nel bel mezzo di uno di questi. In quel romanzo, il sospetto, seguendo un modus operandi che non si astenne mai dal rivelare, uccideva ogni vittima per ricrearla a sua immagine. Le avrebbe dato una compagna, come aveva già fatto al suo debutto, nella prima pagina del racconto.

Se questo fosse un racconto giallo, bisognerebbe senz'altro attribuirlo a un autore molto bravo, perché la storia avanzava già direttamente verso la sua soluzione.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

 

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