A Medjugorje fonda “Cuori Puri” per promuovere il rispetto del corpo tra i giovaniUna vita di errori e difficoltà, poi il cambiamento radicale a Medjugorje e la fondazione di un’iniziativa per promuovere la castità prematrimoniale tra i giovani. Questo il percorso di Ania Golędzinowska, nata a Varsavia (Polonia). “La mia non è stata una giovinezza normale. Ho scoperto troppo presto il sesso, la droga e il lato oscuro delle cose. Ho scoperto troppo presto quanto sia dura la vita”, racconta nel suo libro “Salvata dall’inferno” (Sugarco).
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Una famiglia instabile, furti, droga…Quando si presenta l’opportunità di andare in Italia, Ania la coglie al volo. Poi torna a casa, ma dopo un po’ riparte di nuovo. Le hanno prospettato un lavoro nel campo della moda, ma finisce in un giro di night club a Torino. Ha 17 anni, e viene violentata da un cliente che le era sembrato ineccepibile.
Nel 2011, dopo anni di sofferenze, il primo viaggio a Medjugorje è uno splendido shock. “Ormai per me una sola cosa contava veramente: nei miei occhi era rinato uno sguardo che credevo perduto per sempre. Uno sguardo che aveva voglia di continuare a specchiarsi nella realtà, alla ricerca della semplicità, dell’amore, della solidarietà con chi divide con noi il cammino della vita. Uno sguardo sul mondo, con occhi di bambina”.
Torna in Italia, ma poi sente che il suo posto è Medjugorje. Vive lì due anni in una comunità mariana retta dalle suore. In seguito, insieme a padre Renzo Gobbi, dà vita all’iniziativa Cuori Puri (www.cuoripuri.it), che promuove la castità prematrimoniale tra i giovani, che lei stessa ha iniziato a vivere dal 2010 in attesa di incontrare il vero amore per tutta la vita. “Perché la trasgressione più grande oggi è quella di andare controcorrente”, afferma.
A marzo di quest’anno, Ania ha sposato Michele, un ragazzo conosciuto a Medjugorje e aderente all’iniziativa “Cuori Puri”.
Nel libro “Dalle tenebre alla luce” (Sugarco), Ania racconta la storia e il significato dell’iniziativa che ha fondato, “un’esperienza in cui sperimento quotidianamente l’abbraccio di Gesù. Un’esperienza di amore autentico. Un’esperienza radicale, tanto quanto ‘naturale’ e ricca di gioia”.
Castità, riconosce Ania, “è una parola poco di moda, mai alla ribalta delle cronache, anzi viene spesso derisa. Sembra cosa antica, quasi dimenticata. Di certo non accattivante”. La castità, osserva, “certo è una sfida. Si tratta di un cammino che richiede sacrifici, ma è anche un’avventura straordinaria, ricca di frutti di cui tutti possiamo godere”.
Oggi “Cuori Puri” conta più di 9.000 ragazzi che hanno deciso di abbracciare la castità prematrimoniale o sono sulla strada per farlo. “Cuori Puri”, spiega Ania, “non è una comunità né un movimento, è un’iniziativa per i giovani e le coppie che decidono di rispettare Dio, scegliendo la castità, fino al matrimonio, per chi aspira a questo sacramento”.
L’obiettivo dell’iniziativa è “dare voce al valore della castità e alla virtù della purezza”. Ania è convinta che “la trasgressione più grande oggi sia quella di non concedersi”, perché “ormai il sesso è diventato un atto scontato”, mentre si tratta di “un atto bello e puro, quando è un atto d’amore”.
Promettere la castità, prosegue Ania, “non significa propriamente fare un voto, dato che fa parte già dei precetti della Chiesa. Insomma è ‘compreso nel pacchetto’ il fatto di non commettere atti impuri”. Allora perché promettere in modo pubblico? “Perché oggi – risponde – viviamo in un mondo che ogni giorno mina le nostre certezze e attacca la nostra fede. In un mondo in cui continuamente ci viene proposto uno stile di vita lontano dalla Chiesa. Una società in cui la maggior parte dei giovani cresce senza alcuna educazione cattolica e quando invece c’è, spesso non viene spiegata come una Grazia, come una cosa bella, come un dono, bensì è un’imposizione moralistica”.
In questo senso, essere un Cuore Puro “non significa soltanto astenersi dagli atti sessuali, bensì si tratta di un insieme di virtù, di doni e di impegni che ogni giorno mettiamo in atto per essere vicini a Dio”.
Nella presentazione di “Dalle Tenebre alla Luce”, monsignor Giovanni d’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, ricorda che “se pur fra molto fango, la perla della purezza non è scomparsa in questa nostra epoca, ed anzi, in varie parti del mondo, sembra cominciare ad acquistare un non sperato successo per l’umile freschezza che l’accompagna. È come la riscoperta d’un prezioso tesoro”.
La purezza è l’indispensabile purificazione del cuore e della mente per vedere, conoscere e incontrare il volto di Dio.