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Papa Francesco sta introducendo un’agenda gay nella Chiesa cattolica?

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Catholic Link - pubblicato il 24/10/14
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Uno sguardo critico all’interpretazione del Sinodo da parte dei media.di Elise Harris

Molte delle immagini che seguono riflettono ideologie che guidano i titoli che hanno fluttuato in vari media dopo un Sinodo dei vescovi sulla famiglia apparentemente molto controverso. Sembrano esserci ovunque argomentazioni contrastanti su ciò che la Chiesa dice davvero sul tema dell'omosessualità a seguito della pubblicazione del rapporto di metà sinodo il 13 ottobre e del rapporto finale il 18 ottobre, che rimuove buona parte del linguaggio del primo rapporto che molti hanno ritenuto aprisse una porta nella Chiesa per le persone con orientamento omosessuale.

Cosa è stato detto?
Ecco il paragrafo del rapporto di metà Sinodo sul tema dell'omosessualità:

Le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana : siamo in grado di accogliere queste persone, garantendo loro uno spazio di fraternità nelle nostre comunità? Spesso esse desiderano incontrare una Chiesa che sia casa accogliente per loro. Le nostre comunità sono in grado di esserlo accettando e valutando il loro orientamento sessuale , senza compromettere la dottrina cattolica su famiglia e matrimonio?… Senza negare le problematiche morali connesse alle unioni omosessuali si prende atto che vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partners ” (Relatio post disceptationem, 50-52).

Ed ecco cosa dice il paragrafo 55 del rapporto finale del Sinodo:

“Alcune famiglie vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: « Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. «A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 4)”.
 

Qual è il problema?
Le parti in neretto dei paragrafi citati indicano le parti di ogni rapporto controverse o estrapolate dal contesto. Dalla confusione iniziale dopo la pubblicazione del rapporto di metà Sinodo, i Padri sinodali, quei vescovi e cardinali che hanno partecipato al Sinodo, hanno sottolineato che il rapporto era un “documento di lavoro” che si limitava a riassumere la discussione che aveva avuto luogo fino a quel momento e non aveva peso finale.

È stata poi effettuata una revisione che ha rimosso le frasi controverse che molti dei Padri sinodali avevano definito poco chiare e che potevano provocare confusione sulla dottrina della Chiesa.

Tutto ciò porta a titoli, vignette e articoli che hanno suggerito fondamentalmente 3 idee:

1. La Chiesa cattolica ha alla fine cambiato, ovvero contraddetto, la sua posizione precedente sull'omosessualità.
2. C'è stata una grande divisione tra i partecipanti al Sinodo, soprattutto tra certi vescovi e papa Francesco.
3. Papa Francesco è un progressista che non può liberare la Chiesa perché viene trattenuto da tonache conservatrici vecchie e soffocanti.

Ad esempio:
> Blog CNN Belief:“Un nuovo benvenuto ai cattolici gay nella Chiesa”
“Dopo decenni in cui gli alti officiali della Chiesa hanno affermato che le persone gay e lesbiche erano una minaccia per l'umanità e un pericolo per i bambini, ho dovuto sfregarmi gli occhi un po' di volte per essere sicuro che stavo leggendo questo nuovo linguaggio, più positivo, in modo corretto… il documento esorta le comunità cattoliche ad accettare e valutare l'orientamento sessuale delle persone gay e lesbiche e a riconoscere che i gay e le lesbiche hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana'. È un'inversione totale delle dichiarazioni precedenti della Chiesa che etichettavano questo orientamento come 'oggettivamente disordinato' e vedevano i gay e le lesbiche nelle comunità di fede come problemi e persone sospette”

> BBC News: “Sinodo cattolico: battuta d'arresto per papa Francesco nella politica sui gay”
“James Reynolds della BBC: Questo Sinodo mostra che egli affronta una seria opposizione interna. Papa Francesco ha subito una marcia indietro perché le proposte per una più ampia accettazione delle persone gay non hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi in un Sinodo della Chiesa cattolica”.

Qual è la verità?
Di fronte a queste immagini e a queste affermazioni da parte dei media secolari, ci sono molte opinioni errate che distorcono la realtà di ciò che è accaduto e presentano una falsa rappresentazione di una discussione molto più profonda e ampia che la Chiesa sta compiendo sul tema dell'omosessualità. Eccone tre:

1. Indipendentemente da ciò che spesso si dice, la Chiesa cattolica ha sempre insegnato che ogni persona, non importa quali siano le sue mancanze o i suoi peccati, dovrebbe essere accolta con misericordia, e questo include le questioni relative all'orientamento omosessuale. Un chiaro esempio è il documento della Dottrina della Fede sulla cura pastorale delle persone omosessuali, del 1986.

Nel testo, firmato dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, si legge che “va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino”. La lettera incoraggia anche i pastori ad offrire “cura pastorale” alle persone con orientamento omosessuale senza deviare dall'insegnamento della Chiesa. La Chiesa, quindi, ha sempre accolto le persone omosessuali, ed è solo l'approccio pastorale che sta cambiando, niente di più.

2. Nonostante ciò che suggerisce il rapporto della BBC menzionato in precedenza, i paragrafi del documento finale relativi all'omosessualità non sono stati accantonati, ma vengono considerati argomenti da approfondire nel Sinodo del prossimo anno

Dei 62 paragrafi del documento finale, votati individualmente dai Padri sinodali, solo 3 non hanno ricevuto il voto di maggioranza, e di quei tre due erano relativi alla questione dei cattolici divorziati e risposati e l'altro all'omosessualità.
In una conferenza stampa del 18 ottobre che annunciava la diffusione del rapporto finale del Sinodo, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha richiamato l'attenzione su questi tre paragrafi, affermando che il fatto che non abbiano ottenuto la maggioranza dei due terzi non significa che siano da ritenere accantonati, ma che non sono ancora abbastanza maturi da ottenere un vasto consenso dell'assemblea.

Ciò che voleva dire è che, come è stato detto, il rapporto finale, pur essendo il documento finale di questo Sinodo, è un “work in progress” che verrà usato come “documento di lavoro” per il Sinodo del prossimo anno, il che significa che ci può volere un altro anno per aggiustare i paragrafi perché dicano esattamente ciò che i Padri sinodali vogliono, ma non si stanno allontanando gli omosessuali dal rapporto.

3. Quello che forse è il fraintendimento principale, e apparentemente quello a cui si crede maggiormente, è che papa Francesco stia in qualche modo promuovendo un'agenda gay all'interno del Sinodo. Il papa non solo è rimasto in silenzio durante le discussionni sinodali, limitandosi ad ascoltare ciò che i suoi confratelli vescovi avevano da dire, ma nel suo discorso finale ha fatto un riferimento evidente alle tentazioni pastorali di essere troppo rigidi riguardo agli insegnamenti della Chiesa o di trascurare la dottrina ecclesiale. Si è anche riferito alla tentazione di non essere fedeli a Cristo per far piacere alle persone:

“- una: la tentazione dell'irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti – oggi – "tradizionalisti" e anche degli intellettualisti.

– La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio.

– La tentazione di trascurare il "depositum fidei", considerandosi non custodi ma proprietari e padroni”.
Ciò che ha fatto il vescovo di Roma, fondamentalmente, è stato dire che più che andare verso un estremo o l'altro dobbiamo trovare un punto centrale; dobbiamo trovare un punto di mezzo in cui la dottrina ecclesiale rimane invariata, ma sviluppando un nuovo modo di comunicarla, di modo che tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, comprendano la realtà di ciò che dicono realmente i suoi insegnamenti e si sentano accolte e curate più che giudicate. Questo cambiamento nel linguaggio della Chiesa è qualcosa a cui i vescovi hanno dedicato molto tempo e a cui si riferisce anche un paragrafo del rapporto finale del Sinodo.

E adesso?
Detto tutto ciò, abbiamo la certezza che questo Sinodo non sia stato, come molti l'hanno dipinto, pieno di divisioni e polemiche sulle questioni controverse, ma piuttosto un primo passo in un processo di discussione prolungata che continuerà nel Sinodo ordinario sulla famiglia del prossimo anno. Quello che papa Francesco ha chiesto parlando alla Messa di apertura del Sinodo di quest'anno dicendo ai vescovi di dire ciò che provavano con franchezza, senza rispetto umano e senza timidezza, l'ha ottenuto.

Ora, come ha detto il pontefice nel suo discorso conclusivo, dopo la discussione iniziale ci si sta imbarcando in un viaggio lungo un anno di maturità e discernimento spirituale prima del Sinodo del 2015 circa le sfide attuali che affronta la famiglia nella società di oggi.

Indipendentemente dai dibattiti e dalle argomentazioni che circolano, possiamo procedere verso il Sinodo del prossimo anno con l'immagine della Chiesa che il nostro papa ci ha offerto nel suo discorso finale.
Piuttosto che essere un'istituzione rigida e dalla mente chiusa che aspetta che ci puliamo i piedi prima di entrare,

“questa è la Chiesa, la vigna del Signore, la Madre fertile e la Maestra premurosa, che non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini (cf. Lc 10, 25-37); che non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone. Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. È la Chiesa che non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani (cf. Lc 15). La Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti! La Chiesa che non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino e lo accompagna verso l'incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme Celeste”.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

 

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