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Da chi vengono le tentazioni, dal diavolo o da Dio?

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Antonio Rizzolo - Credere - published on 28/11/14
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Possono essere prove che Dio permette o insidie sataniche verso il maleCaro padre Antonio, papa Francesco nell’Evangelii gaudium parla di tentazioni degli operatori pastorali. Cosa sono le tentazioni? Prove che ci manda il diavolo o che ci manda Dio?

Arianna Ines

Nell’Evangelii gaudium il Papa include tra le tentazioni l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la mondanità spirituale, la guerra interna. Le parole di Francesco vanno ben meditate, per purificare le nostre intenzioni e ridare slancio all’impegno missionario. Cosa sono però le tentazioni? E da chi provengono, dal diavolo o da Dio?

C’è una prima distinzione: le tentazioni possono essere prove a cui è sottoposta la nostra libertà, per capire se preferiamo il male, il peccato, oppure il bene, Dio; le tentazioni possono essere anche una spinta a compiere azioni immorali, cattive. Questa seconda tipologia viene in ultima analisi dal diavolo e mira ad allontanare l’uomo da Dio, a ribellarsi alla sua legge d’amore. Nel primo caso, invece, può essere Dio stesso che mette alla prova la nostra fedeltà, il nostro amore per rafforzarci nell’adesione a lui.

A volte è difficile distinguere i due tipi di tentazione. Anzi, la Bibbia stessa sembra in qualche caso attribuire a Dio anche il secondo. Per esempio, in 2Samuele 24,1 è scritto che Dio incita Davide contro il suo popolo ordinandogli un censimento. Nel passo parallelo di 1Cronache si legge invece che fu Satana a spingere Davide (21,1). La spiegazione è nella mentalità semitica antica: per evitare di pensare a due princìpi, a un Dio del bene e a uno del male, si attribuisce tutto all’unico Dio. In realtà, come appare più volte nella stessa Bibbia, c’è un unico Dio, ma alla nostra libertà è lasciata la scelta tra il bene e il male, mentre il diavolo cerca di spingerci alla perdizione. In ultima analisi, dunque, le tentazioni riguardano sempre la nostra libertà, la nostra possibilità di scelta. Lo stesso Gesù è stato tentato dal diavolo, segno che il Figlio di Dio si è fatto uomo davvero. Ed è lo stesso Gesù che ci insegna come vincere le tentazioni. Prima di tutto egli ha scelto il vero bene, rispetto a quello apparente. Il male si presenta spesso in modo attraente, ci offre qualcosa che sembra “buono, gradevole agli occhi e desiderabile” (Genesi 3,6). Cosa poteva sembrare meglio a Gesù di una bella pagnotta dopo 40 giorni di digiuno, o di un miracolo straordinario come gettarsi dal pinnacolo del tempio perché tutti credessero in lui? Gesù invece ha scelto di amare fino in fondo, fino alla morte di croce, per donarci la salvezza lasciandoci liberi.

Gesù ha poi vinto la tentazione grazie alla parola di Dio e alla preghiera, come dimostrano le risposte a Satana e il drammatico dialogo con il Padre nell’orto del Getsemani, dove conclude: “Si compia la tua volontà” (Matteo 26,42). Mentre ai discepoli dice: “Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione” (26,41). Gesù ci invita a non lasciarci sedurre dal fascino del potere, della ricchezza e del successo, a vegliare su noi stessi e ad affidarci alla preghiera. Con una grande fiducia in lui. San Luca scrive infatti che il diavolo se ne andò “dopo aver esaurito ogni tentazione” (4,13). Non c’è tentazione che Gesù non possa comprendere, in lui possiamo confidare per non cadervi.

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