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Un sindaco scrive a papa Francesco: non mandate via il parroco del paese

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Sylvain Dorient - Aleteia - pubblicato il 16/04/15
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Un sindaco socialista francese chiede al papa di non privare la comunità del suo sacerdoteNon c'è grande differenza con la storia di don Camillo, anche se il sacerdote si chiama Fermanel e non Fernandel. Come Peppone, Jean-François Lovisolo, il sindaco socialista di La Tour-D’Aigues (Vaucluse, Francia), non frequenta la chiesa del paese, ma assicura che il sacerdote è diventato “indispensabile per il municipio”.

Secondo quanto ha reso noto di recente il quotidiano La Provence, quando padre Frédéric Fermanel è stato chiamato a Roma per proseguire la sua formazione il sindaco ha preso la sua penna migliore per scrivere a papa Francesco.

“È stato capace di unire. Ha saputo creare dialogo, forgiare vincoli di fratellanza in un momento in cui la nostra società è caratterizzata dal ripiegamento su se stessi”, ha riconosciuto il politico.

Prendono il sacerdote per il sindaco

I due uomini si conoscono bene e agiscono insieme in quella che definiscono “una visione comune dell'essere umano e della vita in comunità”.

Presente alle manifestazioni per volere del sindaco e nel bar del paese, padre Fermanel viene chiamato “signor curato”, “padre Frédéric”, “Fredo” e perfino “Gesù”.

“Per alcuni sono il sindaco”, scherza il sacerdote. “Mi parlano dei problemi dei ratti, della spazzatura…”

Nel bar della Posta, la padrona Carine vuole lanciare una petizione per impedire la sua partenza. “Pronuncia delle omelie magnifiche, e per i funerali ha sempre un aneddoto da raccontare sulla persona defunta, perché dedica del tempo a parlare con tutti”, ha spiegato.

Il suo senso del contatto con le persone e la sua capacità di ascoltare gli altri avrebbero permesso ad alcuni non credenti di ritrovare la via della spiritualità. Nella sua iniziativa, il sindaco è fortemente sostenuto da tutti i fedeli.

“Obbedisco al mio vescovo”

Il diretto interessato riconosce di vivere la separazione come una lacerazione: “Sono molto legato a questo territorio, ma obbedisco al mio vescovo”, ha dichiarato.

Ora deve seguire a Roma una formazione di tre anni per conseguire il dottorato, logica continuazione del suo percorso di universitario ecclesiastico.

Il sindaco vorrebbe trovare una soluzione perché il “suo” parroco potesse proseguire gli studi senza lasciare La Tour-d’Aigues.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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