Pirovano: “Molti fedeli ci chiedono consulenze in vista di un eventuale scioglimento o per accertare cause di nullità matrimoniale”
Un luogo in cui le persone la cui esperienza matrimoniale è andata in crisi possono trovare ascolto e accompagnamento: l’8 settembre è diventato operativo il nuovo ufficio della diocesi di Milano per l’accoglienza dei fedeli separati o in procinto di separarsi voluto dall’arcivescovo, il cardinale Angelo Scola. Tra gli obiettivi principali dell’ufficio (informazioni alla pagina www.incrocinews.it/chiesa-diocesi/scola-la-famiglia-br-soggetto-di-evangelizzazione-1.111247), oltre alla possibilità di tentare un cammino di riconciliazione attraverso i consultori presenti in ogni zona della diocesi, l’aiuto per queste persone per comprendere e vivere la loro nuova situazione all’interno della comunità ecclesiale. I fedeli potranno, inoltre, essere aiutati a capire se ricorrano le condizioni per chiedere lo scioglimento del vincolo e per la verifica della nullità matrimoniale. A questo proposito, come afferma nell’intervista ad Aleteia don Diego Pirovano, responsabile dell’ufficio e giudice presso il Tribunale ecclesiastico regionale lombardo, dovranno essere “ben studiati e assimilati” i due Motu proprio in forma di lettera di papa Francesco sulla riforma del processo canonico in materia di cause di nullità del matrimonio presentati oggi in Vaticano al fine di “comprenderne a pieno la portata sia in relazione alle cause di nullità matrimoniali per gli aspetti tecnici procedurali sia, di conseguenza, per il lavoro del nuovo ufficio diocesano”.
Come nasce l’idea dell’ufficio per l’accoglienza dei fedeli separati?
Pirovano: La domanda trova risposta nel decreto istitutivo dell’ufficio stesso. Il decreto firmato dall’ Arcivescovo di Milano offre questa motivazione iniziale “la presenza di molti fedeli che vivono l’esperienza della separazione coniugale e lo specifico dovere del Vescovo di provvedere adeguatamente all’accompagnamento di queste situazioni”. Purtroppo la frequente decisione della separazione pone ai coniugi, oltre a tanti problemi, la questione del rapporto con la Chiesa anche, ma non solo, riguardo a nuovi legami affettivi. Molti fedeli chiedono di poter capire come la propria situazione di separazione coniugale possa essere compresa dentro l’insegnamento della Chiesa cattolica, quindi un ufficio come il nostro può offrire gli idonei strumenti per affrontare e sostenere cristianamente questa condizione. Il nuovo ufficio della Curia milanese si dirige alle persona separate o in procinto di separarsi. In questo senso il termine accoglienza vuole suggerire l’idea di cordialità, informazione corretta e consulenza legale canonica anche nella prospettiva di un eventuale scioglimento o causa di nullità matrimoniale.
Quale è stata nel corso degli anni l’esperienza di accompagnamento della diocesi per i fedeli separati? Ci sono state delle esperienze particolari nelle parrocchie?
Pirovano: Non dobbiamo innanzitutto dimenticare il prezioso lavoro svolto, proprio nella direzione dell’accompagnamento dei fedeli separati, da tanti sacerdoti nel paziente impegno pastorale a favore delle persone che vivono la realtà della separazione coniugale. Il nuovo ufficio diocesano si differenzia in tal senso perché non svolgerà nessuna forma di accompagnamento spirituale specificamente inteso, ma terrà conto del percorso di fede di ciascuno per suggerire la via migliore da seguire. In diocesi sono presenti anche molti Consultori familiari cattolici che da anni operano con competenza e dedizione attraverso esperti del settore medico, psicologico, giuridico. La loro attività di consulenza è principalmente volta alla riconciliazione tra i coniugi e alla risoluzione dei problemi della famiglia quando questo è possibile. Le parrocchie hanno sperimentato e tuttora mettono in atto specifiche iniziative di incontro e di preghiera, soprattutto nella forma della riflessione sulla Parola di Dio per i fedeli separati, divorziati e che hanno iniziato una nuova unione. Per fare questo con maggiore efficacia in genere le parrocchie si raccolgono in decanati o per zone pastorali. E’ importante ricordare il Gruppo ACOR, espressione della pastorale diocesana milanese, composto da persone adeguatamente preparate e motivate: i responsabili dell’Ufficio famiglia, un assistente spirituale nominato dal Vescovo, una coppia referente, una coppia per ciascuna delle sette zone pastorali a cui si aggiungono persone separate e/o risposate. In comunione con il vescovo e in riferimento alla Consulta regionale lombarda di pastorale familiare, l’équipe intende generare una specifica pastorale, offrendo percorsi di crescita spirituale ed ecclesiale a quanti sperimentano il dolore di una ferita che ha segnato la loro storia matrimoniale. Concludo ricordando la lettera che l’Arcivescovo Dionigi Tettamanzi a suo tempo aveva scritto ai fedeli separati, divorziati e risposati dal titolo “Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito”. Questo documento era stato accolto con favore in quanto esprimeva il medesimo senso di vicinanza e la necessità di accoglienza che oggi si esprime nella concretezza e nella forza della volontà dell’arcivescovo Angelo Scola che ha voluto istituire uno specifico ufficio di Curia per i fedeli separati.
Nella sua esperienza, quale è il disagio maggiore dei separati nel vivere la loro condizione nella Chiesa e quale la difficoltà delle comunità ad incontrarli?
Pirovano: Intanto mi preme sottolineare i numerosi disagi che un coniuge che vive l’esperienza della separazione deve affrontare sul piano umano e legale. A volte si aggiunge un certo disagio ecclesiale che nasce spesso dalla poca informazione sulla disciplina canonica dei sacramenti o da una lettura non del tutto corretta dal punto di vista della morale cattolica della realtà della separazione coniugale. Mi riferisco soprattutto ai fedeli praticanti. Senza entrare nello specifico ritengo che la costituzione del nuovo ufficio diocesano della Curia ambrosiana può favorire una corretta informazione sulla normativa ecclesiale per capire innanzitutto che il fedele separato appartiene alla Chiesa e non ne è escluso; ciò che è importante è che il fedele ne abbia percezione e non solo sappia di essere accolto, ma senta una vera accoglienza. Le parrocchie e le comunità cristiane qualche volta sentono il peso di molte attività e affrontano con impegno e fatica tante necessità; non riescono però ad ascoltare tutti anche con il sufficiente grado di competenza che il diritto della Chiesa richiede per consigliare al meglio i fedeli separati. Capita allora che questi fedeli, già feriti, si sentano emarginati o giudicati in modo sbrigativo. Ancora una volta il nome dell’ufficio di cui stiamo parlando esplicita l’atteggiamento accogliente della Chiesa e lo rende reale proprio nella Curia diocesana cioè nel luogo in cui il vescovo raccoglie gli organismi e le persone che lo aiutano nel governo della diocesi.
Uno degli obiettivi dell’ufficio è valutare la possibilità di introdurre la domanda di scioglimento del vincolo: quanta consapevolezza c’è tra i fedeli in merito?
Pirovano: Penso che i fedeli lo abbiano capito bene perchè abbiamo già molti appuntamenti che hanno alla base la richiesta di una prima consulenza in vista di uno scioglimento o di una causa di nullità matrimoniale. Senza entrare nel dettaglio della spiegazione della differenza tra scioglimento, per esempio nel caso di inconsumazione, e nullità canonica, questo tema porta a considerare anche il pregevole lavoro dei patroni, cioè degli avvocati ecclesiastici che, nella maggior parte dei casi, assistono i fedeli nelle diverse fasi del processo canonico. Allo stesso modo penso al paziente e rigoroso lavoro del nostro Tribunale ecclesiastico regionale lombardo che ha la competenza di trattare le cause di nullità matrimoniale. Il lavoro dell’ufficio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati si colloca, come già detto, anche nella prospettiva della consulenza canonica e della raccolta degli elementi utili per la introduzione della causa canonica o del procedimento di scioglimento.