I salesiani presentano il rapporto Isfol. Vacchina (Forma): ora un accordo per la diffusione di questo metodo in tutte le regioni italiane
Entro tre anni il 50% dei partecipanti alla Formazione Professionale trova un lavoro. Sono dati molto incoraggianti quelli che emergono dal Seminario Europa sulla Formazione Professionale giovanile organizzato dal Centro Italiano Opere Femminili Salesiane CIOFS-FP e intitolato “Energia giovane. Pane per il futuro del pianeta“.
L’evento che si è svolto il 24 e 25 settembre tra Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, e la “Casa Don Bosco” dei salesiani, ha riunito i maggiori esperti nazionali di formazione professionale e del mondo del lavoro. Centrale la pubblicazione del rapporto Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori).
BOOM DI ISCRITTI
Paola Vacchina, Presidente FORMA (Associazione di Enti Nazionali di Formazione Professionale di ispirazione cattolica), tra i protagonisti della due giorni, osserva ad Aleteia: «I dati 2013 e 2014 parlano di una grande crescita della formazione professionale, che ha riguardato più di 315mila ragazzi in tutta Italia. Un percorso che riscuote un grande successo presso i giovani e le loro famiglie. Ma a fronte di questi numeri, non è ancora sufficiente l’offerta su tutto il territorio italiano. Ci sono regioni in cui non si è ancora investito su di essa».
ACCORDO IN TUTTE LE REGIONI
Quindi, secondo il presidente di Forma, «serve uno sforzo di tutti i soggetti in campo, Ministero della Pubblica Istruzione, del Lavoro, Regioni – perché la Formazione Professionale è di competenza regionale – affinché si stringa in tempi brevi un accordo con gli enti di formazione, tra cui il Ciofs, che ha una grandissima tradizione educativa in questo campo, per rafforzare questo sistema divenuto così importante».
MENO DISPERSIONE SCOLASTICA
Vacchina fa notare un dato «eclatante»: dove è più sviluppata la Formazione Professionale, l’abbandono scolastico è molto basso. «Perché diventa una proposta complementare a quella scuola: liceo, istituto tecnico o Formazione Professionale, vengono percepite come tre opzioni, di cui quella della FP è vista come quella più pratica, poiché prevede una formazione che parte dalla sperimentazione delle cose che si apprendono. Tirocini e stage sono intensi proprio per preparare al meglio il giovane all’ingresso nel mondo del lavoro».
DATI NOTEVOLI SULL’OCCUPAZIONE
L’occupazione è infatti il “piatto forte” della formazione professionale. Se entro tre anni il 50% che ha frequentato la Formazione Professionale trova un lavoro, i settori in cui i giovani della FP trovano più occupazione sono quelli di operatore elettrico, del benessere, della ristorazione, amministrativo-segreteriale. «Sicuramente è una ricchezza – conclude Vacchina – avere un’alternativa alla scuola nella formazione professionale».
BENE IL SISTEMA SCUOLA/LAVORO
Lauretta Valente – Presidente CIOFS-FP, aggiunge: «Siamo molto contenti di aver potuto leggere e commentare i dati Isfol – continua Valente – l’incremento di iscritti, il successo occupazionale di giovani che si preparano con i nostri corsi sono molto soddisfacenti e ci danno modo di insistere con i nostri interlocutori sull’importanza delle leFp. Anche l’avvio prossimo del sistema duale con alternanza scuola /lavoro è un traguardo essenziale».
LE 3 QUALITA’ DEL BUON LAVORATORE
Per Michele Pellerey della Università Pontificia Salesiana, la FP deve continuare a lavorare nella direzione di «formare un buon lavoratore», che significa «promuovere qualità personali che fondano la sua cittadinanza e la sua professionalità. Quali sono queste qualità personali? Nelle ricerche mondiali sono state individuate tre caratteristiche: 1) è in grado di fornire un lavoro eccellente 2) il lavoro è personalmente significativo 3) è un lavoro etico, cioè è svolto da una persona responsabile. Queste qualità sono la base di due tipi di competenze: quelle tecnico-professionali (hard skills) e quella personali o trasversali (soft skills)».