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Come ti addormento il pupo

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 05/10/15
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Consigli per un sonno sereno di pargoli (e genitori…)Un bimbo che riposa bene, cresce bene e – last but not least –anche i suoi genitori vivono più felici. Il sonno, infatti, costituisce circa un terzo della vita degli individui, e anche se non tutte le sue funzioni sono state individuate, tuttavia è certo che serve a ordinare quanto si assimila durante il giorno, permette alle cellule dell’organismo di “ricaricarsi” ed è funzionale allo sviluppo dell’essere umano. Non a caso un neonato dorme circa 18 ore, una media che si abbassa nelle successive fasi di crescita. Eppure circa il 20-25% dei bambini che vivono nei paesi occidentali presenta disturbi del sonno, una percentuale che sembra destinata ad aumentare a causa del cambiamento delle abitudini sociali – troppo tempo davanti a tv e video-games – e alimentari, con un aumento dell’obesità. “Un bambino che dorme male, è un bambino che non rende – avverte Renato Cutrera, Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Broncopneumologia del Bambino Gesù -. Iperattivo, agitato. Le difficoltà scolastiche e i problemi legati all’apprendimento, possono dipendere dalla cattiva qualità del sonno. Non sottovalutate l’importanza del sonno dei bambini. Parlatene con il vostro pediatra”. Ecco i consigli degli esperti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù per aiutare i più piccoli a riposare bene.

La bellezza della regolarità

Dormire male o in maniera discontinua può essere sintomo di un problema ma anche semplicemente rivelare uno stato di eccitazione per le conquiste del giorno appena trascorso. I genitori sono “i guardiani del sonno dei loro figli”, secondo un’efficace definizione dello psicoterapeuta inglese Dilys Daws, ed è compito loro accompagnare l’evoluzione del sonno dei bambini. Per questo è necessario, come per altri comportamenti, fornire un confine e una regolarità alle abitudini rispetto al sonno, così che il bambino dia continuità alle sue esperienze sia del giorno come della notte. Ogni sera la sequenza di eventi che sancisce l’arrivo della nanna deve ripetersi uguale.

Un orsacchiotto a guardia del buio

 Addormentarsi è un passaggio fra due diversi stati: la veglia e il sonno. Lasciarsi andare in compagnia di un amico di peluche o di gomma può aiutare ad affrontare il passaggio. I giocattoli che I bambini portano a letto con loro sono oggetti significativi che danno sicurezza nel momento di lasciarsi andare e “perdere il controllo” della situazione.

L’importanza dei rituali

La stessa funzione rassicurativa può essere svolta anche dai rituali che spesso accompagnano il momento di andare a letto: la fiaba, la ninna nanna, ma anche il bicchiere d’acqua, una luce accesa, il bacino della buona notte e le rassicurazioni, a volte ripetitive, che i bambini richiedono.

C’è un mostro sotto il letto

Crescere è un lavoro faticoso e anche i bambini durante il giorno vivono dei conflitti che poi vengono rielaborati inconsciamente durante la notte, attraverso gli incubi. E’ importante che i genitori ascoltino il racconto di un “sogno brutto” aiutando il bambino a sostenere le emozioni che ha provocato, senza banalizzare il contenuto. E’ importante che i bambini non si sentano soli e che l’adulto lo aiuti ad esorcizzare le sue paure attraverso il dialogo e lo scambio. Anche se può essere faticoso è importante trasmettere al bimbo un pensiero felice e sereno, prima di dormire. Così imparerà ad addormentarsi autonomamente, anche senza la presenza di un adulto, non appena capirà che la casa è un posto sicuro e che i mostri dei sogni, nella realtà non esistono.

Allarme rosso

Dormire è un’attività che va appresa come le altre, dal mangiare al camminare. Momenti di crisi sono normali e non vanno drammatizzati. Se, tuttavia, una difficoltà nella sfera dell’addormentamento e del sonno dovesse permanere a lungo nel tempo o assumere dimensioni incontrollabili tanto da ostacolare il sereno svolgersi della vita del bambino e della famiglia, o anche soltanto se i genitori dovessero sentirsi stanchi, confusi e senza risorse, potrà essere utile consultare uno psicologo dell’età evolutiva.

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