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Una è maestra, l’altra scrittrice: la Sindrome di Down non è stato un impedimento

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Esteban Pittaro - Aleteia - pubblicato il 12/10/15
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Due modelli di donna, esempio del fatto che non si deve mai mettere un limite all’apprendimento delle persone DownNoelia Garella ha 29 anni ed è diventata maestra nel 2007. Attualmente lavora nella scuola materna Capullitos di Córdoba Capital. Isabel “Ichu” Bosch Fragueiro ha 27 anni, è scrittrice e di recente ha pubblicato il suo primo libro: La vida de una reina (La vita di una regina). Entrambe hanno la Sindrome di Down.

“Non ci sono pregiudizi nei miei confronti da parte dei genitori. Ho iniziato a lavorare e i genitori erano contenti, e anche i bambini. Diamo loro il latte, il pranzo, la merenda. Ci divertiamo in giardino”, ha raccontato Noelia al quotidiano El Día.
Noelia ha terminato la scuola primaria e secondaria presso la Escuela Santa Infancia, ha studiato per diventare Maestra di Livello Iniziale e ha conseguito un aggiornamento accademico in Danze Folkloristiche.

“Le persone con la Sindrome di Down hanno caratteristiche educative particolari. È molto importante conoscerle e adattare i materiali educativi, gli spazi, le strutture, gli atteggiamenti di docenti e compagni, gli stili di apprendimento, le chiavi motivazionali, la metodologia ecc. a queste caratteristiche. In questo modo faremo sì che queste persone sviluppino tutte le proprie potenzialità cognitive e sociali. Potenzialità che si vedono riflesse in qualsiasi persona, in qualche caso anche come studenti universitari, diventando grandi maestri in altri”, ha spiegato ad Aleteia Fernando Burgos, medico pediatra coordinatore della Clinica Interdisciplinare per i Bambini con la Sindrome di Down dell’Hospital Universitario Austral.

“Non si deve mai porre un limite all’apprendimento per queste persone. L’apprendimento dipende anche dal nostro sguardo di integrazione e dal fatto di dar loro tutte le opportunità perché possano raggiungere i propri obiettivi. Dobbiamo puntare sempre a offrire la miglior qualità di vita possibile a questi bambini, pensando a una vita adulta di felicità e di realizzazione in tutti gli aspetti della vita”, ha aggiunto.

Ichu ha spiegato di non essere solo una scrittrice. “Sono una delle migliori perché ho la Sindrome di Down”, ha detto con orgoglio. Ne La vida de una reina, reflexiones de una persona con síndrome de Down, Ichu scrive una sorta di autobiografia a mo’ di saggio, con riflessioni che vanno al di là della sua vita, parlando della vita in famiglia e del rapporto con Dio.

“Sono bella, sono una dea, sono unica, sono carina, sono importante, sono graziosa, sono divertente, sono un dono di Dio. Ho la Sindrome di Down”, scrive Ichu, che dal martedì al giovedì lavora al mattino nella Caritas della sua parrocchia.

Solo per fare un esempio da meditare nell’Anno della Misericordia, Ichu scrive: “Ringrazio Dio per il fatto di avere sempre vicino la confessione”.

Noelia e Ichu sono due ragazze argentine. Hanno la Sindrome de Down, ma questo non le ha fermate minimamente al momento di realizzare i propri sogni.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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