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E’ Maria il ponte tra cristiani e Islam

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 31/12/15
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Piretto (arc. Smirne): “A Efeso, dove Maria fu proclamata Madre di Dio, la sua presenza attira migliaia di pellegrini cristiani e musulmani”L’ha detto anche il giorno della sua consacrazione episcopale il 19 dicembre scorso: “Maria presente e viva nella sua casa di Efeso attira ancora oggi migliaia di pellegrini, cristiani e musulmani. E’ lei la speranza di un futuro di riconciliazione e di pace”. Monsignor Lorenzo Piretto è il nuovo arcivescovo di Smirne in Turchia, diocesi nel cui territorio è compresa Efeso, il luogo dove la tradizione vuole che la madre di Gesù abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita. Secondo la tradizione l’apostolo Giovanni, obbedendo alla consegna di Gesù sulla croce, ha portato con sé a Efeso la Vergine Maria che proprio qui, nel Concilio del 431, è stata dichiarata “Theotokos”, Madre di Dio, la solennità celebrata il 1° gennaio. Per cristiani e musulmani la casa di Efeso è il luogo ove è avvenuta la “dormizione di Maria Santissima” e la sua conseguente Assunzione al Cielo. “Ho sempre considerato Maria, la madre di Gesù – afferma nell’intervista ad Aleteia mons. Piretto – un punto di riferimento fondamentale per il dialogo islamo-cristiano”.

Piretto, domenicano, è in Turchia da trent’anni, trascorsi soprattutto a Istanbul dove è stato vicario generale della diocesi, ha insegnato all’università e alla facoltà di teologia islamica e si è occupato della piccola comunità parrocchiale di san Pietro e san Paolo, punto di riferimento della presenza domenicana nel Paese. In questa chiesa non poteva mancare una raffigurazione – cara ai domenicani – della Madonna del Rosario che tiene Gesù Bambino in braccio.

“Com’è dolce!”, racconta monsignor Piretto a proposito dei commenti delle donne musulmane che si raccolgono davanti alla statua policroma di scuola genovese della fine del ‘600 custodita in una nicchia. “I turchi – prosegue – chiamano la Madonna ‘Meryem ana’, ‘Maria mamma”. Il Corano parla di Maria definendola la ‘tutta santa’ che ha ricevuto Gesù da Dio, rimanendo vergine”.

In un altro brano del Corano si descrivono le mormorazioni della gente riguardo a Maria rimasta incinta senza essere sposa e del neonato Gesù, considerato un profeta per l’Islam, che parla in difesa della madre. “Maria quindi – spiega l’arcivescovo di Smirne – può essere determinante per la compresione reciproca e me ne ricordo nei momenti di difficoltà del dialogo con i musulmani”.

Legate alla figura di Maria esistono delle coincidenze che forse potranno svelare un significato in futuro. “Maria – sottolinea Piretto – è apparsa nel 1858 a Lourdes, un nome che viene da una parola araba che significa ‘rosa’ e la Madonna è apparsa a Bernadette con due rose ai piedi”. E la Vergine, ancora, è apparsa nel 1917 a Fatima, uno sperduto villaggio del Portogallo fondato da arabi musulmani che l’avevano chiamato con il nome della figlia prediletta di Maometto, Fatma. “Perchè è apparsa proprio a Fatima? Il suo significato si svelerà. Attraverso Maria – sostiene Piretto – si può vedere che siamo tutti fratelli e siamo chiamati ad amare Dio come padre di tutti”.

La Chiesa di Smirne è l’unica delle sette Chiese destinatarie delle lettere con cui si apre il libro dell’Apocalisse, tutte nella penisola anatolica, in cui sia rimasta attiva una seppur piccola comunità cattolica. Una responsabilità importante per il nuovo arcivescovo, chiamato ad essere pastore in un Paese dove i cristiani delle diverse confessioni (armeni, siriaci, ortodossi, caldei, protestanti) rappresentano lo 0,15% di una popolazione di quasi 75 milioni di abitanti.

Non è facile essere una minoranza – concorda mons. Piretto – ma può essere uno stimolo a una consapevolezza più viva della propria fede, della fedeltà al Vangelo e a Gesù. Non importa ‘fare’ grandi cose ma ‘essere’ lievito. ‘Vi riconosceranno’, ha detto Gesù, ‘ se vi amerete tra di voi’. Dobbiamo evitare il rischio della chiusura e vivere come fratelli in mezzo a tutti, diventando artigiani di riconciliazione e di pace. E bisogna iniziare dalla stima e dalla conoscenza reciproca. In questo Maria e la valorizzazione del santuario di Efeso, punto d’incontro di cristiani e musulmani, potranno essere di grande aiuto”.

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