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I rifugiati in chiesa

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 02/01/16
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Le storie e i volti dei protetti e salvati dai Gesuiti nel mondo in una mostra a Roma

E’ stato uno dei temi in primo piano nel 2015 e sicuramente lo sarà nel 2016: l’arrivo dei migranti in Europa, in cerca di migliori condizioni economiche o in fuga dalla guerra. Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) nel 2015 oltre un milione di persone è arrivato nel Vecchio continente, quattro volte il numero registrato nel 2014. E secondo l’Unhcr, l’organizzazione dell’Onu per i rifugiati, nel 2016 i numeri delle migrazioni saranno simili a quelli nel 2015.

Sono i conflitti, nella maggior parte dei casi, il motore delle migrazioni. Del milione di persone arrivate in Europa quest’anno, circa la metà – 455 mila – sono siriani in fuga dalla guerra civile nel proprio Paese. Seguono afghani, iracheni e eritrei.

In un comunicato congiunto Oim e Unhcr hanno sottolineato che il numero di persone costrette alla fuga da guerre e conflitti nel 2015 è “il più alto registrato in Europa occidentale e centrale dal 1990, quando diversi conflitti divamparono nella ex Jugoslavia“.

Per ricordare tutte le situazioni di guerre e persecuzioni che mettono in fuga ogni giorno migliaia di persone, il Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei gesuiti per i rifugiati (JRS), ha allestito a Roma, nella Chiesa di S. Andrea al Quirinale (via del Quirinale, 29) la mostra fotografica “Rifugiati: un incontro che apre alla solidarietà”. La mostra, aperta per tutta la durata dell’anno giubilare, è composta da fotografie di rifugiati scattate nei campi profughi gestiti dal JRS in Congo e Siria accompagnate da testi, con testimonianze dirette, sia in italiano che in inglese. “Far conoscere i volti e le storie dei rifugiati in occasione del Giubileo della Misericordia – affermano gli organizzatori – vuole dire andare oltre le mere statistiche e dare un volto a i rifugiati“.

In molti, troppi, continuano a morire. Sono 3695 i migranti che sono affogati o risultano dispersi. Il 22 dicembre c’è stato un nuovo naufragio nell’Egeo, la rotta battuta dai circa 800 mila migranti che dalla Turchia sono arrivati in Grecia: sono morte 11 persone, tra le quali 3 bambini.

L’approccio dell’Unione europea rispetto alla crisi dei rifugiati, ha scritto il Centro Astalli dopo questa ennesima tragedia, “continua a perdere di vista il problema principale: come assicurare protezione effettiva a chi fugge da crisi umanitarie senza precedenti per gravità e durata“. Si continuano a investire risorse su “misure di contrasto di dubbia efficacia” che rischiano di ridurre l’accessibilità del diritto d’asilo: “controlli, divieti, muri, hot spot, respingimenti alle frontiere, non possono essere la soluzione al complesso fenomeno delle migrazioni”.

Occorre dare priorità alla “creazione di canali di accesso sicuri per chi ha bisogno di protezione“, anteponendo la protezione delle persone a quella delle frontiere. “Il sistema comune d’asilo europeo – afferma p. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli – è chiamato a fare un vero salto di qualità, per interpretare più pienamente il suo mandato. E’ una sfida che dovrebbe vederci uniti e solidali, con il primo obiettivo urgente di fermare la strage di innocenti che si consuma quotidianamente nel Mediterraneo“.

Riuscirà l’Europa a cambiare pagina sul tema delle migrazioni nel 2016?

La mostra della chiesa di S. Andrea al Quirinale è visitabile tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 con ingresso libero.

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