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Divorziati con una nuova unione e allo stesso tempo cattolici

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Schoenstatt.org - pubblicato il 15/06/16
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Curando le ferite e costruendo solidamente le basi di una famiglia nuova e definitiva I divorziati in una nuova unione devono sentire l’amore della Chiesa. “Non basta che sappiano che la Chiesa li ama, devono sentirlo”. È la convinzione di un’iniziativa di accompagnamento alle persone cattoliche che vivono in una situazione “irregolare” a causa della rottura dei loro vincoli matrimoniali.

Si chiama “Pastorale della speranza” e da quando è nata, 10 anni fa in Argentina, si è estesa a vari Paesi, come Paraguay, Cile e Spagna, all’interno del movimento cattolico di Schoenstatt.

“La Chiesa non può restare indifferente a queste situazioni dolorose”, e come il buon pastore deve cercare “la pecora smarrita”, afferma una delle coppie animatrici sulla web schoenstatt.org.

E questo “senza stabilire differenze tra chi continua ad essere fedele al proprio impegno matrimoniale e chi ha spezzato questo vincolo e ha anche intrapreso una nuova relazione”.

I divorziati che hanno un nuovo partner, si ricorda, continuano ad essere membri della Chiesa, perché “hanno ricevuto il Battesimo e conservano la fede”.

Attraverso varie attività, coppie in diverse situazioni si sostengono per percorrere “con fiducia e allegria l’iter di conversione (progressiva per eccellenza), di guarigione e di crescita nella fede e nella vita cristiana, di coppia e di famiglia, in base a ogni situazione particolare”.

I divorziati che convivono con un’altra persona, sostengono gli organizzatori, devono sentirsi “parte importante della Chiesa”, con diritti e doveri, e bisogna cercare di “integrarli e riabilitarli nel servizio a Dio e al prossimo”.

Le coppie che animano questa pastorale, tra cui anche divorziati in una nuova unione, affermano che l’iniziativa “è inclusiva e non cerca una soluzione sacramentale, ma evangelizzatrice”.

Convinti che si apriranno “cammini inediti di crescita spirituale”, concludono, “vogliamo accompagnarli con amore e speranza a curare le ferite di una separazione e ad assumere la sfida di costruire solidamente le basi di una famiglia nuova e definitiva”.

 

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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