Questo edificio storico, facilmente raggiungibile da Cracovia, dove si svolge la GMG, offre un forte incontro spirituale con la vita del papa polacco Centinaia di migliaia di giovani e fedeli, pellegrini provenienti da tutto il mondo, stanno partecipando alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia (Polonia). Le cerimonie di apertura hanno incluso la Messa con l’arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanisław Dziwisz, e un discorso di papa Francesco, che ha ribadito il suo appello alla “compassione” e alla “generosità” nei confronti dei rifugiati.
La Giornata Mondiale della Gioventù è, secondo il sito web dell’evento, “un incontro mondiale con il papa” e “un modo unico per approfondire la vostra fede e avvicinarvi a Cristo insieme a migliaia di altri giovani che condividono i vostri interessi e le vostre ambizioni”.
La Giornata Mondiale della Gioventù è stata lanciata da papa Giovanni Paolo II nel 1985, e quella di quest’anno si svolge nella sua patria (i visitatori arrivano all’aeroporto che porta il suo nome!)
Durante il loro soggiorno in Polonia, molti pellegrini stanno programmando un’altra visita spirituale, molto dolce e personale: la casa d’infanzia di Giovanni Paolo II, ad appena 53 chilometri a sudest da Cracovia, nella città di Wadowice.
La città descritta come “una volta sonnolenta” è oggi invasa dai turisti essendo il luogo di nascita di un papa e un santo, e ogni negozio venda il dolce preferito dal defunto pontefice, la kremówka, che prima si trovava solo in un negozio specifico.
La casa-museo dell’infanzia pre-II Guerra Mondiale di Giovanni Paolo II sorprende per bellezza e imponenza. L’edificio è elegante e si presenta come un piccolo palazzo, con stucco color pesca e crema, alte finestre, tetto con tegole e un balcone al secondo piano dal quale si immagina il giovane Karol Józef Wojtyła che guarda fuori contemplando la vita. La casa si trova a pochi passi dalla piazza cittadina e ha anche un cortile interno.
Ovviamente conta ben più che per la sua bellezza esteriore. Il museo offre uno sguardo sugli anni dolorosi dell’infanzia del papa (la madre, il padre e due fratelli morirono prima che lui compisse 20 anni), sulla sua esperienza vivendo nella Polonia occupata dai nazisti e su come questi eventi lo abbiano fatto diventare il grande uomo di Dio che tutti abbiamo conosciuto.
E ovviamente bisogna dire qualcosa sul fatto di trovarsi nella casa di uno degli eroi del nostro tempo – in particolare un eroe della fede e una persona che ha influenzato il corso della storia. La casa diventa quindi qualcosa di più sacro di un edificio, mentre ci si trova nella stessa stanza in cui una volta ha dormito il santo, si cammina nelle camere in cui ha corso da ragazzo e si scoprono gli angoli in cui il bambino di otto anni che aveva appena perso la mamma può aver pianto e pregato.
Visitare questa casa è ricordare l’opera che Dio può compiere nella vita di tutti noi, il modo in cui i tempi duri possono essere trasformati e le difficoltà usate per cambiare il mondo. Come è accaduto nella vita di papa San Giovanni Paolo II.
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Caryn Rivadeneira è autrice di cinque libri e scrive su Her.meneutics e ThinkChristian. Vive fuori Chicago con il marito, tre figli e un pitbull dal naso rosa. Il suo sito è carynrivadeneira.com.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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