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I benefici di avere un figlio ostinato

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Michael Rennier - For Her - pubblicato il 19/09/16
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Gli aspetti caratteriali che sembrano essere dei difetti possono essere gli strumenti con cui realizzare cose grandi nel futuro

Edie, la nostra bimba di un anno, è testarda come un mulo. È l’ultima di cinque figli e, finora, la più piccola fisicamente. Ma in qualche modo ha incentrato su di sé tutte le energie della nostra famiglia. Genitori, fratelli, sorelle… tutti finiscono per prendersi cura di lei ogni giorno, anche se questo dovesse implicare soddisfare le sue richieste e farle il bagnetto cinque volte al giorno. Ma non impostiamo le nostre vite in base a lei soltanto perché siamo una famiglia gentile; ci pieghiamo alla sua volontà perché ci obbliga a farlo, con la sua combinazione letale di assoluta tenerezza e inesorabile testardaggine.

Se lei vuole che qualcuno le legga il libricino sulla paperella, qualcuno le leggerà il libricino sulla paperella. E gli piacerà farlo. E riprodurrà il verso della papera con sufficiente entusiasmo. Ammettiamolo, da genitori ci sono momenti in cui non abbiamo proprio nessuna voglia di leggere un libro ai bambini. A Edie non importa, e ha la pazienza di chiedermi di leggerle una storia fino a quando non cedo e apro il libro che vuole lei. Per uscire da questa situazione ho provato di tutto: ad ignorarla sperando che si faccia distrarre da un altro giocattolo, a dirle che le leggerò il libro tra un minuto sperando che se ne dimentichi, a leggerle la storia che vuole ma saltando qualche pagina qui e lì, o persino a suggerirle di leggere un libro che non sia quello con la papera, visto che l’abbiamo letto appena 100 volte di fila.


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L’errore più grande fu quando le dissi “no”. Ne avevo abbastanza, e non avrei letto quel libro per nessun motivo, a prescindere da quante volte me l’avrebbe chiesto. Fu allora che sfoggiò una faccia imbronciata, incrociò le braccia con vigore e mi fissò dritta negli occhi con uno sguardo truce. Era la cosa più dolce al mondo. Mi pentii immediatamente e le lessi il libro sulla paperella.

Crescendo, Edie ha iniziato a mostrare una testardaggine sorprendente in merito a molte questioni. Immagino che ogni genitore abbia delle storie da raccontare sul proprio figlio (Dio aiuti chi ne ha più di uno!) che, giovane e caparbio, difende le proprie opinioni con un enfasi tale da far impallidire il più cocciuto dei muli. Potrebbe trattarsi di sciocchezze, come in quale direzione camminare o quale maglietta indossare oggi; cose futili per le quali non vale la pena essere inflessibili, che però nella sua prospettiva sono cose estremamente importanti.

A volte ci rigira come vuole lei, ma non la lasciamo vincere su tutto. In fondo il 99% delle sue migliori idee hanno a che fare con l’arrampicarsi su qualcosa di instabile, picchiare degli umani che non hanno alcuna intenzione di lasciarsi picchiare, mangiare cose che cibo non sono e colorare ovunque fuorché sulla carta. Per la sua sicurezza, non le lasciamo vincere queste pretese. Ma è così accanita che la lasciamo vincere su altre cose minori. Edie non pensa di essere testarda, pensa semplicemente di aver ragione. È una vera saputella.

Cosa deve fare un genitore con una figlia testarda? È un difetto caratteriale che va disciplinato, o di cui bisogna discutere con lei? Dovremmo cercare di renderla meno ostinata e insegnarle la lezione?

La testardaggine, al suo estremo, può essere un tratto negativo della personalità. Può essere un sintomo di chiusura mentale o di egotismo. Sicuramente è qualcosa da tenere d’occhio. Ma non voglio rimuovere totalmente l’approccio caparbio di Edie, o degli altri figli. Certo, potrei stressarli al punto da renderli delle creature perfette e docili che fanno ogni cosa che dico loro, ma lo farebbero soltanto per paura di essere puniti. Non voglio reprimere la loro personalità con la forza.


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La cosa migliore è comprendere il lato positivo della loro ostinatezza e nutrirlo. Ogni vizio ha sempre un altro lato della medaglia, una virtù positiva con la quale è possibile trasformare i propri difetti in punti di forza. La testardaggine, ad esempio, se usata con moderazione e nelle giuste circostanze, potrebbe diventare determinazione, fiducia in se stessi, forte identità.

Ci sono dei momenti nella vita in cui è un bene essere un po’ testardi: quando siamo impantanati in un’amicizia complicata, lottiamo contro una grave malattia, prendiamo posizione per una causa impopolare in cui crediamo, siamo onesti con la nostra coscienza, siamo dei buoni leader, restiamo ancorati alla verità nonostante la pressione della gente, quando siamo determinati a raggiungere un obiettivo e a realizzare un nostro sogno, senza arrenderci mai.

In questo momento mia figlia potrebbe incanalare l’energia della sua testardaggine per fare quanti più bagnetti possibili al giorno e far finta di essere una paperella ma, con pazienza e gentilezza, ci aspettiamo che nel futuro la sua ostinatezza maturi, che da difetto diventi punto di forza, che lei possa lasciare il segno in questo mondo attraverso la sua pura determinazione. E noi, qualsiasi sia il nostro sogno, non possiamo che imparare da tutto ciò.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]
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