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Uomini e donne: 7 cose in cui grazie a Dio non siamo uguali

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Catholic Link - pubblicato il 04/10/16
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Di Silvana Ramos

Qualche anno fa ho visto questo video e mi è sembrato molto divertente e ovviamente molto reale. Al giorno d’oggi sembra che non sia più così semplice. Ci hanno un po’ confusi con questa storia dell’uomo/donna, maschile/femminile, se siamo uguali o no, se la differenza esiste davvero o è un semplice costrutto sociale, come vari hanno iniziato ad affermare.

Se ci mettessimo a paragonare due immagini, due nudi, di un uomo e una donna e cercassimo similitudini e differenze, non ci vorrebbero più di 5 minuti per giungere alla conclusione che siamo simili perché siamo esseri umani e abbiamo una struttura corporea simile (occhi, bocca, orecchie, polmoni, cuore…) Basta guardare, però, per verificare grandi differenze: le più evidenti come i genitali, il seno, i fianchi, e poi quelle non così evidenti come il volto delicato della donna e i tratti più decisi dell’uomo.
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E così, con un piccolo esercizio rapido e semplice, siamo potuti arrivare alla conclusione (quasi evidente) per cui la fisionomia di un uomo non è uguale a quella della donna, e potremmo affermare a priori che uomini e donne non sono uguali. In questo modo mandiamo all’aria qualsiasi teoria che ci dica il contrario. Sembra però che non sia così semplice. Sentiamo dire che siamo uguali o anche che possiamo decidere la nostra sessualità.

Di fronte a teorie così opposte, già da vari anni gli studi sull’identità dell’uomo e della donna stanno acquisendo sempre più importanza. Ripercorriamo alcune delle conclusioni fondamentali di questi studi.

1. Il corpo dell’uomo è diverso da quello della donna fin dal ventre materno

Al di là dei cromosomi XX e XY, si è scoperto che c’è un gene specifico e diretto responsabile delle caratteristiche maschili, il gene SRY. Citando José Ma. Mora Montes, neurologo e psichiatra, “dopo la nascita e durante lo sviluppo, molti di questi geni si mostrano sensibili a esperienze esterne, dieta, situazione sociale e cultura. Il processo di mascolinizzazione nella sua totalità psicofisica non è semplice, perché intervengono molti geni, ormoni, educazione, fattori ambientali, e in ultima istanza e come gene principale da cui parte tutto il processo il gene SRY”.

2. I cervelli sono diversi

I nostri cervelli sono fisicamente diversi. Cito il neurologo Hugo Liaño:
“Il cervello maschile è più lateralizzato di quello femminile, ha più definito l’emisfero sinistro per il linguaggio e la preferenza manuale, e l’emisfero destro per il processamento visivo-spaziale. Per questo in lui la parte posteriore della scissura di Silvio o area parieto-temporale posteriore è maggiore nel lato sinistro che nel destro e ha l’istmo del corpo calloso più esile rispetto a quello della donna, per via di un insieme inferiore di fibre che collegano le aree cerebrali citate. Il cervello femminile è più simmetrico, i suoi due emisferi sono più collegati e meno specializzati nel verbale uno e nel visivo-spaziale l’altro. Per questo ha meno sviluppata la parte posteriore della scissura di Silvio e l’istmo del corpo calloso è più consistente (…) Il linguaggio nel cervello maschile scarseggia di sfumature e complementi apportati dall’altro emisfero cerebrale, ma l’emisfero destro è più specializzato nei compiti visivo-spaziali e il sinistro in quelli verbali. Nelle donne si verifica la deduzione ormai antica di Lansdell secondo cui i loro emisferi cerebrali si dedicano in modo meno specifico ai due compiti, quello verbale e quello non verbale. In poche parole, i nostri cervelli sono diversi”.

3. I giochi, innati, senza alcuna influenza esterna, sono diversi nei bambini e nelle bambine

Personalmente, ho fatto un esperimento con i miei due figli. Non mi è mai piaciuto il rosa (credevo che fosse una cosa forzata, anche se in realtà ho iniziato a pensarlo nell’adolescenza perché da bambina lo adoravo). Mi sono sforzata di far sì che mia figlia non avesse niente di rosa e ho giurato che non le avrei mai comprato una Barbie. Al mio secondo figlio, poverino, non ho comprato giochi “da maschietto” quando è nato, e ho tenuto tutti quelli che gli avevano regalato per quando fosse cresciuto. Hanno un anno di differenza, e per mia sorpresa mia figlia ha sempre preferito giocare con le sue bambole. Quando vedeva cose rosa al parco voleva portarsele a casa, mentre mio figlio che non aveva giochi da maschio ha letteralmente distrutto le due carrozzine della sorella e si è impossessato di tutto ciò che aveva ruote. Questa caratteristica sulle inclinazioni maschili e femminili è innata. È stata verificata con esseri umani, ratti, scimmie, e il risultato finora è stato lo stesso (come mostra lo studio realizzato da Gerianne Alexander, dell’Università del Texas, insieme a Melissa Hines, dell’Università di Londra, nel 2003). Sembrerebbe allora che arriviamo progettati per agire in modo diverso, e questo modo di operare ha a che vedere con le capacità naturali che hanno il corpo dell’uomo e quello della donna.

4. Le donne si identificano di più con il loro corpo

Sì, c’è un motivo per cui ci concentriamo maggiormente sul nostro aspetto personale. Non è un caso, né è solo il prodotto di mode e marche. Il corpo della donna è progettato per ricevere e accogliere. Per natura è più debole e meno atletico (ha più grasso) di quello di un uomo. Potremmo anche dire che è un po’ più privo di protezione. La preoccupazione della donna per il corpo e l’immagine sembra abbia a che vedere con questo. “La donna deve riversarsi di più sulla sua corporeità per proteggerla che l’uomo sulla sua”, e questo indica che “il corpo della donna è, per così dire, più unito alla sua persona che quello dell’uomo alla sua. Per questo la donna tende a giudicare le realtà sensibili più in relazione al suo corpo rispetto all’uomo” [1]. Noi donne siamo intuitive, più concentrate sulla conoscenza personale, per cui siamo più empatiche. Questo ha anche il suo lato oscuro, perché possiamo essere più crudeli.

Il corpo dell’uomo è più forte, più capace di compiere sforzi fisici, lavori duri. Visto che il suo corpo è forte, all’uomo non importa molto del suo aspetto. Sembra sia stato progettato per la lotta, per costruire, negoziare, andare in difesa (quasi con l’attacco). È più teorico, più obiettivo, più scientifico, costruttore, specializzato, ecc. È come se l’uomo conoscesse più le cose e la donna più le persone.

Ciò non vuol dire che le caratetristiche del sesso maschile non siano presenti nelle donne e viceversa. Vuol dire che si presentano con maggiore enfasi.

5. I modi di comunicare sono diversi

La donna parla rapidamente, molto e di temi diversi allo stesso tempo. L’uomo non ha bisogno di parlare tanto, è pratico, trova soddisfazione nel silenzio e affronta un tema alla volta. È dimostrato che la donna utilizza i neuroni di entrambi gli emisferi in attività come parlare e leggere. Ciò le permette di percepire maggiori sottigliezze all’interno della comunicazione diretta con altri. Le donne “leggono”, oltre al messaggio letterale, gesti, toni di voce, atteggiamenti, ecc. La loro interpretazione, quindi, abbraccia sia il messaggio che il contorno. Visto che entrambi gli emisferi sono in costante interrelazione, la velocità con cui parlano si vede influenzata, ed è superiore nelle donne, che parlano molto più rapidamente.

6. I movimenti del corpo sono diversi!

Le donne sono più delicate e dolci, gli uomini più rudi e saldi. Il corpo maschile è più adatto a compiere movimenti che implicano fermezza e forza, e il suo tono muscolare per natura è maggiore di quello della donna, soprattutto a causa del testosterone. Questo ormone è il responsabile non solo della consistenza del tono muscolare, ma anche di una serie di caratteristiche che includono l’inibizione dell’ossitocina, ormone dell’attaccamento e della delicatezza.

7. Il modo di conquistare e di innamorarsi e l’affettività funzionano in modo diverso

L’uomo è conquistatore, diretto, va al sodo, è visivo, la prima impressione gli entra attraverso gli occhi. Ha la capacità di poter scollegare (momentaneamente) l’aspetto sessuale da quello affettivo. Valuta a partire dallo sforzo e dal lavoro. Le donne, invece, hanno bisogno di tempo, conoscenza, tenerezza, pazienza, parole, di sentirsi ammirate e valorizzate per quello che sono. Una donna si concentrerà molto più sulle azioni che sul concetto di “bellezza” che ha l’uomo. La castità e l’astinenza nella condizione di single hanno un proposito biologico e scientifico. Quando i rapporti sessuali arrivano prima del vero affetto e dello sviluppo dell’amore rendono quasi ciechi. Ormoni come l’ossitocina influiscono sulla nostra attività cerebrale e non ci permettono di vedere la persona in modo obiettivo. Visto che la donna è più collegata al suo corpo, le rotture diventano molto complicate e le tracce che lasciano sono molto profonde. Quando una donna ha relazioni casuali, il suo cuore si indurisce, si amareggia, e lei inizia a scollegarsi da se stessa, mentre negli uomini stare (sessualmente) con varie ragazze li rende immuni a questo ormone e incapaci di impegnarsi in relazioni durature.

È vero che condividiamo un’omogeneità somatica. Ciò vuol dire che i nostri corpi funzionano in modo quasi uguale: tutti abbiamo cuore, polmoni, ecc. Per questo esistono la medicina e le varie specializzazioni, ma SIAMO DIVERSI! Siamo esseri umani, sì, condividiamo una stessa natura, ma questa si esprime in due modalità diverse: uomo e donna.

C’è qualcosa di cui quasi nessuno parla: la pienezza dell’essere umano non la realizza la donna da sola o l’uomo da solo, ma l’unione dei due. Ciò significa che se ci mettiamo nella posizione antagonista di dire che le donne sono uguali o migliori degli uomini o che non abbiamo bisogno di loro o, peggio ancora, che il fatto di nascere uomo o donna non significa nulla, stiamo perdendo l’umanità e tutte le sue capacità!

Siamo complementari, ma questa complementarietà non si riduce solo all’aiuto reciproco, perché l’umano non esiste senza il femminile o il maschile. Perché esista c’è bisogno di entrambi.

Di quale uguaglianza stiamo parlando, allora? Sicuramente dell’uguaglianza a livello di capacità, opportunità lavorative, sociali, politiche, ecc., ma anche lì non è tanto semplice, perché tutte queste uguaglianze che si reclamano dovrebbero comportare il rispetto e la considerazione delle differenze reali tra uomo e donna. Ad esempio, non avrei abbandonato l’ingegneria se ci fossero asili nelle imprese in cui lavoravo, o se il congedo per maternità durasse almeno 6 mesi. Personalmente, per me è stato molto difficile lasciare i miei figli di tre mesi per tornare al lavoro e ascoltare le loro prime parole e vedere i loro primi passi attraverso uno Smartphone. Sono queste le uguaglianze che si devono reclamare.

Il mondo ha bisogno sia degli uomini che delle donne. Non siamo antagonisti, ma complementari in molti aspetti.

La mascolinità ha a che vedere con il corpo e la mente dell’uomo, e la femminilità ha a che vedere con il corpo e la mente della donna. Siamo così diversi e le nostre differenze sono così radicate nel nostro essere donna ed essere uomo che anche i rapporti omosessuali sono diversi tra gli uomini omosessuali e le donne omosessuali. Hanno dinamiche diverse perché gli uomini sono diversi dalle donne.

Ridurre la sessualità alla semplice genitalità, all’atto sessuale, all’attrazione sessuale, è limitare la persona umana, lasciarla ferita e ridurla a un semplice uso, come quello che si fa delle cose. È perderci la sua umanità.

Per concludere, vorrei lasciare queste domande:
• In quali aspetti che non abbiamo affrontato in questa sede credete che uomini e donne siano complementari?
• Quali caratteristiche dell’uomo mi sono complementari come donna, e viceversa quali caratteristiche della donna mi sono complementari come uomo, ovvero mi rendono più umano?

 

[1] SELLES, J. (2006), Antropología para inconformes, Navarra, Rialp, pp. 325

______

Silvana Ramos ha 38 anni, è ingegnere e per molti anni ha lavorato in un’impresa di innovazione. Cinque anni fa è diventata madre per la prima volta, e tre anni fa ha abbandonato l’ingegneria per dedicarsi ai suoi figli. Oggi ne ha tre. Il matrimonio e la famiglia sono diventati la sua vera vocazione.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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