Un nuovo ente indipendente avrà il compito di `additare e far vergognare´ (`name and shame´) le entità della Chiesa cattolica in Australia che non aderiranno ai nuovi standard nazionali adottati dalla chiesa stessa per proteggere i minori e gli adulti vulnerabili. L’ente Catholic Professional Standards Ltd (CPS) avrà compiti di controllo sulla Chiesa cattolica australiana, ha annunciato oggi il vice presidente della Conferenza episcopale australiana, l’arcivescovo di Brisbane Mark Coleridge.
L’annuncio mira a ristabilire la fiducia distrutta dalla cattiva risposta da parte della Chiesa verso i numerosissimi abusi sessuali di minori da parte del clero commessi negli ultimi decenni ed è una dimostrazione della volontà di agire concretamene, in anticipazione di ulteriori dure critiche da parte della Commissione d’inchiesta che da più di tre anni indaga sulle risposte istituzionali agli abusi sessuali sui minori, e che terrà le udienze finali sulla Chiesa cattolica in febbraio.
«Fra le tante mancanze della Chiesa vi è stata l’assenza di un intero sistema di responsabilità e di standard nazionali chiari, coerenti e comprensivi. Il nuovo ente rappresenta la risposta ponderata a una crisi che è stata straziante per tante persone», ha detto il vescovo. «Abbiamo imparato moltissime cose durante il doloroso percorso della commissione d’inchiesta e adesso siamo pronti a prendere l’iniziativa», ha aggiunto
La CPS definirà gli standard professionali, eserciterà controllo e riferirà sull’aderenza agli standard stessi. Non avrà il potere di costringere le autorità della Chiesa a cambiare la maniera in cui operano o di punire chi manca di rispettare i nuovi standard, ma il vescovo Coleridge assicura che la pubblica denuncia di mancanze avrà l’effetto di `additare e far vergognare´, «che è di per sé una cosa piuttosto potente». I compiti del nuovo ente tuttavia non includono la gestione delle denunce di abusi.