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Mamma a 12 anni, papà a 13: aborto? Manco per sogno!

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - published on 24/11/16
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La storia di due giovanissimi baresi. Ma ora sorgono ostacoli burocratici (e psicologici)Da un lato la scelta di non abortire, una volta scoperta la gravidanza. Dall’altro le conseguenze, anche queste complicate, anche sul piano giuridico, oltre l’aspetto di una vita completamente stravolta (Gazzetta del Mezzogiorno, 22 novembre).

Dodici anni la madre, tredici il padre. Genitori bambini che ora hanno un figlio da accudire e crescere anche se per la legge italiana non possono riconoscerlo legalmente perché non hanno ancora 16 anni. La vicenda arriva dalla provincia di Bari (Famiglia Cristiana, 22 novembre).

SOSTENUTI DA FAMIGLIE E GINECOLOGO

Qui nove mesi fa, come spiega La Gazzetta del Mezzogiorno, la baby mamma scopre di essere incinta. Il bimbo, un maschietto di tre chili, è nato venerdì 18 novembre con parto cesareo in una clinica privata del capoluogo pugliese. I due baby genitori frequentano ancora la scuola media e non avrebbero mai pensato all’aborto, sostenuti in questo dalle rispettive famiglie cattoliche e dal ginecologo. Famiglie di impiegati, non avrebbero particolari problemi economici e sono, sostiene chi li conosce, molto protettivi con quei figli divenuti genitori in un’età innaturale.

IL PROBLEMA DELL’AFFIDO

Ora però si apre un altro capitolo. La Procura per i Minorenni, dal canto suo, aprirà un fascicolo per abbandono di minore, presupposto per la dichiarazione di adottabilità. Non potendo i genitori naturali né riconoscere né accudire e far crescere il neonato, sarà necessario individuare nella ristretta cerchia dei parenti della coppia, chi si dichiari disponibile ad averne l’affido.

BISOGNO SESSUALE E AMORE

Alla Gazzetta il presidente del Tribunale per i minori Riccardo Greco ha spiegato che compito dei magistrati è quello di «garantire l’affettività e la protezione di cui necessita il minore». Poi ha aggiunto: «Nella mia esperienza non è mai capitato un caso simile con una mamma così giovane, ma, soprattutto, con un padre così piccolo. Credo che la coscienza e la valutazione dei rapporti sessuali sia stata alterata dal bombardamento soprattutto su Internet, ma non solo, di immagini e messaggi pornografici. Il bisogno sessuale viene estremizzato, scisso dall’amore».

EDUCAZIONE ALLA SESSUALITA’

«C’è un rapporto tra i preadolescenti e la sessualità drammaticamente sempre più precoce, orientato dall’assenza totale degli adulti rispetto a percorsi seri di educazione alla sessualità, a partire dal mondo della scuola ma anche delle famiglie», fa eco la Garante per i Minori della Regione Puglia, Rosi Paparella, commentando la vicenda di due giovanissimi genitori baresi (BariToday, 22 novembre).

LA DIFFUSIONE DEL PORNO

Paparella invita a riflettere sul tema della  «genitorialità così precoce che è sconvolgente nella vita di un minorenne, senza contare gli esiti sui figli». Per la Garante, «anche l’accesso libero a materiale pornografico modella i comportamenti schiacciando l’infanzia, spingendo a comportamenti del tutto inadeguati».

Intanto i baby genitori hanno deciso di trasferirsi, lasciano il paese in cui abitavano.

LA BABY-MAMMA DI TREVISO

La storia barese ha dei precedenti, almeno nella ferrea rinuncia a non ricorrere all’aborto.  L’ultimo caso che ha fatto scalpore, nel giugno scorso, era accaduto a Treviso con una ragazzina di 12 anni rimasta incinta. Il padre ne aveva 17 e frequentava le Superiori. Anche in quel caso la dodicenne non aveva mai pensato a interrompere la gravidanza (nostrofiglio.it, 13 giugno).

DETERMINATA A NON ABORTIRE

E qualche mese prima (marzo) nei pressi di Castelfranco Veneto si era verificato un caso identico, almeno nell’età, a quello di Bari. La ragazzina con il pancione aveva deciso di portare avanti la gravidanza con convinzione, affiancata dalla famiglia, ma prima di tutto guidata da una forte determinazione personale. Non se l’è sentita di mettere fine a quella nuova vita. Ha nascosto le rotondità e poi si è assentata per qualche giorno da scuola, senza motivare il perché. «Questa baby mamma non ha considerato la gravidanza solo come un incidente di percorso», ha raccontato chi l’ha incontrata.

Dopo la nascita si è però rivelata la fragilità della baby-mamma. Non ha riconosciuto il piccolo e ha chiesto di non riportare il suo nome di madre biologica sul certificato di nascita. Semplicemente, se n’è andata, lasciandolo in reparto, come prevede la legge. Il piccolo è stato poi adottato (La Tribuna di Treviso, 22 marzo). Un episodio che ha risollevato il dibattito sull’equilibrio da tenere tra baby gravidanza e conseguenze psicologiche per i futuri genitori.

DATI IN NETTO AUMENTO

Le madri bambine, che partoriscono tra i 15 e i 20 anni, in Italia sono circa ventimila e sono in aumento. In particolare, scrive ancora Famiglia Cristiana, il fenomeno aumenta tra le più giovani (15-16enni).  Al Centro Saga (Servizio di Accompagnamento alla genitorialità in adolescenza) dell’Ospedale San Paolo di Milano, ne vengono aiutate 100 all’anno.

Nel 2014 i parti di minorenni sono stati ufficialmente 1981.

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