Hannah ha 19 anni e viene a conoscenza di una terribile verità: lei non sarebbe mai dovuta nascere. Hannah è, infatti, frutto di un aborto non riuscito e, una volta venuta alla luce, è stata adottata. Ora vuole conoscere a tutti i costi la sua madre biologica.
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Discorso pronunciato da Gianna Jessen nel 2008 nella Queen’s Hall – Parlament of Victoria – Melbourne (Australia)
“Sono stata abortita quando sia la mia madre biologica che il mio padre biologico avevano 17 anni.
Mia madre era al settimo mese di gravidanza quando si rivolse al “Planned Parenthood”, il più grande ente abortista al mondo. Le consigliarono un aborto salino tardivo; si inietta una soluzione salina che corrode il bambino nel grembo materno. Questo viene partorito morto nelle successive 24 ore.
Ma con grande sorpresa di tutti non sono arrivata morta, ma viva, il 6 aprile 1977, nella clinica abortista della contea di Los Angeles.
Una cosa stupenda sul perfetto tempismo del mio arrivo è che il medico abortista non era ancora in servizio, così non ha potuto terminare il suo progetto sulla mia vita, ovvero la mia morte.
So di parlare in un ufficio governativo; amo il vostro Paese quanto amo il mio, ma so che di questi tempi è politicamente MOLTO scorretto nominare Gesù Cristo in un luogo pubblico, metterlo in mezzo in questo tipo di riunioni, perché il Suo nome può causare ad alcuni un tremendo disagio.
Ma io non sono sopravvissuta per mettere le persone a proprio agio… sono sopravvissuta per agitare un po’ le acque. E mi piace molto farlo.
Sono stata partorita viva, come già detto, dopo 18 ore. Dovrei essere cieca, ustionata. Dovrei essere morta. Ma non lo sono.
Una bellissima rivincita è il fatto che il medico abortista dovette firmare il mio certificato di nascita, così so chi é.
Chiunque esanimi le mie carte può leggere: “Nata per aborto salino”… ah! Non hanno vinto!
Ho fatto qualche ricerca sull’uomo che tentò di abortirmi. Ha la più grande catena di cliniche degli Stati Uniti, che rende 70 milioni di dollari all’anno.
Lessi una sua intervista anni fa, e diceva: “Ho abortito più di un milione di bambini, la considero la mia passione.”
Vi dico questo, cari signori, perché siamo in un’interessante battaglia. Che lo sappiate o meno, è in corso una battaglia tra la vita e la morte. Da che parte state VOI?
Così un’infermiera chiamò un’ambulanza e mi trasferirono in ospedale, ed è un miracolo. La pratica comune allora -e fino al 2002 nel mio Paese- era di sopprimere i sopravvissuti all’aborto per strangolamento, soffocamento, o lasciandoli morire o buttandoli via. Ma il 5 agosto 2002 il mio amato presidente Bush ha firmato la legge di “Protezione dei nati vivi”, affinché questo non accada mai più.
Vedete, noi facciamo sul serio. Io spero di essere odiata prima di finire questa vita, così, quando sarò presso Dio, saprò cosa significhi essere stati odiati. Lui, Cristo, venne odiato. E non mi fa piacere, ma so di essere già odiata, perché proclamo la vita, io dico “non mi avete avuta, l’olocausto silenzioso non ha vinto su di me.”
Fra le altre cose, la mia missione è anche questa: infondere umanità in un dibattito che abbiamo archiviato, messo sugli scaffali. L’abbiamo chiamato “una questione”, abbiamo rimosso i sentimenti, ci siamo induriti.
E’ veramente questo che volete?
Quanto siete disposti a sopportare e a rischiare per proclamare la verità, nell’amore e nella grazia, facendovi avanti, disposti almeno a farvi odiare?
O forse siete voi il problema? O io?
Così, mi misero in una prima casa d’accoglienza, dove decisero che non gli piacevo. [ironica] Non so come si possa non adorarmi a prima vista! Che strana gente!
Sono stata odiata fin dal concepimento da così tanti, ma amata da molti di più. Ma più di tutti da Dio. Sono la Sua bambina. La bambina di Dio non si tocca! Sulla mia fronte c’è scritto: “Trattatemi bene, perché mio padre è padrone del mondo.”
Così da quella casa mi trasferirono a un’altra, bellissima, la casa di Penny.
Avevo 17 mesi, 14 chili di peso morto, e quello che chiamo il dono della paralisi cerebrale, per la mancanza di ossigeno al cervello mentre lottavo per sopravvivere. Ora, mi sento obbligata a dire questo: se l’aborto riguarda solo i diritti della donna, come la mettiamo con i miei diritti? Nessuna femminista radicale manifestava per i miei diritti, quel giorno. La mia vita veniva soppressa in nome dei diritti della donna.
Io non soffrirei di paralisi cerebrale se non fossi sopravvissuta. Quando sento l’orribile e disgustoso ragionamento che dovremmo abortire i bambini perché a rischio di disabilità, il mio cuore si riempie di orrore…
Cari Signori, ci sono cose che si possono imparare solo dai più deboli tra noi. Se li sopprimete siete voi a rimetterci. Il Signore avrà cura di loro, ma voi soffrirete per sempre. E che arroganza, assoluta arroganza! E’ stato un tema a lungo sostenuto in questo nostro mondo che il forte dovrebbe dominare sul debole, stabilire chi vive e chi muore. Non vedete l’arroganza? Non capite che non potete nemmeno far battere il vostro cuore, non capite che tutto il potere che credete di avere non lo possedete affatto. E’ la misericordia di Dio che vi sostiene! Anche quando Lo odiate.
Così la gente diceva alla mia Penny “Gianna non sarà mai nulla.” Molto incoraggiante… lei decise di ignorarli, lavorava con me tre volte al giorno. Riuscivo a sollevare la testa e, per farla breve, a tre anni e mezzo camminavo con il deambulatore e i tutori, ora sto in piedi -zoppico un pochino- senza deambulatore e senza tutori. A volte cado elegantemente, altre volte meno elegantemente, dipende dalle situazioni. Ma è tutto per la gloria di Dio.
Sono più debole di voi, ma questo è il mio discorso: è un piccolo prezzo da pagare per poter appiccare il fuoco nel mondo come sto facendo, e offrire speranza.
Nella nostra incomprensione di come vanno le cose, ci sfugge quanto può essere bella la sofferenza. Non che me l’andrei a cercare, ma quando arriva ci dimentichiamo che Dio ha il controllo e che è capace di rendere belle le cose più miserabili.
Ho incontrato la mia madre biologica. L’ho perdonata. Sono una cristiana.
E’ una donna distrutta. Venne ad un mio incontro due anni fa, si alzò e disse: “Ciao, sono tua madre.” Fu un giorno difficile, ma mentre sopportavo la situazione -voi penserete che sono stupida- io stavo lì e pensavo: “Io non ti appartengo. Io sono di Cristo, sono la Sua bambina, e sono una principessa. Qualunque cosa tu dica nella tua amarezza, nella tua rabbia, non è un peso per me, e non lo porterò.” Dicevo queste cose dentro di me.
Avete un’opportunità, vorrei parlare agli uomini in sala, una cosa che non si fa mai. Uomini, voi siete fatti per la grandezza. Voi siete fatti per alzarvi ed essere uomini. Siete fatti per difendere donne e bambini, non per farvi da parte e voltare la testa quando sapete che è in corso un omicidio, e non fate niente. Non siete fatti per usare la donna e poi abbandonarla. Siete fatti per essere gentili, grandi, aggraziati, forti, per prendere posizioni. Ascoltatemi. Sono stufa di fare il VOSTRO lavoro.
Donne, voi non siete fatte per essere abusate, non siete fatte per starvene lì e ignorare il vostro valore. Meritate che si combatta per voi, sempre.
Ora è il vostro momento: che tipo di persone volete essere? Immagino: straordinarie. Immagino: che siano all’altezza.
Ai politici in sala, in particolare agli uomini: siete fatti per la grandezza, mettete da parte la politica. Siete fatti per difendere il bene e la giustizia. Questa ragazza vi dice: è il vostro momento. Che uomini volete essere? Uomini preoccupati solo per la loro gloria, o uomini preoccupati per la gloria di Dio?
Dio vi aiuterà, sarà con voi.
Voglio finire con questo: alcuni potrebbero essere seccati dal mio parlare di Gesù, ma come posso andarmene zoppicando per questo mondo e non dare tutto il mio cuore, mente, spirito e forza al Cristo che mi ha dato la vita? Se pensate che sia sciocca è solo un gioiello in più per la mia corona. Il mio unico scopo nella vita, è far sorridere Dio.
Spero di aver detto qualcosa di sensato. Mi è venuto dal cuore.
Dio vi benedica e protegga.”
Il diritto alla vita dipende dall’essere vivo, non dall’essere gradito o dall’essere normale.
G. Davanzo