Anche noi ricordiamo con Lavinia le promesse di Cristo, per lei e per noiSu Wikipedia le date, alle 10 di stamattina, erano già state aggiornate.
Laura Biagiotti nasce il 4 agosto del 1943 e muore il 26 maggio del 2017. A Roma.
Il 26 maggio 2017 è oggi (ieri, per chi legge). A leggerlo come data di morte sembra sia già passato tanto, tantissimo tempo. Ora, per chi la amava, lo scorrere delle ore parrà un’ingiustizia, un imperterrito, noncurante susseguirsi di circostanze, liti, sorrisi, discorsi, scooter a zigzag nel traffico, urla, risate, tazzine di caffè, affari, sconfitte, film al cinema… Tutto prosegue senza Laura.
Stamattina ho ascoltato alla S. Messa il brano del Vangelo di Giovanni (Capitolo 14) dove Gesù ci rassicura sul numero dei posti nella casa del Padre Suo.
Spiega che Lui sarebbe andato a prepararceli. (Ecco da dove attinge l’idea della personalizzazione, del posto fatto apposta per te, dell’abito sartoriale tagliato e cucito su misura!). E che la nostra afflizione sarà mutata in gioia. Parlava ai suoi discepoli, certo, ma chi anche svagatamente ascolti la lettura di questo brano non desidera esserne il destinatario? Allora occorrerà farsi Suoi seguaci e osservare i suoi comandamenti.
Avevo anche appena sentito in radio della morte violenta, per tragico incidente stradale, di una ragazza di 20 anni e mi sono immaginata per brevi e vigliacchi istanti il dolore dei suoi genitori. Me ne sono distolta calcolando la mia scarsa tenuta. L’eccesso di immedesimazione può farci del male. Anche a loro, mi affrettavo solo col pensiero, ad allungare queste parole, in modo un po’ troppo nervoso. Per l’ansia di mettere un tampone sulla ferita che fiotta sangue, come sarà il cuore straziato di quei due poveri genitori. Sono solo due delle morti di oggi che si sono imposte alla mia limitata attenzione.
Ho cercato articoli e comunicati stampa sulla morte della stilista. Ho letto Repubblica, il Corriere, Il Messaggero. Su La Presse mi sono imbattuta nel riferimento proprio a quel brano di Vangelo che compare, stupito, nel titolo. Seguito da un breve, laconico testo.
È proprio la figlia Lavinia a citarlo, in morte della sua amatissima madre. Ci saremo precipitati in molti sui profili social, sulle foto, sui video, sulle ultime parole dette. Sui suoi grandi meriti, sulle immagini della sua tenuta, un castello dell’ XI secolo a Guidonia. Sui momenti più significativi della sua carriera di stilista, imprenditrice lungimirante e audace e generosa mecenate.
Queen of Cashmere, incoronata dal New York Times. Una vera signora. Cavaliere del lavoro. Donna dell’anno. Icona del Made in Italy. Imprenditrice di successo. Pioniera nei territori del Far East e della Russia. Modello femminile vincente. Propugnatrice di una moda dolce, elegante, che coccolasse il corpo femminile. I primati e i motivi di gratitudine per noi italiani come popolo e per i suoi numerosi collaboratori, per gli estimatori dell’arte e dell’architettura sono consistenti.
“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in Me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto, quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io”. Anche il Giornale riporta il passo neotestamentario postato dalla figlia sulla pagina Facebook della Maison. Struggente, dicono…A me non strugge, consola. Perché è vero.
Chissà se le era già familiare ricorrere immediatamente al Vangelo, proprio a quello del giorno. Perché davvero quello del giorno della morte di sua madre è un balsamo.
Preghiamo per la salvezza eterna di questa donna la cui fede, come quella di tutti, è nota solo a Dio e siamo riconoscenti non solo della ricchezza umana che ha lasciato viva nelle mani di sua figlia e dei suoi collaboratori ma in modo più essenziale della sua vita. Della sua vita di neonata, poi bambina, ragazza, moglie, mamma, imprenditrice, certo! Credo sia bello esserle grati perché ci sta ricordando quello che il mondo, con i suoi continui intrattenimenti o “trattenimenti”, vuol farci scordare. Nasciamo, viviamo, invecchiamo – non tutti- e moriamo. Tutti.
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Ci distrae, il mondo; sembra che faccia di tutto per girarci gli occhi su luci e colori, giochi, spettacoli, tirandoci per il mento. Invece la vita è così, va guardata per quello che è davvero.
Grazie a Laura per la bellezza che ha offerto, custodito, collezionato (era una collezionista d’arte di tutto rispetto e ha finanziato il recupero di opere architettoniche delle quali il mondo intero può godere: la storica scalinata romana della Cordonata del Campidoglio, disegnata da Michelangelo, nel 1999 viene restituita alla capitale e al mondo intero dopo un lungo restauro finanziato proprio da Laura Biagiotti insieme alla societa’ Procter & Gamble. ).
Grazie a Lavinia che ha voluto salutarla con le parole di Gesù, parole di un commiato temporaneo e preparatorio alla gioia della fine e senza fine.
Grazie a Laura e a Lavinia, madre e figlia, “per sempre noi”, legate da un intenso amore dichiarato senza pose in molte occasioni. Grazie di questo memento mori così opportuno.
Che il Signore accolga l’anima della nostra sorellina di 73 anni e la accompagni al suo posto, quello preparato solo per lei. Perché anche se abbiamo molti beni non è da essi che dipende la nostra vera vita.