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Tutto quello che vorreste chiedere al vostro pediatra sull’allattamento al seno

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Paola Belletti - Aleteia Italia - published on 13/06/17
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Se allattiamo i nostri figli staremo meglio noi, loro e anche la societàMamma, mammella, mammiferi.

Sì, apparteniamo anche noi ad una specie che porta i piccoli in utero, li partorisce e poi li nutre alle mammelle. O almeno potrebbe farlo, quasi sempre. Non siamo solo animali, certo! Però siamo anche quello.

Abbiamo un livello biologico così ricco e potente, che rimane spesso dormiente. O non riconosciuto. L’esperienza del parto più di altre riconduce  a volte molto bruscamente la donna su questa sorta di  lato selvaggio.

E molte di noi, forse, si trovano un po’ spaventate, perché si ritengono impreparate. Alcune provano imbarazzo, fastidio o timore proprio di fronte a questo aspetto così corporeo e istintuale.

Noi mamme contemporanee, tutte armate di agenda, smartphone piene di app, determinate spesso costrette ad ottimizzare tempi e risorse, sempre, appena partorito ci ritroviamo in questo spazio nuovo dove il tempo, le ore, il giorno e la notte non sono più quella imperterrita catena di montaggio lungo la quale assemblare le nostre frenetiche giornate.

Per contro non è raro che spesso, appena divenute mamme, finiamo sotto un impietoso quanto inopportuno assalto perpetrato da benintenzionati (sempre?) parenti, amici, suocere, cognate, mamme autoelettesi “esperte” che ci espongono a flussi enormi di informazioni, consigli, ingerenze su tutti i fronti. E non di rado i cecchini migliori concentrano sull’allattamento i loro colpi più micidiali.

Persone che ricordano a mala pena il nostro nome ci chiedono a bruciapelo se abbiamo già avuto la montata lattea e come sono i nostri capezzoli. E se il bambino si attacca. Se mangia abbastanza. Ma cresce? Sei sicura? Mi sembra magrolino.

Potrebbe essere utile rimettere un po’ di ordine su questo argomento così caldo, a tratti, erroneamente trattato come scabroso o eccessivamente  mitizzato.

Possiamo contribuire alla normalizzazione di questa pratica? Alla sua riumanizzazione?

Se avete fresco alla memoria quel primo tempo così sospeso e intenso durante il quale avete avuto tra le braccia il vostro primo figlio, ricorderete che il senso del pudore subiva una trasformazione. Avevamo pudore degli sguardi, meno della pelle esposta. Allora facciamoci aiutare da chi vive la professione medica conoscendo e valorizzando il rapporto della madre col neonato nella tipica espressione, vitale e vivificante in senso stretto, dell’allattamento.

Medici e ostetriche hanno senz’altro la possibilità di orientare fin da subito le donne verso di esso in modo  competente e accogliente.

Abbiamo rivolto al Dottor Francesco Santoro, direttore del reparto di Neonatologia presso la Clinica Santa Famiglia di Roma, e uno dei più convinti sostenitori della causa, alcune domande per offrire una guida alle neo o future mamme alle prese con coppette, ragadi, ruttini, coliche ma soprattutto tanta ingestibile gioia.

Vogliamo riproporre alle donne grazie al suo autorevole contributo i fondamenti naturali dell’allattamento umano e dare loro coordinate precise per scoprirsi capaci di portare avanti, senza eccessi di ansia, questa pratica, in vista del bene del bambino e del proprio.

D- Se lei è d’accordo seguirei, anche nella nostra breve chiacchierata, l’ordine biologico e cronologico. Insomma prima di allattarlo un bambino occorre concepirlo, no? Concepito: bene, è iniziato quel mirabile viaggio dello sviluppo che durerà 266 giorni, circa. Il bambino, rimane dentro e con la mamma per 38 settimane! Anche i più superficiali e frettolosi riusciranno ad ammettere che la cosa lascerà il segno, nel bambino e nella mamma…

R- Certo, per nove mesi il bimbo sta là dentro, sente il profumo, l’odore della mamma, attraverso la placenta; sente la voce, nei suoi toni più bassi che passano attraverso i tessuti. È al buio, al caldo, viene dondolato…

La mamma cammina, fa le scale, si siede, si alza, va in macchina parla al bambino, parla al marito, parla al telefono… parla! C’è questo fatto che voi donne parlate e parlate! Scherzo! Però in questo modo il bambino si abitua, si ricorda, impara.

Infatti appena nascono noi li mettiamo nudi sulla pelle della mamma. Subito! Coperti da un panno caldo, appoggiati al seno della mamma. Questa pratica si chiama Skin-to-skin. È importantissimo! Perché per il bambino nascere è un trauma. Passa dal buio ad una luce per lui fortissima. Dal caldo al freddo. Da un ambiente che lo contiene e lo culla, all’aria aperta piena di altri rumori e  altri suoni non più filtrati e attutiti dal corpo della madre. Questo momento è importantissimo per il benessere generale di entrambi e particolarmente decisivo per il buon avvio dell’allattamento. Riconoscendo la mamma, pacificandosi al suono della sua voce e al sentire il suo odore è portato ad assecondare il suo istinto di attaccarsi al capezzolo, particolarmente intenso nelle prime ore.

D- Ma allattare allora è difficile? Se servono sostenitori, ambasciatori, promotori!

R- No, non è difficile. Ma occorre aiutare le mamme a prepararsi e a non abbattersi. Se vivono questa esperienza da sole, mal consigliate e tentate dall’apparente facilità dell’allattamento artificiale non avranno la forza per superare le difficoltà dell’inizio. Qual è il vero problema? La testa della mamma! Molte arrivano al parto e non sono preparate. Hanno crisi di panico durante il travaglio, anche nella fase espulsiva… è un problema culturale, tutto qui.

È un problema psico-culturale. Nei nostri corsi di preparazione al parto e alla nascita abbiamo gli psicologi, perché oggi le donne tendenzialmente non sono pronte e vanno aiutate. Ma non è colpa loro!

D- Ma non doveva essere una cosa “naturale”?

R- Sì, certo.  Infatti, non appena vengono instradate poi l’istinto vince sempre. Portate sulla via giusta viaggiano da sole. E belle spedite. Ho in mente una mamma di un bel maschietto di 4 kg alla nascita che a 18 mesi ancora lo sta allattando.

(Ne parla con sincera simpatia!)

D- Allora cosa è successo? Come mai ad un certo punto il latte materno è diventato roba vecchia e l’allattamento al seno una pratica da abbandonare? Hanno convinto milioni di donne a fasciarsi il seno per fare andare via il latte… Che scempio!

R- Negli anni ’70 uscirono pubblicazioni in  America, questo per dire della potenza delle multinazionali, costruite in modo da dimostrare che il latte delle donne fosse tossico mentre quello artificiale veniva presentato come pulito, nutriente, controllato…

E ora li vediamo, gli Americani obesi, i ventenni con l’infarto.

Non è retorica, è biologia! Siamo fatti così! L’intestino del bambino è fatto così. E’ fatto per svilupparsi col latte materno. L’allattamento esclusivo per i primi sei mesi, che è una raccomandazione arbitraria dell’OMS, nasce da studi precisi non è un periodo scelto per convenzione. Per 6 mesi il glutine il bimbo non lo digerisce;  gli brucia l’intestino. E ora li vediamo i risultati… allergie a non finire; ragazzi di 20 anni con l’ulcera.

Io dico sempre che se viaggi coi fari spenti può essere che ti vada bene. ma può essere pure che trovi una curva. Io consiglio sempre di accendere i fari!

Questo approccio viene spesso visto come una retorica, ma si dimenticano la fisica, la chimica, la biochimica. Per non parlare degli effetti benefici dell’attaccamento bimbo mamma.

Quando il bimbo nasce per lui è un trauma davvero grande. Dal buio alla luce, dal caldo al freddo, dai suoni ovattati e familiari ad una confusione di voci e suoni nuovi  e dai toni molto più alti. Quando noi lo appoggiamo sul petto della mamma in due minuti si calma. Sente voci e odori che lo rassicurano… penserà che mamma sia caduta per le scale, ma almeno è lì con lui! E si calma. Il mondo che lo spaventa diventa affrontabile.

La pratica dello skin-to-skin la usiamo anche per le mamme che soffrono di depressione post parto, anche dopo una settimana. Fa tanto bene, alla mamma e al bimbo.

D- Il colostro, cos’è, perché è importante? Le mamme moderne se non hanno avuto tempo di documentarsi se non hanno altre mamme vicine etc si ritrovano a dover nutrire un figlio nuovo di zecca pensando di non avere latte. Oddio non ho latte! Invece c’è il colostro!

Per i primi giorni dal seno della mamma esce il colostro; spesso le prime gocce possono uscire spontaneamente diverse settimane prima dal parto. È un latte particolarmente ricco di zucchero e sali minerali, di acqua e di altre sostanze utilissime per il bambino; ha però poche capacità energetiche, per questo avviene il famoso calo ponderale che è detto appunto calo fisiologico. Nel frattempo, l’ipofisi della mamma “capisce” che deve produrre il latte. E si mettono in moto gli ormoni. E arriva, in pochi giorni, la montata lattea.

D- Molte donne sono tentate di dare la “giunta” perché il bambino cala e mangia poco. Ci sono spesso due tifoserie: giunte sì e subito. Giunte no fino allo sfinimento! Che la verità stia nel mezzo?

Il calo fisiologico è appunto naturale, non deve preoccupare. Se supera il 10% del peso alla nascita allora si interviene ma lo decide il medico.

Il rischio di integrare da subito il latte materno con  latte artificiale è che il bimbo si sazi, riduca la frequenza di attaccamento al seno e riduca così lo stimolo alla produzione del latte. Cambia anche il tipo di suzione tra seno e tettarelle! Quella al seno è il meglio in assoluto e per molti motivi, addirittura per lo sviluppo del linguaggio.

Per paura che soffra la fame si integra ma se lo si fa senza motivo medico serio si rischia di compromettere irrimediabilmente l’allattamento. La produzione del latte è regolata proprio dalla frequenza dell’attaccamento.

D- Ma i bimbi crescono bene anche con il latte artificiale, giusto?

Non bene come col latte della loro mamma. Il latte materno è specie specifico, cioè perfetto per quel bambino lì. È insostituibile. Fa benissimo alla mamma e al bambino.

D- Quindi, in attesa della montata lattea…che si fa?

Si attacca spesso il bambino, soprattutto la notte. Perché è il momento in cui l’ipofisi lavora di più. La montata può arrivare anche in decima giornata, col cesareo in particolare. Le prime volte fa un po’ male ma poi passa, se si impara ad attaccare bene il bambino. 

D- Ma la notte siamo stanchissime, soprattutto se abbiamo appena partorito!

R- Infatti. Sa che ormai il rooming in è obbligatorio in tutto il mondo? Cioè la possibilità di tenere il bimbo in camera con la mamma tutta la notte per prenderlo e allattarlo spesso. Però occorre che le mamme siano aiutate e sostenute. E come, no? La donna dopo il parto è esausta. Va aiutata! E sostenuta. Il personale delle ostetricie, dei nidi, della neonatologie deve essere preparato. 

D- Noi donne siamo abituate ad organizzare le giornate sfruttando anche i mezzi minuti. Come si fa con l’allattamento a richiesta? Diventiamo ostaggio dei nostri bambini’ Si possono dare orari?

R- L’allattamento al seno è a richiesta. Sa il bambino quando e quanto. Comunque la poppata normale è di circa 20-30 minuti. Si comincia con un seno e lo si svuota completamente. E la poppata dopo si propone l’altro seno. Ogni poppata è diversa. Le singole fasi della poppata sono diverse. La parte grassa arriva alla fine del pasto per questo deve svuotare bene il seno.

D- E la notte? Scusi se insisto su questo fronte ma ho degli arretrati pluriennali e sono sensibile al tema.

R- La notte? Sa cosa si fa la notte?  Il papà si alza, scalda il latte che la mamma si è tolta durante il giorno, (in freezer dura fino a 5 mesi) si accende la TV, si guarda il calcio, il tennis, il biliardo quello che vuole e fa dormire la mamma.

D- Quali sono i principali vantaggi dell’allattamento al seno? Così nei momenti di sconforto la mamma se li può rileggere e  trovare nuovo entusiasmo!

R-  Innanzitutto sviluppa in modo formidabile l’attaccamento mamma bambino, vitale per entrambi.

E dal punto di vista della salute della mamma è un grandissimo fattore di protezione dai tumori al seno, all’utero e alle ovaie. E poi è comodo! Non ti devi portare in giro nulla! Per il bambino significa protezione immunitaria e sviluppo cerebrale, sviluppo adeguato dell’intestino, del linguaggio, dei muscoli di tutto più armonioso. E’ l’alimento migliore in assoluto per il bambino. E costruisce la sua salute di adulto! 

D- Sì però non è sempre facile allattare “in giro”! Non sono proprio rari i casi di donne invitate ad allontanarsi da ristoranti, uffici pubblici etc perché scoprivano il seno per allattare…

R- C’è tutto un movimento da anni che promuove e sostiene le donne perché allattino il più possibile. Noi avevamo anche invitato alcuni negozi a realizzare dei pit stop per l’ allattamento dei bimbi. Piccole zone all’interno degli store o nei centri commerciali dove la mamma si potesse sedersi comodamente e un po’ in disparte e allattare.  Così poteva riprendere a fare shopping… Li hanno fatti secondo lei?

No, però ne vedo parecchi per i cani!

R- C’è un movimento in atto nel rispetto della mamma che allatta in pubblico. Cosa ci può essere di scandaloso ed erotico? È un’ipocrisia inutile!

Quando uno stato costringe una donna a rientrare subito al lavoro, quando le condizioni per le neomamme sono così ostili, lo stato sta causando future patologie a quel bambino là!  Ai suoi cittadini. E saranno costi reali sul sistema sanitario!

 Andammo persino alla commissione alla sanità alla Camera … Chiedevamo fra le altre cose un anno di congedo straordinario! Lo scriva! La nostra, quella italiana, è una società contro l’allattamento, contro la nascita, contro le mamme e contro i bambini! Poi si lamentano che le mamme non fanno figli in Italia! I paesi del nord Europa hanno un approccio molto più umano; la differenza la fa sempre un diverso approccio culturale. Alle bambine spiegano che cos’è la gravidanza.

D- E La donazione del latte materno? È importante?

R- Fanno freezer pieni di latte, che dura fino a 5 mesi. Dopo 4 mesi e mezzo tutto quello rimasto viene portato nei reparti dove sono ricoverati i bimbi prematuri. E così ne salvano! Per i bimbi nati prematuramente il latte umano, anche di un’altra mamma, è una vera e propria terapia.

D- Resistono miti, delle leggende nere o delle usanze buffe sull’allattamento?

A questo punto il dottore ride e  racconta la cosa più fresca, anzi non propriamente fresca, ma recente che gli venga in mente:

Una puerpera aveva la febbre da giorni. E perché mai? La suocera la obbligava a bere brodo bollente di pollo tutti i giorni perché a suo dire avrebbe fatto buon latte. Invece faceva caldo, quello sì!

Anche la storia della birra… No, non bevete litri di birra. Bevete acqua. E se avete fame mangiate. Senza esagerare. Se bevete troppo dovrete andare continuamente a fare pipì, se mangerete troppo i vostri jeans preferiti dovranno aspettare ancora di più nell’armadio.

D- Ci sono alimenti out?

R- Le spezie! Alterano il sapore del latte e il bimbo lo rifiuta! La dieta mediterranea è sempre la migliore. 

D- Ci sono posizioni che aiutano a ridurre rigurgiti e reflusso?

R- Se il bimbo si attacca bene non ingurgita aria. E poi mettetelo a dormire sempre sollevato. Si riducono molti fattori di rischio, che incido sulla morte in culla.

D- Cosa possiamo consigliare alle donne incinte per preparasi al meglio? Quale consiglio possiamo diffondere dalle nostre pagine?

R– Un consiglio che do a tutte è di seguire i corsi, di  prepararsi psicologicamente. E di godersela! È un fatto bellissimo, la gravidanza, la nascita e poi l’allattamento; e come tale deve entrare nel ritmo della nostra vita. Basta organizzarsi.

D- E ai papà cosa facciamo fare?

R- Quello che dicevamo prima. Sa cosa possono fare i papà in questa fase? Si alzano qualche volta loro la notte, scaldano il latte che la mamma si è tolta col tiralatte e lo danno loro al bambino. Così la mamma si riposa un po’. No, non si può surrogare la mamma col papà.  All’inizio il bimbo deve stare con mamma. Il papà arriva dopo.

D- E alle mamme che proprio non possono allattare al seno che facciamo? Le lasciamo nella disperazione?

Ve lo devo confessare, questa domanda mi è sfuggita, non gliel’ho fatta! Però vi ho cercato un utilissimo video dove il Dottore risponde a numerose domande di tante mamme e qualche papà. Quando si tratta di abbandonare la lattazione materna approva l’introduzione del latte di capra. Prendiamolo come buon consiglio e una piccola consolazione per chi proprio non riesce per cause di forza maggiore ad allattare al seno.

Allora in sintesi diciamo questo: cercate di vivere bene la gravidanza, frequentate i corsi pre parto, scegliete un ospedale dove vi possano seguire bene, trovate anche qualcuno sul territorio che vi sostenga una volta a casa (alla clinica Santa Famiglia propongono le dimissioni protette e hanno attivato l’ambulatorio per l’allattamento) e tenetevi qualche capretta nei paraggi!

 

 

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