Le rivelazioni della co-iniziatrice del Cammino Neocatecumenale, tra l’unione mistica con Gesù e la “notte oscura” dell’anima A un anno dalla sua morte, avvenuta il 19 luglio del 2016, viene pubblicato il primo volume dei diari di Carmen Hernandez, co-iniziatrice del Cammino Neocatecumenale assieme a Kiko Argüello. Il volume uscirà in Spagna il 19 giugno per i tipi della BAC (Biblioteca de Autores Cristianos), casa editrice della Conferenza Episcopale Spagnola col titolo: Diarios (1979 – 1981), e verrà presentato ufficialmente a Madrid il 30 giugno da Kiko Argüello assieme al cardinale Ricardo Blazquez (Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola), dal prof. A. Barahona (Università Francisco de Vitoria) e dal direttore della BAC il prof. C. Granados.
Si tratta della trascrizione della prima delle numerose agende alle quali la catechista spagnola affidava ogni giorno le sue riflessioni, le sue gioie e i suoi dolori, spesso in forma di preghiera, in dialogo con lo stesso Gesù. E’ stato proprio Kiko Argüello a promuovere e a curare personalmente l’edizione di questo primo diario per il quale sono previste già numerose traduzioni in diverse lingue.
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Carmen e quel pane spezzato con i poveri nelle baracche di Madrid
Autore del libro Il Kerigma nelle baracche con i poveri (San Paolo 2013) – dove narra la genesi del Cammino Neocatecumenale – anche Kiko ha pubblicato recentemente le sue memorie volendo curare e rivedere personalmente i suoi appunti prima di darli alle stampe. Il volume, intitolato Anotaciones 1988 – 2014 (BAC 2015), ha avuto un grande successo tra i fedeli appartenenti al Cammino ed è stato tradotto in italiano e portoghese (in preparazione le edizioni in francese, inglese e polacco). L’ultima delle annotazioni di Kiko – scritta nel 2016 – è dedicata al ricordo di Carmen e rivela il dolore per la morte di una donna che fu un’inseparabile compagna di evangelizzazione ma allo stesso tempo la gratitudine per la storia vissuta assieme:
Perché piangi, anima mia?
Perché piangi?
Carmen se n’è andata con il Signore.
Si! Sento il suo amore
vicino al mio cuore.
Che donna straordinaria!
Quanto mi ha voluto bene!
Nell’omelia pronunciate durante il funerale di Carmen, mons. Carlos Osoro, arcivescovo di Madrid ha sintetizzato così la missione di questa catechista: «La fede nella Risurrezione di Cristo ha provocato in Carmen un irresistibile desiderio missionario. Un desiderio che realizzò a partire da tre grandi passioni: 1) Mise la sua vita al servizio di questo annuncio; 2) Sentì l’urgenza di vivere con una testimonianza sincera e coraggiosa, realizzata col suo carattere franco e col suo linguaggio diretto; 3) Il tutto vissuto con un grande amore alla Chiesa: il suo ruolo nella redazione dello Statuto del Cammino approvato dalla Santa Sede, la difesa della donna e del suo ruolo nella Chiesa, il suo amore al successore di Pietro».
La pubblicazione dei Diari permette di scoprire l’anima più intima di Carmen, le gioie e i dolori che ha incontrato nel suo itinerario spirituale biografico e i suoi momenti mistici di intima unione con Gesù Cristo.
Emergono in modo particolare i combattimenti più personali, quei momenti di silenzio e di aridità spirituale in cui la sua preghiera si rivolge a Dio come un grido di aiuto, per implorare di sostenerla: «Signore, dove sei?»; «Fammi udire la tua voce»; «Dall’oscurità della notte togli la mia anima». Sono sentimenti che Carmen non lasciava trapelare facilmente, complice il carattere introverso, schivo, e la sua timidezza. A questo riguardo Kiko afferma: «Carmen ha sofferto ogni giorno e non ha detto niente a nessuno. A volte aveva sofferenze, notti oscure, e gridava a Dio. Entrava in profonde sofferenze, ma mai ci ha detto niente, mai!». Così infatti scriveva il 13 gennaio 1979:
Barcellona. Quando tutto svanisce nel nulla e la notte nell’oscurità, come l’anima nel nulla. Signore, dove? Come? Chi sei? Tu sei un Dio misterioso, nascosto, e la tua assenza rende impossibile l’allegria. Il dolore mi mangia la vita, uccide ogni possibilità ed accusa ogni presente. Accusatore implacabile, terribile, demolitore. Gesù, Gesù mio, grido a Te notte e giorno. Vieni, vieni, Amore della mia gioventù e della mia speranza. Infondimi energia, che piombo nel nulla. Vieni, Gesù. Ti amo. Solo spero in Te. Abbi compassione della mia assoluta impotenza, della mia nullità radicale. Vieni, vieni Tu! Sei Verità, Unico. Tu esisti.
Oppure il 22 gennaio 1979:
Barcellona. E’ sempre difficile svegliarsi nel nulla e per il nulla di un giorno, solo con un punto di sostegno angosciante, tra il tutto e il nulla, o il procedere passivamente. Signore Gesù, Tu mi conosci. Tu sai ogni cosa. Che faccio, Signore? Che devo fare io? Ti amo. Semplificami spontaneamente. Questi dolori insoliti, nevrotici, di impotenza… Signore, aiutami. Matteo 14. La barca. “Sono Io”. Gesù meraviglioso, l’unico che resta nella tribolazione, nella notte, nel mare. Mi porti a cercarti lì, nella tormenta. Solo Tu appari come possibilità, come fantasma. Fammi udire la tua voce. Chiamami Tu stesso, Gesù, consolami, vieni domani al mio risveglio.
30 gennaio 1979
Inquietudine, Signore. Inquieta e insoddisfatta fino al midollo. Che solitudine! […] Signore, dove sei? I fantasmi mi perseguitano accusandomi, giudicandomi, assediandomi come nemici. Il “che cosa diranno…”. Signore, la verità fa liberi, la libertà, il tuo amore, la tua presenza, la tua parola. Gesù, apri il mio orizzonte, le mie labbra! Vieni, aiutami.
26 febbraio 1980
[…] Gesù mio, misterioso, grandioso nella Croce, Ti amo. In mezzo all’oscurità e al dolore, Tu sei il mio unico amore. In mezzo alla mia incredulità, ho fede solo in Te e Ti amo. Abbi compassione di me. Visitami che ho paura, terrore, tristezza grande, distacco da tutto, voglia di nascondermi e sparire muta, muta, muta totalmente e tristissima.
Allo stesso modo, nei Diari troviamo anche momenti di lode e di ringraziamento a Dio per le grazie ricevute che si trasformano in dichiarazioni d’amore a Gesù Cristo, l’unica fonte di consolazione e di ispirazione. Come scriveva il 26 gennaio 1979 da Madrid:
Notte. Gesù mio, la pace, incredibile. Tu sei buono. Grazie, Gesù. Non togliermela. Svegliami nella pace. Ispirami, se vuoi. Fa lo stesso. Tu mi basti, Gesù, Gesù mio. Mi hai tratto dall’abisso, grazie, Gesù. Mi dà misericordia guardare la gente. Consola quelli che soffrono, quelli che hanno paure, angustie. Gesù, che mistero è tutto. Grazie, Gesù. Vieni al risveglio a saziarmi del tuo volto.
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Francesco, spiritualmente vicino all’intero Cammino Neocatecumenale
E anche il 10 marzo 1979
Freschezza della predicazione. Incredibile. Mi consola vedere che Kiko stia bene. E’ Incredibile la sua resistenza. Ti amo, Gesù mio!
L’incontro tra Kiko e Carmen, avvenuto alla fine degli anni sessanta nelle baracche di Palomeras Altas di Madrid, ha dato inizio all’esperienza del Cammino Neocatecumenale (all’inizio – hanno raccontato i protagonisti – fu più uno scontro che un incontro). Si trattò di un evento provvidenziale avvenuto mentre Carmen si preparava per partire missionaria in Bolivia. Nonostante le diversità caratteriali, presto capirono che Dio li chiamava a mettere assieme i loro carismi per il bene dell’evangelizzazione. Da quel momento non si separarono più sempre riconoscendo ognuno il carisma e il dono che Dio donava all’altro. Per questo nei Diari, Carmen cita spesso Kiko pregando per lui e ringraziando Dio per ciò che faceva con loro:
12 marzo 1979: Signore, credo in Te. Abbi compassione di noi. Aiuta Kiko. Fortificalo. Scenda la tua santità su di noi.
23 marzo 1979: Vedo che ispiri Kiko. Aiutalo. Grazie, Gesù…
29 aprile 1979: Rafforza la fede a Kiko.
14 febbraio 1980: […] Gesù mio… mi ammira il coraggio che dai a Kiko. Se gli succedesse quello che capita a me, sarebbe catastrofico…
Considerata l’anima “teologica” del Cammino Neocatecumenale, Carmen Hernández ha dedicato gran parte del suo tempo allo studio delle Sacre Scritture, dei Padri della Chiesa, del Concilio Vaticano II e del magistero dei papi. Il suo contributo è stato decisivo per la nascita e lo sviluppo di questo itinerario di fede fino all’approvazione degli Statuti. A lei il Cammino deve molto: l’applicazione della Riforma Liturgica voluta dal Concilio con la centralità della Veglia Pasquale e della Parola di Dio all’interno della comunità cristiana; la riscoperta delle radici giudaiche e della storia di salvezza del popolo ebraico; l’amore e l’obbedienza filiale alla Chiesa e in particolare al Santo Padre; il ruolo fondamentale della donna nella storia di salvezza e nella società… Sono tutti frutti del Concilio Vaticano II, pienamente assunti, vissuti e celebrati in questo itinerario di iniziazione cristiana e di riscoperta del Battesimo che Dio ha ispirato a lei e a Kiko.
Ora, con la pubblicazione dei suoi Diari, Carmen torna a parlare per testimoniare l’amore di Dio verso l’uomo e verso la sua Chiesa e a ricordare l’urgenza che questo Amore venga annunciato sino ai confini del mondo come Gesù ha chiesto alla sua Chiesa.