“Un buon padre vale cento maestri” – Jean Jacques Rousseau1. Sì, sei una principessa
Non nel senso di banale o intendendo una bambina viziata, ma nel senso che meriti un uomo che si prenda cura di te, ti protegga e soprattutto ti ami. Mi ricorda l’episodio di The Crown in cui il re Giorgio VI dice a Filippo di Edimburgo che il suo ruolo più importante per la Corona era amare sua figlia, la futura regina, e farla sentire in pace… che è poi il desiderio di ogni padre per la figlia. Possiamo lavorare e guadagnare per conto nostro, ma l’amore richiede due persone.
2. Lo studio e il lavoro sono la miglior forma di progresso
Mio padre mi ha insegnato fin da piccola a lavorare per quello che volevo e a non darmi per vinta, e per questo ha investito tempo e denaro nella mia educazione. Anche se mi ha dato (e mi dà tuttora) moltissimo, mi ha instillato l’idea di non dipendere da nessuno per raggiungere le mie mete e di festeggiare ogni trionfo, grande o piccolo, semplicemente perché mi ero sforzata al massimo per ottenere quel risultato. Ho sempre preso buoni voti, ma non li ha mai dati per scontati. È inoltre profondamente convinto che non si finisca mai di imparare, e mi spinge sempre a indagare (anche se solo su Google). Per molti anni, di fatto, oltre al suo lavoro regolare si è dedicato all’insegnamento universitario.
3. Le piccole cose fanno la differenza
Mio papà non è un tipo che regala ogni giorno fiori o cioccolatini, ma ha sempre dei modi – forse più preziosi e meno banali o materiali – per dimostrarci il suo amore incondizionato. È chiaro che mi ha dato e continua a darmi cose materiali, ma sono i dettagli quotidiani apparentemente più insignificanti quelli che custodisco con più piacere nel cuore.
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4. Essere puntuali
Ok, devo confessare di non aver imparato del tutto questa lezione e non per una sua mancanza di perseveranza. Essere puntuali è un segno di rispetto, e fa anche sì che si riesca ad essere più organizzati e ad avere una routine meno stressante. Il tempo è l’unica risorsa non rinnovabile.
5. L’esperienza è meglio dell’apparenza
Mia madre ed io adoriamo conoscere posti nuovi e belli quando si tratta di ristoranti, mentre mio papà non guarda tanto all’ambiente (“Perché vengo a mangiare con voi, non con altre persone”), ma al fatto che il cibo sia gustoso e il servizio buono, anche se parliamo della trattoria all’angolo.
6. La famiglia è la prima cosa
In tutti questi anni, ho visto che il suo lavoro e i suoi sacrifici hanno avuto come obiettivo il benessere di mia madre, dei miei fratelli e mio. Non importa cosa può succedere, so che posso sempre tornare a casa, che è il posto migliore in cui possa stare. Ciò non significa che ci si debba alienare come persone, ma la famiglia è la base che sostiene tutto il resto.
7. Di quante altre borse hai bisogno?
Mio padre non ha mai capito perché ho bisogno (voglio) più di una borsa nera e una marrone. Anche se gli uomini hanno un modo di pensare diverso e anche loro spendono in cose che a noi sembrano inutili, la verità è che aiuta a non essere tanto vanitose e a risparmiare di più pensando al nostro futuro, perché “il denaro non cresce sugli alberi”.
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8. Non hai bisogno di tanto trucco
A volte credo che me lo dica solo per cercare di lottare contro il mio terribile problema di mancanza di puntualità, ma mi ricorda sempre che le donne al naturale sono più belle e che quelle della sua epoca non usavano tante cose ed erano uguali o più belle di quelle di oggi.
9. Non mettere in disordine è meglio che sistemare
Ecco un’altra frase che mi diceva sempre quando ero piccola ma che sto ancora imparando. È un altro esempio chiaro della praticità maschile da cui noi donne dovremmo imparare tanto.
10. “Chiedi a tua madre”
A volte penso che sia il suo modo intelligente di tirarsi fuori da una decisione difficile o controversa (soprattutto da piccola riguardava principalmente il permesso di uscire), ma la verità è che i papà non hanno sempre tutte le risposte e ci sono cose che mamma, per la sua esperienza e il suo istinto, conosce meglio.
Grazie, papà!!
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]