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5 invenzioni femminili che ci hanno reso la vita più facile

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Adriana Bello - pubblicato il 28/06/17
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L’intelligenza femminile al servizio della gente1. Il tergicristalli

Gli uomini si crederanno i re dell’automobile e potranno inventare tutti gli scherzi che vogliono sul nostro modo di guidare, ma devono ringraziare la statunitense Mary Anderson per la creazione di questo piccolo dispositivo automatico che si usa per pulire il vetro della macchina ogni volta che piove o si sporca. La Anderson ebbe l’idea mentre viaggiava in treno in pieno inverno e il conducente doveva fermarsi continuamente per pulire il vetro manualmente, rendendo il tragitto lungo e noioso.

Lettere a una carmelitana scalza

Shutterstock-Jaroslav Moravcik

L’aspetto più curioso è che la Anderson brevettò la sua invenzione e cercò di venderla per vari anni a diversi fabbricanti di auto, ma a nessuno sembrò rilevante se non a Henry Ford, che poi la inserì nei suoi veicoli ed ebbe l’esclusiva fino alla scadenza del brevetto, nel 1920. Da allora anche le altre marche, constatando l’utilità dell’invenzione, iniziarono a inserirla.

2. Il pedale del bidone della spazzatura e gli scomparti nella porta del frigorifero

Lillian Gilbreth è stata una donna eccezionale. Con una carriera avviata in psicologia industriale e dodici figli (lei e il marito scrissero il libro da cui è stato tratto il film con Steve Martin Quella scatenata dozzina), si dedicò a piccole invenzioni che facevano risparmiare tempo in casa perché anche le donne potessero avere successo in campo lavorativo.

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Shutterstock-Andrey_Popov

Tra le più utili ci sono il piccolo pedale che usiamo per sollevare il coperchio del bidone della spazzatura e gli scomparti nella porta del frigorifero per avere un accesso più facile e rapido a certi prodotti. I dettagli fanno senz’altro la differenza.



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3. L’ombrello

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Shutterstock-Rohappy

In realtà non c’è un brevetto né certezza sull’autore di questa invenzione, ma la versione più accettata è una leggenda cinese che assicura che fu la giovane Lu Mei, che era stata sfidata dal fratello a creare qualcosa che li proteggesse dal sole e dalla pioggia, a costruire un bastone dal quale pendevano 32 bastoncini di bambù coperti di tela. L’invenzione, pur non essendo impermeabile, servì come base perché poi il progetto si sviluppasse fino ad arrivare a quello che conosciamo oggi.

4. Il correttore liquido (bianchetto)

Forse i millennials non danno molta importanza a questa invenzione perché fanno tutto su una tastiera o uno schermo tattile, ma coloro che hanno dovuto svolgere gli esami con carta e penna e a cui era proibito cancellare ricorderanno sempre con affetto il correttore liquido bianco (anche se bisognava soffiarci sopra per farlo asciugare).

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Shutterstock-William Potter

È stata un’invenzione della meccanografa statunitense Bette Nesmith Graham, che era anche una grande appassionata di pittura e pensò: “Se noi pittori
rimediamo ai nostri errori dipingendo sopra la tela, perché le meccanografe non possono fare lo stesso se commettono un errore di dattilografia sulla carta?”

Mise allora un po’ di acquerello bianco in una bottiglia e sperimentò. I suoi responsabili non erano molto contenti, ma i colleghi chiedevano che glielo prestasse. Allora contattò il professore di chimica del figlio e migliorò la formula per iniziare a commercializzarla con il nome di “Mistake Out” (“Via gli errori”) nel 1956. Anni dopo vendette la sua compagnia per quasi 50 milioni di dollari.



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5. I biscotti con le gocce di cioccolato

Ok, i dolci non salveranno il mondo (anche se ricordo che da piccola qualche biscotto al latte era il rimedio per ogni problema), ma questi biscotti sono un classico della pasticceria mondiale e sono stati inventati da Ruth Wakefield, una signora che possedeva un albergo nello Stato del Massachusetts (Stati Uniti) e amava cucinare per i suoi ospiti.

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Shutterstock-Brent Hofacke

Un giorno voleva cucinare dei biscotti al cioccolato ma si rese conto che aveva finito il cacao in polvere, e quindi decise di prendere una barretta di cioccolato Nestlè che aveva e di spezzettarla per dare un sapore al cioccolato all’impasto. C’è chi dice che in realtà sperava che il cioccolato si sciogliesse, versione che poi l’interessata negò dicendo che non si trattava di una conseguenza indesiderata ma di una ricetta nuova.

Ad ogni modo i biscotti furono un successo, soprattutto grazie al fatto che iniziò a regalarli ai soldati che combattevano nella II Guerra Mondiale, e i militari chiedevano alle famiglie di inviargliene altri. Moltissimi imprenditori si offrirono di comprare la sua idea, che alla fine vendette alla Nestlè per 1 dollaro (sì, uno!) e una fornitura di cioccolato per tutta la vita (abbiamo capito che le sue priorità non erano economiche).

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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