Dai tentativi di suicidio di Maddalena De’ Pazzi al patto di Egidio. Così il diavolo ha tentato di impossessarsi dei loro corpi
Siamo nel campo della spiritualità, nel terreno dei mistici. Dove i confini tra ciò che accade all’esterno del corpo e ciò che viene percepito come evento reale sono difficili da verificare. Ma la storia annovera numerosi casi in cui un santo o un beato è stato costretto a fronteggiare il demonio e ha subito da esso torture fisiche. A volte Satana si è impossessato del corpo, altre volte lo ha vessato, altre lo ha ossessionato.
Marco Tosatti in “Santi indemoniati” (edizioni Chorabooks) elenca numerosi casi. Aleteia ne ha selezionati sette.
1) LE BESTEMMIE DI GIOVANNI DEL CASTILLO
Padre Giovanni del Castillo, gesuita del XVI secolo, che ossessionato dal demonio bestemmiava contro la sua volontà. «Il demonio – scrive il confratello padre Auguste Poulain – si serviva anche delle mani di questo santo religioso per schiaffeggiare, bruciare, immagini della Beata Vergine”.
2) IL COLTELLO DI MADDALENA DE’ PAZZI
Molti santi e beati, sotto la spinta demoniaca, hanno avuto l’idea del suicidio. Maria Maddalena de’ Pazzi, vissuta nella seconda metà del cinquecento, nota per le sue estasi, la notte di Sant’Andrea (30 novembre) abbandonò il coro e corse nel refettorio per prendere il coltello e cercare di togliersi la vita. In un’altra occasione, temendo di cadere nuovamente di cadere in questo impulso, si fece legare.
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3) IL PATTO CON SANGUE DI EGIDIO DEL PORTOGALLO
Il Beato Egidio del Portogallo, amante di scienze e magia, durante uno dei suoi viaggi strinse un patto con il diavolo. «Impegnò la sua fede sotto il sigillo di un giuramento abominevole e vendette la sua anima con uno scritto vergato dalla sua mano, e firmato con il sangue», scrive il suo biografo, il domenicano Andrea Resendio.
Un giorno le apparve un fantasma, sotto forma di un cavaliere armato, e gli intimò di cambiare vita. Egidio terrorizzato chiese perdono al Signore e da allora avviò un itinerario spirituale che lo portò a diventare frate.
Per sette anni, questo beato vissuto nel tredicesimo secolo, fu tormentato dai demoni, che gli ricordavano il passato e il patto sottoscritto e non onorato. Fino al giorno in cui per intercessione della Vergine, il patto fu disfatto e i demoni lasciarono tranquillo, per sempre, Egidio.
4) LE VESSAZIONI DI SANTA COLETTE DI CORBIE
Le vessazioni diaboliche infestarono la vita di Santa Colette di Corbie, nata nel 1380. Lei, che fu la grande riformatrice delle Clarisse, fu ostaggio di demoni che si servivano di mezzi naturali per disturbarla durante il suo percorso mistico.
Racconta Pierre de Valles, confessore della beata: «Provava una repulsione istintiva per le formiche. Nel convento di Besancon i diavoli la perseguitavano, riempiendo spesso di questi piccoli animali fastidiosi i luoghi che frequentava e gli oggetti che preferiva, come l’oratorio e i libri. Vi radunavano migliaia di queste bestiole, che scomparivano con la stessa rapidità con cui erano apparse».
In Linguadoca questa persecuzione prese la forma di mosche. In Piccardia ci furono nel suo letto e nel suo oratorio invasioni di lumache, tartarughe e altri rettili. Fra queste persecuzioni la più gravosa durò i sette anni che precedettero la sua morte. Quando si metteva in preghiera i demoni apparivano sotto forme di mosche, leopardi, leoni, belve di ogni tipo. Parecchie sue consorelle videro queste figure.
5) LE PERCOSSE A SAN NICOLA DA TOLENTINO
Neanche San Nicola da Tolentino, dell’ordine dei frati eremiti di Sant’Agostino, autore di numerosi miracoli, trenta dei quali furono giudicati autentici dalla commissione che esaminò la sua causa di beatificazione, fu esente da fastidi notevoli. Una sera, mentre era in preghiera nel suo oratorio, vide il diavolo spegnere la lampada, gettarla a terra e spezzarla.
Il suo contemporaneo e storico, frate Pietro di Monte Rubiano, che racconta queste vessazioni, aggiunge che lo spirito si installava sul tetto del suo oratorio imitando il grido delle differenti bestie selvagge, girava e rigirava le tegole come se volesse mettere sottosopra la copertura.
Vedendo che il santo continuava a pregare, lo copriva di percosse a tal punto che per lunghi giorni i segni restavano visibili su tutto il corpo. Una volta il demonio che lo tormentava dichiarò: “Io sono Belial, che ti sono stato dato per essere l’ago della tua santità”. San Nicola, morto nel 1305, fu canonizzato nel 1446.
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6) GLI INCONTRI NOTTURNI DI SANT’ALFONSO
Sant’Alfonso Rodriguez, patrono dei portieri e degli uscieri, verso i cinquant’anni, e per sette anni di seguito, dopo aver ricevuto grandi grazie, fu attaccato non solo da tentazioni violente ma da assalti fisici. «Talvolta – scrive Alban Butler, suo biografo – questa persona era così serrata e inseguita così da vicina che era impossibile descrivere la sua pena». Talvolta assisteva alle conversazioni infernali e sentiva i diavoli bestemmiare Dio. Oppure era sul punto di morire soffocato perché gli stringevano la gola.
Generalmente questi incontri avvenivano a mezzanotte, mentre dormiva. Sant’Alfonso si svegliava per il gran baccano. Allora i demoni iniziavano a ballare intorno a lui, gli si gettavano addosso, gli afferravano il braccio per eccitarlo al male, senza che lui poteva sbarazzarsene. Furono anni di grandi sofferenze.
7) LO STRANGOLAMENTO DI SANT’IGNAZIO
Anche Sant’Ignazio di Loyola dovette lottare contro Satana. «Giampaolo, che fu per molto tempo compagno di stanza di Sant’Ignazio – scrive Paul Verdun – dormente una notte in un letto vicino al suo, fu risvegliato da un rumore di percosse e dai gemiti del fondatore della Compagnia di Gesù. Si alzò e chiese al suo vicino cosa stava accadendo. Ma Sant’Ignazio, senza rispondergli, gli ordinò di tornare a letto e di dormire. Lo spirito delle tenebre tentò, in un’altra occasione, di strangolare il santo, che restò afono per parecchi giorni».
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