A Milano avvenne la svolta nella vita del santo che non credeva in Dio
Agostino nel 384, grazie all’aiuto del prefetto di Roma Quinto Aurelio Simmaco, su raccomandazione dei manichei, riesce ad ottenere la cattedra di retorica a Milano.
Milano, sede della corte imperiale della dinastia Valentiniana con quasi 130.000 abitanti, è un centro di riferimento fiorente di attività produttive, centro di commerci e di ricchezze.
Qui Agostino, in qualità di funzionario pubblico, incontra il vescovo Ambrogio per una visita di cortesia. Ambrogio lo accoglie con affetto e gentilezza. Sarà il primo di una serie di incontri tra Agostino, che era non credente, e il vescovo.
Un percorso di conversione lungo e accidentato. Che culmina nel fatidico faccia a faccia ripreso dalla miniserie “Sant’Agostino” (Rai 1, 2009).
“LA VERITA’ E’ GESU’ CRISTO”
Agostino chiede al vescovo, a nome dell’imperatore Valentiniano, che ceda la basilica della città alla comunità ariana.
Ambrogio: «L’imperatore pretende che io la ceda? In nome di quale autorità?».
Agostino: «In nome dell’autorità conferitagli da Dio».
Ambrogio: «Menzogne. Come osate chiamare Dio come vostro garante? Voi non credete in lui, non credete in niente. E invocate il ritorno degli Dei pagani. Raccontate menzogne! Tornate in voi stessi e chiedetevi quale sia la verità. Solo la verità potrà rendervi veri uomini, uomini liberi».
Infine Ambrogio fa un ultimo richiamo paterno ad Agostino. «Ricordate cosa vi ho detto: non è l’uomo a trovare la verità, deve lasciare che sia la verità a trovare lui. Perché la verità è una persona, è Gesù Cristo, il figlio di Dio».
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PAROLE CHE SCUOTONO
Milano è sicuramente un passaggio fondamentale per la conversione di Agostino: infatti qui ha modo di ascoltare i sermoni di sant’Ambrogio.
All’inizio Agostino frequenta Ambrogio non per imparare, ma per giudicare se egli merita la fama di cui gode. Pian piano però le parole di sant’Ambrogio penetrano il cuore di Agostino, sempre alla costante ricerca della verità.
IL BATTESIMO
Per sant’Agostino sant’Ambrogio è un maestro che con dolcezza e carisma ha arato e coltivato la sua anima interiore fino a condurlo ad una vita nuova, una vita di fede. Nel 387, infatti, sarà lo stesso Ambrogio a battezzarlo e farlo entrare ufficialmente nella comunità cristiana.