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Cosa dice la scienza sulle lacrime della Madonna di Siracusa?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 30/08/17
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Si è trattato di secrezione umana. Al punto da mettere in difficoltà anche gli esperti atei che le avevano esaminate

Il miracolo – riconosciuto in pochi mesi dalla Chiesa – è quello avvenuto a fine agosto del 1953, a Siracusa, in casa di una giovane coppia di sposi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto, in attesa del loro primo figlio.

Il 29-30-31 agosto e l’1 settembre, da un quadretto di gesso raffigurante il cuore immacolato di Maria, posto a capezzale del letto matrimoniale, sono sgorgate delle “lacrime umane” (Aleteia, 5 febbraio 2015).

L’atteggiamento della Chiesa in questo frangente, fu di opportuna prudenza; il parroco di allora don Giuseppe Bruno, con il permesso della Curia arcivescovile di Siracusa, spiega Famiglia Cristiana (30 agosto), si recò il 1° settembre verso le 11 in casa Iannuso, con alcuni dottori del Laboratorio di Igiene e Profilassi della Provincia.

IL PRELIEVO

Questi esperti, tra cui il dottor Michele Cassola, dichiaratamente ateo, e che in seguito presiederà la Commissione scientifica, una volta sul luogo, divennero testimoni oculari della lacrimazione.

Gli occhi di Maria si manifestarono gonfi di lacrime come di una persona presa da forte emozione, che presero a scendere rigando il delicato volto, andando a raccogliersi nel cavo della mano. Anche se alcuni presenti riuscirono ad assorbire con del cotone qualche lacrima, come già nei giorni precedenti, i chimici con la loro provetta, riuscirono ugualmente a raccoglierne una parte di circa un centimetro cubo.

COSA DICONO LE ANALISI

La Commissione scientifica nei giorni seguenti il prelievo diede un’ampia relazione. La parte di apparente maiolica dell’effige della Vergine, fu staccata dal vetro nero di supporto e si poté constatare che era costituita da uno spessore di gesso da 1 a 2 cm circa e che al momento dell’esame era completamente asciutta.

Poi il liquido raccolto venne sottoposto ad una serie di analisi chimico-fisico-biologiche, che confrontate con il secreto lacrimale di un adulto e di un bambino di due anni e sette mesi, facevano riscontrare la stessa composizione e le stesse sostanze escretorie del tipo di lacrime umane.



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La relazione porta la firma dei componenti e dello stesso presidente della Commissione, dottor Cassola, il quale pur essendo ateo e non credente, non sapeva spiegarsi scientificamente il fenomeno; la data è del 9 settembre 1953.

IL RICONOSCIMENTO DELLA CHIESA

La posizione della Chiesa in merito, come scrive ancora Famiglia Cristiana, è stata netta: tre mesi dopo la pubblicazione della relazione, il 12 dicembre 1953, l’episcopato della Sicilia, unanimemente dichiarò autentica e senza dubbio la lacrimazione prodigiosa.

Un anno dopo papa Pio XII, il 17 ottobre 1954 diffuse nel mondo un radiomessaggio, dicendo tra l’altro: «Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria!». Si era in pieno periodo della cortina di ferro sovietica e della Chiesa del silenzio, perseguitata dal regime comunista.

LA CUSTODIA

Oggi le lacrime sono state raccolte in un artistico e prezioso reliquiario nel Santuario – inaugurato da Giovanni Paolo II il 6 novembre 1994 – opera del professore Biagio Poidimani di Siracusa, è a tre ripiani sovrapposti e alla base, ai quattro angoli, vi sono le statuine di s. Lucia, patrona di Siracusa, San Marziano, primo vescovo della città e quelle dei santi apostoli Pietro e Paolo.



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CHI HA CONTESTATO IL MIRACOLO?

Luigi Garlaschelli, noto ricercatore del Dipartimento di chimica organica presso la Facoltà di Chimica dell’università di Pavia, membro del Comitato per il controllo delle affermazioni sul paranormale (Cicap) Luigi Garlaschelli, membro del CICAP sostiene di aver riprodotto diverse volte il miracolo della lacrimazione imbevendo una statua di materiale poroso in un liquido salino. Alla statua, successivamente smaltata erano praticati alcuni fori all’altezza degli occhi dove il liquido di cui era intrisa poteva fuoriuscire dando l’effetto di una lacrimazione.

Recuperata una copia esatta della statua di Siracusa realizzata dallo stesso produttore nello stesso periodo, Garlaschelli ha fatto notare come essa sia proprio di gesso smaltato, con una cavità dietro la testa (Agora Vox, 17 aprile 2013).

“NESSUN PORO O IRREGOLARITA'”

Ma come scrive Saverio Gaeta in “Siracusa e le lacrime della Madonnina“, la commissione all’epoca degli eventi aveva smontato l’effigie per verificare la presenza di elementi estranei alla statua e nel rapporto ufficiale avesse riconosciuto che: «È da notare che l’esame con lenti di ingrandimento degli angoli interni degli occhi non ha fatto rilevare nessun poro o irregolarità della superficie dello smalto, inoltre, come si evince dal filmato in possesso della Curia Arcivescovile di Siracusa, ad ogni fuoriuscita di lacrime, avvenisse un rigonfiamento della palpebra inferiore».



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