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Alcune cose da sapere assolutamente sul viaggio del Papa in Colombia

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 06/09/17
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Dalla mediazione tra Santos e la guerriglia alla beatificazione di Jaramillo e Ramirez

Solcherà l’oceano Atlantico, percorrendo 19.650 chilometri, per recarsi in un solo Paese. La Colombia è l’unica meta del prossimo pellegrinaggio internazionale di papa Francesco. In genere, nel dover percorrere una simile distanza, il Pontefice abbina più nazioni. Stavolta non l’ha fatto.

Il viaggio è da mercoledì 6 a lunedì 11 settembre e toccherà le città di Bogotà-Villavicencio-Medellín-Cartagena. Il Papa atterra a Bogotà alle 23.30 ora italiana (ore 16.30 locali) dopo 12 ore di volo.

PERCHE’ VA IN COLOMBIA?

Bergoglio va – lo ha detto più volte – per accompagnare la Colombia nel primo passo verso la pace. Una pace troppo a lungo impensabile e impensata. La guerra tra governo e guerriglia delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc) è senza soste.

Alle spalle, il Paese latinoamericano ha un dolore mai sopito per un conflitto che ha provocato in mezzo secolo almeno 260 mila morti, più di 60 mila dispersi e 7 milioni di sfollati e profughi. Si tratta di stime, perché probabilmente le cifre esatte non le sapremo mai (Radio Vaticana, 6 settembre).

Per questo al centro della visita ci sarà una forte chiamata alla responsabilità e allo stesso tempo l’impegno ad accompagnare la riconciliazione tra le parti.

«Mi aspetto che il Papa, per grazia dello Spirito santo e con la sua esperienza pastorale, raggiunga con un messaggio di pace e riconciliazione il cuore di tutti i colombiani»: Guzmán Carriquiry, segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina.



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IL VATICANO, IL GOVERNO E LA GUERRIGLIA

Nel paese è stato faticosamente raggiunto nei mesi scorsi uno storico accordo tra il Governo di Juan Manuel Santos – che per questo motivo si è visto assegnare il premio Nobel per la pace – e i guerriglieri delle Farc (che verranno riconosciute come un partito), accordo che entra ora nella sua delicata fase di applicazione. A dicembre scorso il Papa aveva ricevuto in Vaticano lo stesso Santos insieme al suo predecessore Alvaro Uribe, capofila dell’opposizione all’accordo.

«E’ stato espresso apprezzamento per il sostegno del Papa al processo di pace – scrisse il Vaticano in una nota, al termine dell’incontro – e si è auspicato che tale pace sia stabile e duratura. Si è rilevata, a tal fine, l’importanza dell’incontro e dell’unità tra le forze politiche colombiane e dell’impegno delle FARC-EP, mentre la Chiesa locale potrà continuare ad offrire il suo contributo in favore della riconciliazione nazionale e dell’educazione al perdono e alla concordia» (La Stampa, 1 settembre).



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Spiega Gianni La Bella, storico dell’università di Modena e Reggio Emilia e noto studioso di cristianesimo latinoamericano che, per la Comunità di Sant’Egidio, ha seguito in prima linea l’intero iter: «Il Papa ha fatto una sorta di mediazione indiretta, svolgendo un’azione di rassicurazione nei confronti delle parti. In particolare per le Farc ciò era imprescindibile».

«La guerriglia – prosegue lo storico – si è rivolta più volte a Francesco: ho consegnato io stesso tre sue lettere. Da quegli scritti emergeva come essa riconoscesse nel Pontefice l’unica autorità morale in grado di dare slancio al negoziato» (Avvenire, 5 settembre).

GLI APPUNTAMENTI CLOU

Giovedì 8 settembre Francesco si ferma a Bogotà, dove la mattina incontra il presidente Santos. Nel pomeriggio celebra messa nel parco Simon Bolivar dove sono attesi 700mila fedeli.

Venerdì 9 settembre il Papa visita durante il giorno Villa Vicencio, al centro del paese, e presiede un «grande incontro di preghiera per la riconciliazione nazionale» nel Parque Las Malocas alla presenza di vittime di violenza e di ex guerriglieri. In questa occasione Francesco beatifica il vescovo Jesús Emilio Jaramillo (ucciso da una banda di ispirazione marxista) e il sacerdote di campagna Pietro Maria Ramírez.



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Sempre sul tema della riconciliazione, questa volta con la natura, sarà la sosta pomeridiana alla Croce della Riconciliazione nel Parque de los Fundadores, dove inizia l’Amazzonia: lì il Papa pianterà un albero a titolo simbolico

Domenica 10 settembre a Cartagena Francesco celebra l’Angelus e visita la casa santuario di san Pietro Claver, grande difensore dei diritti umani delle minoranze afroamericane.

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