Vale la pena di prendersi del tempo per pregare con le preghiere della Chiesa, per imparare ad apprezzarle di nuovoAlla fine della mia confessione dell’altro giorno, il sacerdote ha recitato una preghiera che non ricordo di aver mai sentito prima.
Ho lasciato il confessionale chiedendomi se fosse una parte dell’assoluzione a cui non avevo mai fatto caso (la formula dell’assoluzione consiste nelle parole che donano il perdono – l’assoluzione – per i miei peccati e lasciano la mia anima nuovamente bianca come al momento del Battesimo. Per risparmiare tempo e far procedere la fila di chi si va a confessare, molti sacerdoti pronunciano queste parole mentre il penitente recita l’Atto di Dolore).
La preghiera che ha recitato è una delle forme di congedo previste per questo sacramento:
La Passione di nostro Signore Gesù Cristo e l’intercessione della Beata Vergine Maria e di tutti i santi, qualunque bene tu compia e qualsiasi sofferenza sopporti, possano guarire i tuoi peccati, aiutarti a crescere nella santità e ricompensarti con la vita eterna. Vai in pace.
Il sacerdote ha sottolineato particolarmente ciascuna delle parole “qualsiasi sofferenza sopporti”. È stato così confortante ascoltarlo e sapere che le prove che sto affrontando, anche se in parte dipendono da me, possono aiutare a guarire i miei peccati.
La preghiera che ci viene offerta dalla Chiesa è quasi un riassunto del modo in cui si verifica la nostra salvezza. Sappiamo che Gesù è l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo (che elimina il mio peccato).
Il Catechismo spiega al paragrafo 615 e in quelli successivi che “con la sua obbedienza fino alla morte, Gesù ha compiuto la sostituzione del Servo sofferente che offre se stesso in espiazione, mentre porta il peccato di molti, e li giustifica addossandosi la loro iniquità. Gesù ha riparato per i nostri errori e dato soddisfazione al Padre per i nostri peccati”.
E noi siamo invitati a partecipare a tutto questo.
“La croce è l’unico sacrificio di Cristo, che è il solo mediatore tra Dio e gli uomini. Ma poiché, nella sua Persona divina incarnata, ‘si è unito in certo modo ad ogni uomo’, egli offre ‘a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale’”.
È per questo che il sacerdote poteva pregare che le sofferenze che sto affrontando potessero guarire i miei peccati. E questo offre speranza e prospettiva – ci aiuta a vedere che la sofferenza, anche se non possiamo sfuggirla, può essere piena di scopo e significato.
Vale la pena di prendersi il tempo di pregare con le preghiere della Chiesa, e di non abituarsi talmente a loro da scollegarci mentre vengono recitate. Ecco le parole dell’assoluzione e le cinque opzioni per il congedo:
ASSOLUZIONE
Il sacerdote stende le mani sulla testa del penitente (o stende almeno la mano destra) e dice:
Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Il penitente risponde Amen.
LODE DI DIO E CONGEDO
Dopo l’assoluzione, il sacerdote continua: Lodate il Signore perché è buono. Il penitente conclude: Eterna è la sua misericordia.
Poi il sacerdote congeda il penitente che è stato riconciliato dicendo: Il Signore ti ha liberato dai tuoi peccati. Vai in pace.
O:
La Passione di nostro Signore Gesù Cristo e l’intercessione della Beata Vergine Maria e di tutti i santi, qualunque bene tu compia e qualsiasi sofferenza sopporti, possano guarire i tuoi peccati, aiutarti a crescere nella santità e ricompensarti con la vita eterna. Vai in pace.
O:
Il Signore ti ha liberato dal peccato. Possa portarti sano e salvo nel Suo regno in cielo. Sia gloria a Lui per sempre. Amen.
O:
Beati coloro i cui peccati sono stati perdonati, le cui opere malvagie sono state dimenticate. Gioisci nel Signore, e vai in pace.
O:
Vai in pace e proclama al mondo le splendide opere di Dio, che ti ha donato la salvezza.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]