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Il cardinale Sarah spiega come i cattolici possono accogliere gli omosessuali

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Aleteia Brasil - pubblicato il 13/09/17
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Fa correzioni importanti all’approccio del mediatico padre James Martin, che ha presentato una visione deturpata della dottrinaIl cardinale Robert Sarah ha pubblicato sul Wall Street Journal il seguente articolo su come la Chiesa guarda a chi prova attrazione per le persone dello stesso sesso. Nel testo affronta l’approccio del sacerdote gesuita James Martin, diventato noto sui media per aver presentato una visione deturpata della dottrina della Chiesa in relazione all’omosessualità. Il cardinale africano ha spiegato in modo breve e chiaro cosa insegna davvero la Chiesa su questo argomento complicato, e ha parlato degli innumerevoli frutti che sono già sbocciati nella vita di chi ha accolto queste verità sulla natura umana. Riportiamo di seguito l’articolo del porporato:

 

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Come i cattolici possono accogliere i fedeli LGBT

del cardinale Robert Sarah

La Chiesa cattolica è stata criticata da molti, inclusi alcuni dei suoi seguaci, per la sua risposta pastorale alla comunità LGBT. […] Tra i sacerdoti cattolici, uno dei critici più famosi del messaggio della Chiesa sulla sessualità è padre James Martin, un gesuita statunitense.

Nel suo libro Building a Bridge (Gettare un ponte), pubblicato all’inizio di quest’anno, ripete la critica comune per la quale i cattolici sono stati severi con l’“omosessualità” mentre trascuravano l’importanza dell’integrità sessuale tra tutti i loro fratelli nella fede.

Padre Martin ha ragione quando afferma che non dovrebbero esistere due pesi e due misure per quanto riguarda la virtù della castità, che pur se esigente fa parte della Buona Novella di Gesù Cristo per tutti i cristiani. Per le persone non sposate, indipendentemente dall’attrazione che provano, la castità fedele richiede l’astinenza dal sesso.

Questo può sembrare troppo esigente, soprattutto al giorno d’oggi, ma sarebbe contrario alla saggezza e alla bontà di Cristo esigere qualcosa di impossibile. Gesù ci chiama a questa virtù perché Egli ha creato i nostri cuori per la purezza, come ha creato le nostre menti per la verità. Con la grazia di Dio e la nostra perseveranza la castità non solo è possibile, ma diventerà anche fonte di vera libertà.

Non abbiamo bisogno di molto per vedere le tristi conseguenze del rifiuto del progetto di Dio per l’intimità e l’amore umani. La liberazione sessuale che promuove il mondo non mantiene ciò che promette. Anzi, la promiscuità è la causa di tante sofferenze superflue, di tanti cuori spezzati, di tanta solitudine e del trattare gli altri solo come un mezzo per la gratificazione sessuale. Come madre, la Chiesa tenta di proteggere i suoi figli dal male del peccato, nell’espressione della sua carità pastorale.

Nel suo insegnamento sull’omosessualità, la Chiesa guida i suoi seguaci distinguendo le loro identità dalle loro azioni e attrazioni. In primo luogo ci sono le persone in sé, sempre buone perché sono figlie di Dio. Poi c’è l’attrazione per le persone dello stesso sesso, che non è peccaminosa in sé se non è desiderata o messa in pratica, ma che è comunque in contrasto con la natura umana. Esistono infine i rapporti tra persone dello stesso sesso, che sono gravemente peccaminosi e pregiudizievoli per il benessere di chi li pratica.

Le persone che si identificano come membri della comunità LGBT devono essere chiamate a questa verità con carità, soprattutto da parte del clero che parla a nome della Chiesa su questo argomento complesso e difficile.

Prego perché il mondo ascolti finalmente la voce dei cristiani che sperimentano l’attrazione per le persone dello stesso sesso e hanno trovato pace e gioia vivendo la verità del Vangelo. Sono stato benedetto dai miei incontri con loro, e la loro testimonianza mi commuove profondamente. Ho scritto la prefazione di una di queste testimonianze nel libro di Daniel Mattson Why I Don’t Call Myself Gay: How I Reclaimed My Sexual Reality and Found Peace (Perché non mi definisco gay: come ho rivendicato la mia realtà sessuale e ho trovato la pace), con la speranza di far sì che la sua voce e altre simili possano essere più ascoltate.

Questi uomini e queste donne testimoniano il potere della grazia, la nobiltà e la resilienza del cuore umano e la verità dell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità. In molti casi hanno vissuto lontano dal Vangelo per un periodo della loro vita, ma si sono riconciliati con Cristo e con la sua Chiesa.

La loro vita non è facile né esente da sacrifici. Le loro inclinazioni non sono state vinte completamente. Ma hanno scoperto la bellezza della castità e delle amicizie caste. Il loro esempio merita rispetto e attenzione, perché hanno molto da insegnare a tutti noi su come accogliere e accompagnare meglio i nostri fratelli e le nostre sorelle con vera carità pastorale.

Dal blog Senza Pagare

 

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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