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Giulia Michelini: «Mio figlio mi ha salvato la vita»

GIULIA MICHELINI

ROME, ITALY - FEBRUARY 27: Actress Giulia Michelini poses to the media during the Turkish Director Ferzan Ozpetek's new movie ''Allacciate le Cinture" promotion in Rome, Italy on February 27, 2014. Evren Atalay / Anadolu Agency

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Silvia Lucchetti - Aleteia Italia - published on 17/11/17
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L’attrice scopre di essere incinta all’età di 19 anni, decide di abortire ma poi cambia idea contro il parere della sua famigliaVe la ricordate giovanissima, nel personaggio della sorella di Claudia Pandolfi nella serie tv Distretto di Polizia? E poi come non citarla nei panni di Marika nell’esilarante film di Checco Zalone Cado dalle nubi? Oggi però Giulia Michelini è nota al grande pubblico per il ruolo della mafiosa Rosy Abate in Squadra Antimafia – Palermo oggi e nel successivo Rosy Abate – La serie in onda proprio questi giorni. Rosy è una donna che nel cuore ha posto solo per il figlio, come ha recentemente dichiarato l’attrice, che la interpreta magistralmente, in un’intervista a Tgcom24.

Solo qualche giorno fa ho scoperto che questa talentuosa artista ha alle spalle una storia ricca di umanità e coraggio che vale la pena raccontare.

A Vanity Fair infatti nel 2015 ha rilasciato un’intervista dal titolo: «Un bambino mi ha salvato». E questo bambino non è un personaggio di un film, ma è proprio suo figlio: Giulio Cosimo.


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Incinta all’età di 19 anni

L’attrice all’età di 19 anni scopre di essere incinta. Inizialmente pensa di non tenere il bambino, e tutte le persone che le sono vicino, compresi i suoi genitori, le consigliano di abortire “perché un figlio alla tua età ti rovina la vita”.

Giulia fissa un appuntamento per interrompere la gravidanza, ma una volta lì rinuncia e decide di andare via:

«All’appuntamento sono andata da sola. È stata chiamata una ragazza, poi un’altra, non so neanche io che cosa mi ha portato ad alzarmi; so solo che a un certo punto sono andata via» (Vanity Fair).

Rinuncia all’aborto

Grazie a Dio cambia idea, e con il cuore pieno di emozioni e paura telefona a sua madre:

«Ero nel panico totale. Una volta uscita, sono entrata in una cabina telefonica per chiamare mia madre. Sull’apparecchio c’era un elastichetto da bambina, non ricordo se con due cubetti o due ciliegine. Lo so, è stupido, ma vedendolo mi sono detta: va bene così, sto facendo la cosa giusta». (Vanity Fair)



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La paura… ma anche il coraggio

In quel periodo viveva una storia complicata con il padre del bambino, un ragazzo di otto anni più grande che l’aveva portata a frequentare ambienti poco puliti della borgata romana, molto lontani dal mondo in cui era cresciuta. L’attrice quando sceglie di tenere il figlio è consapevole che quel rapporto non ha futuro, ma…

«Non credevo molto nel rapporto con il padre; anzi, a dirla tutta, sapevo che sarebbe finita e che sarei rimasta sola con mio figlio, ma è come se questa cosa mi avesse dato una spinta in più». (Vanity Fair)

“Credo mi abbia salvato la vita”

La scelta di portare avanti la gravidanza la responsabilizza, le dona forza e coraggio e… le salva la vita:

«Sentivo che questa decisione dava una definizione ai miei contorni, mi consentiva di vedermi, di esserci. In quel momento forse avevo bisogno di sentirmi viva. A quell’età non desideravo un figlio, volevo indipendenza, sentirmi libera di andare come un treno, ma questo bambino, dandomi un peso specifico, credo che mi abbia salvato la vita. Ha allontanato la mia parte autolesionista, senza di lui è probabile che mi sarei persa». (Vanity Fair)

La famiglia non è d’accordo ma…

I genitori non reagiscono positivamente alla sua decisione ma questo non frena Giulia…

«(…) all’epoca mi è pesato andare contro la famiglia. È stata la prima grande decisione della mia vita. Sono andata via di casa e per sei mesi non ci siamo parlati. Poi, quando ha iniziato a spuntarmi la pancia, si sono riavvicinati. (…) Oggi mio figlio è la luce dei loro occhi, non so come farebbero se non ci fosse; e non so come farei io senza di loro, perché mi hanno aiutata tantissimo: quando lavoro, Cosimo sta con i miei genitori». (Vanity Fair)



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Quando una madre in difficoltà non abortisce, non salva solo il bambino che porta in grembo, ma anche se stessa, che verrebbe prima o poi lacerata dal trauma di aver soppresso la vita del proprio figlio.

E poi… un Bambino ci ha già salvato tutti: è la storia dell’umanità!

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