Dalle bugie all’induzione al peccato. Siate consapevoli dei giochi subdoli di Satana!
San Tommaso d’Aquino scoperchia i trucchi del diavolo. Dal modo in cui induce l’uomo a peccare sino alle bugie: il frate domenicano nelle sue opere spiega chiaramente queste “operazioni” di Satana sull’uomo.
Papa Francesco in “Il diavolo c’è” (Edizioni San Paolo) – una raccolta dei suoi interventi a cura di Diego Manetti – cita in particolare due scritti di Tommaso.
Perché il diavolo è bugiardo
Bergoglio ci ricorda, infatti, che nel “Commento al Vangelo di san Giovanni“, il frate-teologo spiega:
“Non ha perseverato nella verità”. In proposito va notato che esistono due tipi di verità: c’è la verità della parola, e la verità delle opere. La verità della parola si ha quando uno proferisce con la bocca quello che pensa nel cuore e che corrisponde alla realtà […]. Si ha invece la verità della giustizia, o delle opere, quando uno compie quello che gli compete secondo l’ordine della propria natura. Vi ha accennato […] il Signore là dove dice: “Chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”.
A proposito di questa verità, in rapporto al demonio – ricorda San Tommaso – il Signore afferma: “Non ha perseverato nella verità” della giustizia, perché abbandonò l’ordine della propria natura, che era la sottomissione a Dio per conseguire da lui la beatitudine e l’appagamento del proprio desiderio naturale. Perciò, avendo tentato di conseguire ciò contando su sé stesso, decadde dalla verità.
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Come ci induce al peccato
Nella Quaestio disputata de Malo, q. 3, art. 4 / 58, Tommaso (nella foto un ritratto dell’aquinate), invece, spiega i due modi in cui Satana prova ad indurre l’uomo al peccato.
Il diavolo può indurre l’uomo a peccare, persuadendolo internamente. Il diavolo muove la volontà dell’uomo come chi persuade […]. Il diavolo inganna […] muovendo gli spiriti animali e gli umori interni del corpo, il cui movimento origina quelle rappresentazioni. È capace d’impedire l’uso della ragione, come nei posseduti. […] Il demonio è detto tentatore, perché saggia gli uomini, per sapere da quali rappresentazioni sono più soggiogati.
[…] Bisogna dire che, come sopra è stato detto, il diavolo non può essere la causa del peccato dell’uomo come uno che muove direttamente la volontà, ma soltanto alla stregua di chi persuade. Ora, persuade l’uomo a fare qualcosa in due modi: in modo visibile e in modo invisibile.
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Visibile
In modo visibile, il diavolo agisce come quando si manifesta all’uomo sensibilmente sotto una certa forma e gli parla sensibilmente e lo persuade al peccato, come tentò il primo uomo nel paradiso sotto forma di serpente e Cristo nel deserto, apparendogli visibilmente sotto una certa forma.
Invisibile
Tuttavia, conclude Tommaso, non si deve pensare che persuade l’uomo solo in questo modo, poiché seguirebbe che, per istigazione del diavolo, non si commetterebbero se non quei peccati che persuade di commettere, manifestandosi in modo visibile. E perciò bisogna dire che istiga l’uomo a peccare anche in modo invisibile.
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