Pregate oggi Jan Berchmans, soprattutto per i servitori dell’altare che aiutano il sacerdote a MessaVorrei raccontarvi la storia di un ragazzo diventato santo anche se non ha fondato un ordine religioso, non ha compiuto grandi atti di eroismo e non ha aderito a una vita di estrema povertà. Jan Berchmans è diventato santo essendo gentile, cortese e incredibilmente leale nei confronti della sua fede.
Jan nacque il 13 marzo 1599 in una città di nome Diest, nella zona nord-orientale del Belgio. Divenne chierichetto a 7 anni e il suo parroco, padre Emmerick, notò la sua pietà e commentò con altri che il Signore avrebbe fatto meraviglie con l’anima di quel bambino.
Quando Jan aveva 9 anni sua madre si ammalò, e il piccolo trascorse ore al suo capezzale facendo del suo meglio per confortarla e aiutarla. La donna morì quando Jan aveva 13 anni, e padre Emmerick permise a Jan di trasferirsi da lui insieme ad altri ragazzi che già abitavano lì.
Fece presto amicizia con gli altri e non esitò mai a svolgere al meglio anche i compiti più umili. Era sempre gentile e non evitava mai di fare ciò che la sua coscienza gli diceva che era giusto. La sua gentilezza e la sua intelligenza erano un grande esempio per gli altri studenti, sui quali aveva una grande influenza.
Jan lesse poi la biografia di San Luigi Gonzaga e decise di voler diventare gesuita. A 17 anni riuscì a entrare come novizio al Collegio Gesuitico di Malines (Belgio). Studiò molto, e ispirato dalla vita di San Luigi sviluppò il desiderio di insegnare ai migranti di tutte le lingue che c’erano in Europa. Nel 1618 venne inviato a Roma per ulteriori studi.
Jan Berchmans era molto povero, e il suo viaggio a Roma non fu semplice. Dovette andarci a piedi, percorrendo 1.450 chilometri. Arrivò a destinazione portando tutti i suoi beni terreni in un sacco gettato sulle spalle. Non si sa quanto ci abbia messo, ma una volta giunto iniziò subito i suoi studi.
Oltre a studiare Retorica e Filosofia, riuscì a studiare le lingue straniere con l’obiettivo di diventare missionario in Cina. Nel suo terzo anno al Collegio Romano venne selezionato per prendere parte a un dibattito filosofico presso il Collegio Greco, gestito dai Domenicani. Jan espose brillantemente le sue argomentazioni e prevalse. Sulla via del ritorno, tuttavia, si ammalò gravemente.
La sua salute peggiorò rapidamente. Sembrava avesse un raffreddore che sfociò in altre malattie ignote, e morì una settimana dopo essersi ammalato. Oggi si pensa che la sua morte sia stata provocata dalla dissenteria. Aveva solo 22 anni e non aveva vissuto abbastanza da essere ordinato sacerdote.
Jan Berchmans era noto per la sua estrema pietà e per il fatto di essere estremamente diligente in tutto, anche nei compiti più umili. Quando morì teneva tra le mani il suo rosario, un crocifisso e le regole del suo ordine. Morendo disse: “Questi sono i miei tre tesori; con questi morirò felice”.
Molti miracoli sono stati attribuiti a Jan dopo la sua morte, e come risultato il famoso “chierichetto” si è conquistato moltissimi fedeli, soprattutto in Belgio. Nei primi anni dopo il suo decesso vennero distribuite più di 24.000 sue immagini. È noto per la sua devozione al Santissimo Sacramento e alla Madonna, per cui compose una coroncina in onore dell’Immacolata Concezione.
John Berchmans è morto il 13 agosto 1621 ed è stato canonizzato il 15 gennaio 1888. È il santo patrono dei servitori dell’altare e degli studenti e un vero modello per i giovani d’oggi.
San Jan Berchmans, prega per tutti noi, soprattutto per i giovani che servono Dio come servitori dell’altare, che un giorno potrebbero sentire la chiamata a diventare sacerdoti.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]