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Piccola parabola sull’amore materno

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Isabelle Cousturie - pubblicato il 10/01/18
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Un bell’incoraggiamento per le madri, all’inizio di questo anno cominciato con la celebrazione di Maria, immagine per eccellenza dell’amore materno in tutte le sue fasi.

Celebrare la divina maternità di Maria, all’inizio dell’anno nuovo, significa anche celebrare ciascuno di noi nostra madre. Come ha detto Papa Francesco nella sua omelia della messa del 1mo gennaio scorso, a Santa Marta, significa ricordare che

le madri sono l’antidoto più forte contro le nostre tendenze individualiste ed egoiste, contro le nostre chiusure e le nostre apatie.

Una società senza madri, ha aggiunto,

sarebbe non soltanto una società fredda, ma pure una società che ha perduto il cuore, che ha perduto il “sapore di famiglia” […] una società senza pietà […]. Perché le madri, anche nei momenti peggiori, sanno dare testimonianza di tenerezza, del dono incondizionato di sé, della forza della speranza.

Per illustrare queste parole, all’inizio dell’anno, ecco una bella breve parabola estratta da un bollettino mensile d’una organizzazione caritativa canadese, Les Travailleurs de saint Joseph pour la Vie et la Famille [I lavoratori di san Giuseppe per la vita e la famiglia, N.d.T.], che si prefigge l’obiettivo di aiutare i genitori a educare i loro figli nella fede e nella fedeltà alla Chiesa:

La piccola Madre s’incamminò sul sentiero della Vita. «La strada è lunga?», domandò. «Sì», rispose la guida. «Ed è dura. E sarai vecchia prima che arriviamo a destinazione. E il traguardo sarà migliore della partenza».

Ma la giovane Madre era felice e non poteva credere che la sua felicità potesse essere superata. Continuò dunque a giocare coi suoi bambini e a pregare per loro. Coglieva loro dei fiori lungo la strada, li bagnava nell’acqua chiara dei ruscelli e il sole li riscaldava. La vita era bella e la giovane Madre esclamò: «Niente sarà mai più bello di questo!»

Venne la notte, e nella notte una tempesta. La strada si oscurò e i bambini tremavano di paura e di freddo. La Madre li coprì col suo cappotto e i bambini le dissero: «Mamma, non abbiamo paura perché tu sei con noi e sappiamo che niente di brutto può succederci». E la Madre rispose: «Ecco una cosa più bella del chiarore del giorno: ho insegnato il coraggio ai miei bambini!».

Poi venne il mattino e c’era una collina davanti a loro: i bambini scalarono la costa e s’affaticarono. Anche la madre era affaticata, ma ad ogni passo ripeteva ai bambini: «Ancora un poco di pazienza e arriviamo!». E i bambini salirono e quando arrivarono in alto dissero: «Non ci saremmo mai arrivati senza di te, Mamma!». E quella notte, prima di addormentarsi, la Madre guardò le stelle e disse: «Questa giornata è stata ancora più meravigliosa della precedente, perché i miei bambini hanno imparato ad essere forti davanti alle avversità. Ieri ho dato loro il coraggio, oggi la forza».

Il giorno seguente, nubi inquietanti oscurarono il cielo. Nubi di odio, di guerra e di morte. E i bambini avanzavano a tentoni e tentennavano nel cammino. La Madre disse: «Alzate gli occhi! Guardate in alto, verso la luce!». I bambini alzarono gli occhi e videro la Gloria Eterna al di là delle nubi, e quella li guidava di modo che poterono attraversare le tenebre. E quella notte la Madre pensò: «Ecco la giornata più bella di tutte, ho mostrato Dio ai miei bambini!».

Passarono i giorni e le settimane, poi i mesi e gli anni, e la Madre divenne vecchia, fragile e curva. I bambini invece erano grandi e forti, e avanzavano con coraggio. E quando la strada si faceva difficile erano loro ad aiutare la Madre, e quando il cammino era impervio la portavano in braccio, perché era diventata leggera come una piuma. Arrivarono infine su una collina, e da quella collina poterono vedere il nastro scintillante di una strada e dei cancelli dorati che si spalancavano grandissimi.

E la Madre disse: «Io sono arrivata al termine del mio viaggio. Adesso so che la fine è migliore dell’inizio perché i miei figli possono andare avanti da soli, e anche i loro potranno!». E i bambini dissero: «Sarai sempre con noi, Mamma, anche quando sarai passata per quei cancelli».

La guardarono avanzare sola, e i cancelli si chiusero dietro di lei. E dissero: «Non possiamo più vederla, ma è ancora con noi. Una Madre come la nostra è più di un ricordo. È una Presenza vivente!»

Padre Pokorny

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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