Una delle monarchie petrolifere del Golfo riceverà presto il segno visibile dell’aumento dei cristiani nella regioneSarà la seconda chiesa del Bahrein, ma non una qualsiasi: tra pochi giorni inizieranno i lavori di costruzione di una grande cattedrale, capace di accogliere più di mille fedeli, in un Paese che attualmente ha circa 80.000 cattolici.
I lavori, previsti a partire dal mese di aprile, secondo monsignor Camillo Ballin, vicario apostolico dell’Arabia settentrionale, dovrebbero durare quattro anni. Dal 2021, ha spiegato il presule, la cattedrale sotto il patrocinio di Nostra Signora d’Arabia testimonierà la presenza cristiana sul suolo musulmano di una delle potenti monarchie petrolifere.
Un numero sempre più consistente di cristiani nei Paesi del Golfo
Questo vasto progetto è stato deciso cinque anni fa, dopo la cessione alla comunità cristiana di un terreno a una ventina di chilometri a sud della capitale, donato alla Chiesa dal re Hamad bin Isa Al Jalifa. La monarchia sunnita dirige questo arcipelago del Golfo Persico, situato tra il Qatar a est e l’Arabia Saudita a ovest.
L’islam domina ampiamente il paesaggio politico e religioso del Bahrein – è la religione di Stato e la sharia (la legge islamica) è la fonte di tutto il diritto –, ma poco più dell’8% della popolazione è costituito da cristiani, ed è una percentuale che non smette di aumentare. Tra i Paesi coperti dal vicariato apostolico (Qatar, Arabia Saudita e Kuwait), la popolazione cristiana si conta in milioni, ha precisato monsignor Ballin.
Per la maggior parte i cristiani sono immigrati, soprattutto filippini, ma anche dell’India, che giungono nei Paesi del Golfo per via della necessità di manodopera.
Centro espirituale per l’Arabia
Il nuovo edificio cristiano ospiterà la sede del vescovado di tutta la zona apostolica. Com’è logico, la cattedrale diventerà anche la sede della Chiesa in tutto il nord del Golfo arabico.
Al di là di questo aspetto amministrativo, il vescovo ha sottolineato che Nostra Signora d’Arabia vuole anche diventare un centro di formazione spirituale. I sacerdoti potranno ad esempio riunirsi lì per svolgere ritiri o seguire corsi di catechismo. Più che un riconoscimento ufficiale per la comunità cristiana, la cattedrale risponde a un’autentica necessità spirituale.
La futura cattedrale è il segno di una certa apertura del Regno del Bahrein, insiste il vicario apostolico. Negli stessi termini ha lodato il regime nel 2016 Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite. Il rappresentate del Papa ha sottolineato la singolarità di questo benvenuto al pluralismo religioso in una “regione in cui l’apertura non è sempre presente”.
Per ulteriori informazioni, http://www.bahraincathedral.org/
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]