Sì, Papa Francesco ha un segreto per sfruttare il riposo e accumulare una buona carica per la giornata. San Giuseppe c’entra qualcosa.
Per Papa Francesco, il cattolico non deve aver paura delle tempeste o dei venti contrari, bensì deve avanzare con fiducia, aggrappandosi alla pace a alla serenità che Dio infonde nel suo cuore. Per aiutarlo, tanti santi si rivelano sostegni efficaci, e “abbandonarsi” alla loro intercessione integrando nella vita quotidiana alcuni piccoli gesti può avere effetti che non ci si immaginerebbe.
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Quando si domanda a Papa Francesco quale sia la sorgente della sua serenità malgrado le difficoltà, le tensioni e le opposizioni riscontrate fin dall’inizio del suo pontificato, egli risponde senza esitazioni: san Giuseppe. Un attaccamento che risale al giorno in cui a Buonos Aires, mentre stava per compiere 17 anni, seppe con certezza che sarebbe diventato prete, entrando per caso, «come spinto da uno strano bisogno», nella basilica di San Giuseppe – avrebbe poi rivelato. Da quel momento, il Papa dispone non soltanto di una statuetta di san Giuseppe sul comodino, ma ne ha altre due in ufficio.
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Per il Papa, avere “san Giuseppe addormentato” vicino a sé, sul comodino, è molto meglio di un calmante. Così ha sottolineato nel corso di un colloquio con i superiori generali delle congregazioni religiose:
Se ho un problema, scrivo un bigliettino a san Giuseppe e lo metto sotto una statuetta che ho in camera mia affinché egli lo sogni… perché egli preghi su quel problema.
Ma non fu quella l’unica volta in cui il Santo Padre ha parlato dei benefici di quest’immagine di san Giuseppe dormiente, un’immagine insolita in Europa ma che si vede spesso in America latina. Ne ha parlato anche nel gennaio 2015, durante il suo viaggio nelle Filippine. Ormai – assicura – «san Giuseppe dorme su un materasso di bigliettini. E io dormo bene. È una grazia di Dio. Dormo sempre sei ore. E prego, prego a modo mio…».
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«Un modello di fiducia e di fede»
Per comprendere bene questi benefici apportati da san Giuseppe dormiente, bisogna vedervi la lezione di fiducia e di fede che proprio la posizione del dormiente ispira. Il Papa insiste molto su questo aspetto. Se Giuseppe è spesso descritto dalle Scritture in atto di dormire, in compagnia di un angelo, è per meglio sottolineare la verità essenziale per la quale «Dio rivela il suo piano d’amore su di noi quando siamo in riposo». Il Papa ci si sgola e non smette di incoraggiarci tutti a prenderci ogni giorno un momento di «riposo nel Signore» per conoscere la Volontà di Dio nelle nostre vite. Il riposo è necessario «alla salute dei nostri spiriti e dei nostri corpi», afferma il Papa. Sì, non è sempre facile riuscirci, con tutti i fardelli che pesano sulla vita di ognuno, ma questo momento «è essenziale per ascoltare la voce di Dio e comprendere ciò che ci chiede». Sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, Giuseppe aveva già compreso e praticato ciò che san Paolo, più tardi, avrebbe raccomandato ai cristiani: «Non siate in affatto per alcunché, ma in ogni circostanza pregate e supplicate rendendo azioni di grazia, per far conoscere a Dio le vostre richieste» (Phil 4, 6).
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Ogni giorno il Papa consacra del tempo a riposare nel Signore. Ecco, con ogni probabilità, la ragione di tutta l’energia che sprigiona e del sorriso incoraggiante che lo caratterizza. Come san Giuseppe, dopo il riposo viene l’azione. Entrare nel mondo col nel forza della preghiera, sotto la protezione di Giuseppe che dorme e che, mentre dorme, si prende cura della Chiesa.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]