Indice puntato contro sensazionalismo e superstizione. Ok anche all’uso dei cellulari. Ma in modo costruttivo. Ecco le conclusioni del convegno internazionale del “Regina Apostolorum”
Meno esorcismi, più consulti e preghiere di liberazione. Evolve la missione dell’esorcista. E se non c’è la possibilità di un confronto viso a viso con la persona che chiede aiuto, ben venga la condivisione della spiritualità attraverso gli smartphone.
Ne hanno discusso oltre 200 persone provenienti da 51 Paesi diversi, riunite alla Pontificia Università “Regina Apostolorum” a Roma per il tradizionale convegno (iniziato nel 2005) su “Esorcismo e preghiera di liberazione”.
Guarigione e malattie
«Il corso – spiega padre Luis Ramirez, LC, dell’Istituto Sacerdos, tra gli organizzatori dell’iniziativa – è nato per venire ad incontro a chi vuole capire meglio la modalità di aiuto più adatta verso le persone che hanno bisogno di una guarigione spirituale, ma che tante volte tale guarigione implica identificare altri malattie che possono subire le persone: disturbi psicologiche, fisiologiche, dipendenze di sostanze, etc. Allora, la interdisciplinarietà gioca un ruolo importante nella riflessione, perché la carità pastorale va declinata con la verità» (La Stampa, 16 aprile).
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“Cambiare mentalità”
«Purtroppo tante volte – osserva padre Ramirez – l’argomento della guarigione spirituale si affronta con un atteggiamento di superstizione e sensazionalismo. Il corso pretende cambiare questa mentalità e sottolineare che le vittime delle malattie spirituali vanno aiutate con tutte le risorse che abbiamo a disposizione».
Ok agli smartphone
Tra queste anche la tecnologia. Il cardinal albanese Ernest Simoni, 90 anni, che ha introdotto i lavori del convegno – durato cinque giorni, dal 16 al 21 aprile – ha suggerito di usare il cellulare.
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Lo smartphone può essere utile sia per ottenere delucidazioni su determinate patologie, attraverso i motori di ricerca, sia per confrontarsi, incoraggiare, consegnare una preghiera a chi attraversa un momento di difficoltà. E questo lo si fa agevolmente attraverso le app di messaggistica come whatsapp.
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Satana on line
Ma la tecnologia può rivelarsi, un’arma a doppio taglio, poiché può scatenare quel pericolo annunciato da padre Ramirez: incentivare la superstizione. D’altro canto il demonio è una delle figure più ricercate su Internet.
Che siano veri casi di possessione oppure paura del “malocchio”, crisi familiari e lavorative o problemi di salute a volte anche solo un “mal d’amore”, che degenerano o vengono male interpretati, sta di fatto che oltre 500 mila persone in Italia si rivolgono ogni anno a sacerdoti per neutralizzare le presenze demoniache, e sono sempre di più nel mondo le persone che hanno bisogno di liberarsi da qualcosa che “non va”.
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Radici non demoniache
E questa è proprio una delle maggiori difficoltà per i professionisti dell’esorcismo. A volte dunque i mali hanno altre radici ed è necessario saper distinguere.
L’esorcista moderno dunque per fortuna non commette più l’errore del passato, di ritenere un epilettico un satanasso.
Prima il consulto medico
Può avere maggiori difficoltà a capire la differenza tra un posseduto e un bipolare, e proprio per questo, grazie anche a convegni come quello della “Regina Apostolorum”, viene consigliato di ricorrere ai poteri sacri solo dopo aver consultato tutti i medici possibili.
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