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In Canada, una sorprendente abbazia dei nostri giorni

VAL NOTRE DAME ABBEY

Dall'interno, i monaci possono ammirare la natura lungo le stagioni.

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Jacques Gauthier - pubblicato il 12/06/18
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Nell’abbazia di Val Notre-Dame, in Canada, si scoprono monaci aperti sul mondo mentre vivono claustrati in monastero. Il libro “Val Notre-Dame. L’abbaye dans les bois” [Val Notre-Dame. L’abbazia nel bosco, N.d.T.], dei fotografi Bruno-Jean Rotival e frate Bruno-Marie ne magnifica il paradosso.

Un premio ha questo di buono, che talvolta offre a un’opera una nuova vita. È il caso di “Val Notre-Dame. L’abbaye dans le bois”, insignito a maggio del premio “Libro a tematica spirituale” di Communications et Société. Già qualche mese fa avevo letto e contemplato questo bel libro. Volevo parlarne, ma altri articoli hanno monopolizzato il mio tempo, e poi mi sono scordato. Devo dire che ho un attaccamento particolare a quella comunità cistercense, avendola conosciuta dall’interno quando essa era basata ad Oka, dove ho vissuto un’esperienza monastica dal 1973 al 1977. Per di più, due anni fa ho dato gli esercizi spirituali annuali alla ventina di monaci che ora abitano a Val Notre-Dame. Ho avuto il tempo di impregnarmi del profumo di quei luoghi, anche in inverno, quando il deserto bianco sposa la spoliazione dei monaci.

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Il libro è nato dal desiderio di Bruno-Jean Rotival, che da più di trent’anni si specializza nella fotografia in contesti monastici. Voleva condividere la bellezza della nuova abbazia, un gioiellino di vetro rannicchiato nel cuore di una foresta del Lanaudière, circondata da monti e colline, vicina a St. Jean de Matha. In un epilogo rivelatore, il fotografo condivide la propria arte poetica, in cui lo sguardo si consacra all’essere, tra silenzio e contemplazione, ombra e luce, nero e bianco, senza dimenticare «il colore vibrante, accecante e orante di Val Notre-Dame, questo colore necessario, indispensabile perché s’illumini la preghiera dei fratelli di san Benedetto» (p. 240).

Il visibile per riflettere l’invisibile

L’abbazia Val Notre-Dame non è spuntata nel bosco come d’incanto. È maturata lentamente tra i monaci di Oka, disegnata dall’architetto Pierre Thibault, il quale ha raccolto meravigliosamente la sfida «di iscrivere nello spazio» l’equilibrio che la vita monastica ricerca. Qui il visibile riflette l’invisibile, il tempo fiorisce in eternità al ritmo dell’anno liturgico che unifica tutta la vita.

A immagine di questo trionfo dell’architettura, il libro è stato magnificamente editato per i tipi di Médiaspaul a Montreal. Esso rende testimonianza, in una sorta di teologia della bellezza, dell’unità dei luoghi e dei cuori, di questi «sguardi e giochi nello spazio», per riprendere il titolo del capolavoro di Saint-Denys Garneau. Le 250 foto che vi si trovano si corrispondono come se l’una fosse l’eco dell’altra, dall’esterno all’interno, rivelando l’ineffabile presenza. Dall’esterno mediante le immagini colorite di frate Bruno-Marie, che ha scoperto in sé un talento da fotografo; a lui dobbiamo la foto di copertina del libro. Dall’interno mediante le foto incorniciate di Bruno-Jean Rotival, in cui i corpi dei monaci salmodiano l’ufficio con i paesaggi che li circondano. «Esultino i campi e quanto contengono, si rallegrino gli alberi della foresta» (Sal 95, 12). L’abbazia stessa diventa foresta per celebrare il mistero pasquale al ritmo delle stagioni.

Per scoprire la bellezza del luogo, cliccate sulla prima foto della galleria:

[Traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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