Un sacerdote risponde al dubbio di un cattolicoPadre Cido Pereira, che scrive sul quotidiano O São Paulo, dell’arcidiocesi locale, ha risposto alla domanda di un lettore che riferiva la sua difficoltà a contemplare i misteri quando recita il Rosario da solo e si interrogava sulla validità del Rosario recitato senza la contemplazione.
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Ecco cosa ha risposto il sacerdote:
Può benissimo recitare il Rosario senza contemplare i misteri, fratello mio, ma la recita del Rosario è molto più completa con la loro contemplazione. E sa perché? Perché ci immergiamo fino in fondo nella storia della nostra salvezza. Contemplando i misteri, Maria ci porta a Gesù. Perché la sua devozione nei confronti di Maria non la chiude a Cristo, e con Maria lei impara a fare tutto ciò che ordina Gesù.
La bellezza della devozione del santo Rosario consiste proprio in questo immergersi nei misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi della nostra fede. È una devozione essenzialmente biblica, perché non c’è mistero contemplato che non sia presente nei testi biblici.
Vuole una catechesi più bella che ripercorrere tutta la vita pubblica di Gesù, tutto il suo insegnamento, tutta la sua Passione, Morte e Resurrezione?
La recita del Rosario ci permette tutto questo. E allora compia uno sforzo per imparare a memoria quei misteri. A furia di recitare il Rosario so tutti i misteri a memoria. E mi fa bene, quando viaggio, quando cammino per la città, quando di notte non riesco a dormire, invocare Maria e immergermi nei misteri della fede. Mi sento accolto dall’amore materno di Maria e mi sento più vicino a Gesù.
L’articolo originale di padre Cido su O São Paulo si può consultare qui.
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