“Ciò che in Europa durante il crollo dell’Impero romano e le invasioni barbariche hanno fatto i monasteri benedettini, oggi nell’impero della nuova barbarie spirituale-antropologica lo possono fare le famiglie credenti” (Cardinal Carlo Caffarra)Prosegue la preparazione della valigia dei libri per le vacanze, e fra quelli che mi attendono impilati da qualche mese spunta questa meraviglia. Si avvicina l’anniversario del dies natalis del caro Cardinal Carlo Caffarra, ed è il momento di leggere Prediche corte Tagliatelle lunghe, Spunti per l’anima (edizioni studio domenicano), una raccolta di discorsi ed omelie selezionati da Lorenzo Bertocchi e dal padre Giorgio Carbone. Una miniera d’oro, parole piene, come era nello stile del Cardinale, di cultura e senso dell’umorismo, che mescolano teologia e aneddoti destinati a rimanere scolpiti nella memoria, presi dalla storia o dai nostri giorni. Brevi quanto basta per non annoiare proprio mai, ma gustose come le tagliatelle del titolo. Ecco due “forchettate”.
Famiglie come monasteri
Ciò che in Europa durante il crollo dell’Impero romano e le invasioni barbariche hanno fatto i monasteri benedettini, oggi nell’impero della nuova barbarie spirituale-antropologica lo possono fare le famiglie credenti. E grazie a Dio esistono ancora. A questa riflessione mi stimola un piccolo poema di Chesterton, scritto all’inizio del XX secolo: La ballata del cavallo bianco. È una grande meditazione poetica su un fatto storico. È l’anno 878. Il re d’Inghilterra Alfredo Il Grande aveva appena sconfitto il re di Damimarca Guthrum, che aveva invaso l’Inghilterra. È dunque un momento di pace e serenità. Ma durante la notte dopo la vittoria, il re Alfredo ha un teribile sogno: vede l’Inghilterra invasa da un altro esercito, così descritto. “…arriveranno con carta e penna [uno strano esercito che non ha armi, ma carta e penna]/e avranno l’aspetto serio e pulito dei chierici,/ da questo segno li riconoscerete,/ dalla rovina e dal buio che portano;/da masse di uomini devoti al Nulla/ … riconoscerete gòi antichi barbari, / saprete che i barbari sono tornati”. Le famiglie credenti saranno le vere fortezze. E il futuro è nelle mani di Dio.
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Piccole comunità, opere grandiose
In quella distruzione totale di tutto che fu la caduta dell’Impero romano, Benedetto si ritirò con alcuni suoi amici nel bosco di Subiaco, semplicemente “per servire il Signore” dice nella sua Regola. Però da quel piccolo gruppo è stata generata una nuova Europa. Cioè vedete le piccole comunità sono piccole – certo – quantitativamente, ma una delle regole che il Signore segue nel Suo agire, è che Lui fa le opere grandi con le forze piccole. Questo nella Bibbia è chiarissimo. Abbiamo letto in questi giorni la storia di Gedeone: manda a casa l’uno, manda a casa gli altri, dice il Signore, e sono rimasti qualche centinaio contro un esercito di migliaia e migliaia, e il Signore ha vinto. Il santo Curato d’Ars diceva: “Vedete, il Signore con Gedeone si è servito di una mascella d’asino per vincere i suoi nemici. Pensate cosa non può fare con me che sono un asino tutto intero!”. Quindi queste piccole comunità come la vostra sono i luoghi della fioritura della nuova società, sono i luoghi dove si pongono le basi per la vera città degli uomini, e anche per la guida e un orientamento nella Chiesa.
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Ho scelto queste tra tutte le perle perché sono pressappoco le parole con cui il Cardinale mi ha congedato dopo un’ora di dialogo intenso il 24 agosto 2017, dodici giorni prima di morire. “Il Signore ama vincere con un piccolo esercito”. Che poi vorrei fosse il titolo del libro che sto preparando, nel quale raccoglierò anche le cose migliori che ho scritto per questo piccolo blog, che è anch’esso a modo suo un piccolo, scalcagnato, zoppicante esercito di mendicanti di Dio.