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È esistito davvero l’“avvocato del Diavolo”?

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Adriana Bello - pubblicato il 09/11/18
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Una persona dedicata per secoli a cercare di dimostrare che i candidati alla santità potevano non meritare di essere canonizzatiQuesta definizione, che si può ascoltare a volte anche in una conversazione casuale, fa riferimento a un vero incarico, ma non si tratta di una persona in abito elegante e formale che svolge il lavoro d’ufficio per il Diavolo qui sulla Terra (come in un film del 1997 che aveva come protagonista Keanu Reeves), ma di una posizione che, ironicamente per alcuni, è nata propri nella Chiesa cattolica.

Non si sa con certezza chi abbia introdotto questa definizione, anche se molti studiosi sostengono che sia stato Papa Leone X agli inizi del XV secolo. Era un incarico creato all’interno della Chiesa per esaminare criticamente la vita e i miracoli attribuiti a una persona candidata alla beatificazione o alla canonizzazione, visto che fino al XII secolo non c’era un regolamento chiaro al riguardo.

Quello dell’advocatus diaboli o promotore della fede, come veniva anche chiamato, era un incarico difficile, visto che spesso il sacerdote, che agiva come una sorta di procuratore, credeva a quello che vedeva o si diceva ma doveva assumere una posizione scettica e a volte perfino “mettere in discussione” la santità del futuro beato o santo, al punto da dover richiedere prove scientifiche e perfino scartare l’ipotesi che ci fossero motivi egoistici dietro a certi fatti catalogati come eroici dalla società.

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Shutterstock-Maria Avvakumova

Questo incarico era così importante che Papa Sisto V gli ha perfino attribuito un ufficio formale nel 1587, che ha poi fatto parte della Congregazione delle Cause dei Santi. A volte non si trattava di una persona sola ma di varie, che dovevano svolgere interviste, studi e tutto il necessario per dimostrare che il candidato proposto aveva davvero virtù sufficienti a meritare questo privilegio. Come si è detto, non era una cosa facile e a volte si riscontrava un grande rifiuto da parte della gente, che vedeva letteralmente queste persone come “i cattivi della situazione” o gli “avvocati del diavolo” per il fatto di avere un atteggiamento negativo e contraddittorio di fronte alle buone cause.

Papa Giovanni Paolo II ha eliminato questo incarico nel 1983 quando sono stati riviste le procedure di canonizzazione, semplificando il processo. Esiste oggi una figura di questo tipo, ma si chiama “promotore di giustizia”, e tra le sue responsabilità c’è quella di “presiedere le riunioni di teologi” e “preparare i rapporti della riunione”.

Più che un avvocato, è quindi una specie di segretario, e il suo ruolo è più sfumato. Ovviamente continuano ad esserci norme per dichiarare qualcuno beato o santo, ma sono più concise e precise.

È comunque curioso che al giorno d’oggi a volte si senta l’espressione “avvocato del diavolo”, anche a livello secolare, per parlare di una persona che avanza costantemente obiezioni o dubbi su un fatto. A volte lo facciamo anche noi. Basta solo fare attenzione al vero motivo dell’obiezione, perché a volte è la ricerca della verità, com’era in origine, ma altre è solo il voler infastidire gli altri.

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