Mercoledì in Vaticano, durante l’udienza generale, mentre si avvicendavano i saluti in diverse lingue, un intrepido bambino è salito alla ribalta per andare a giocare col costume di una guardia svizzera.
È “indisciplinato ma libero”. Dopo la catechesi del mercoledì e durante i saluti ai pellegrini, un ragazzino argentino è salito sulla ribalta dell’aula Paolo VI in Vaticano per andare a giocare con la mano di una guardia svizzera, a pochi metri da Papa Francesco. Dopo un po’ la madre si è finalmente fatta avanti per cercarlo, e ha spiegato al Vescovo di Roma che è sordomuto.
Salutando i pellegrini di lingua spagnola il Papa ha spiegato che il bambino era “libero” benché non potesse parlare. «È indisciplinato ma libero», ha esclamato gioiosamente il pontefice. «Questa libertà è quella che ci insegna Gesù quando ci domanda di fare come i bambini». «Domandiamo la grazia che questo bambino possa parlare», ha aggiunto parlando con i convenuti.
Un “cuore nuovo” abitato dallo Spirito Santo
Qualche minuto prima il Papa aveva terminato le catechesi sul Decalogo. In particolare ha detto che cercare la propria realizzazione negli idoli del mondo «ci svuota e ci rende schiavi». Solo la gratitudine verso Dio, “fondamento” della nostra obbedienza, ci libera dalle idolatrie. Ma per vivere questa liberazione ci vuole un “cuore nuovo”, abitato dallo Spirito Santo e dai “desiderî nuovi”.
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Questo “trapianto” del cuore è “seminato in noi” attraverso i dieci comandamenti, resi compiuti e perfetti in Gesù. Cristo infatti – ha sottolineato il Pontefice – non è venuto per abolire la legge ma per completarla. In Cristo, e «solamente in Lui», il «Decalogo cessa di essere condanna e diventa l’autentica verità della vita umana». Vale a dire il desiderio di amore, di gioia, di pace, di magnanimità, di benevolenza, di bontà, di fedeltà, dolcezza, dominio di sé.
Il Decalogo, “radiografia” di Cristo
Quasi senza rendercene conto, ci troviamo allora davanti a Cristo – ha osservato il capo della Chiesa cattolica. Il Decalogo è in effetti la sua “radiografia”, come un negativo fotografico che lascia apparire il suo viso – come nella Sacra Sindone, ha osservato. Trovare così Cristo nel Decalogo permette di «fecondare il nostro cuore» perché sia pieno di amore e aperto all’opera di Dio. Quando l’uomo favorisce il desiderio di vivere secondo Cristo, «apre la porta alla salvezza», ha dichiarato il vescovo di Roma.
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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]