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Notizie dal mondo: martedì 4 dicembre 2018

BARBARA BUSH,DEATH
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Paul De Maeyer - pubblicato il 05/12/18
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  1. Gli USA rendono omaggio a George H.W. Bush

La bara con la salma del fu presidente statunitense George Herbert Walker Bush, coperta dalla bandiera a stelle e strisce, è stata esposta lunedì 3 dicembre nella sala rotonda del Campidoglio a Washington D.C., per ricevere l’omaggio del mondo della politica e del pubblico. Il 41° presidente degli USA – chiamato anche George Bush senior per distinguerlo dal figlio George W. Bush – era deceduto venerdì 30 novembre nella sua casa in Texas all’età di 94 anni. Nell’aprile scorso era già scomparsa sua moglie Barbara Pierce Bush, con cui era sposato da 73 anni. Era la coppia presidenziale più longeva della storia americana.

George H.W. Bush, nato nel 1924 a Milton, nello Stato del Massachusetts, aveva alle spalle una ricca carriera come imprenditore, diplomatico e politico. Reduce della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale si arruolò come pilota nella US Navy – accadde anche che il suo aereo venisse abbattuto dalla contraerea giapponese, il 2 settembre 1944 –, Bush senior si laureò a Yale nel 1948, per poi farsi strada come imprenditore nel settore petrolifero texano.

Eletto una prima volta nel 1966 alla Camera dei Rappresentanti di Washington, venne nominato da Richard Nixon ambasciatore alle Nazioni Unite e successivamente da Gerald Ford capo dell’ufficio diplomatico in Cina. Come ambasciatore USA de facto a Pechino, Bush era molto stimato. Insieme alla moglie Barbara usava spostarsi in bicicletta nella città. Viene ricordato in Cina come un «vecchio amico», scrive il South China Morning Post.

Dopo essere stato per otto anni vicepresidente degli USA sotto Ronald Reagan, Bush venne a sua volta eletto alla Casa Bianca nel 1988. Durante il suo (unico) mandato, Bush sr. firmò la fine della Guerra Fredda, vinse in poche settimane la Prima Guerra del Golfo e ordinò anche l’invasione del Panama, per catturare il generale e dittatore Manuel Noriega, accusato di traffico di droga. Appoggiò anche la riunificazione della Germania. Per la Süddeutsche Zeitung, Bush senior era «il diplomatico nella Casa Bianca».

  1. Il Qatar lascia l’OPEC

Il Qatar ha annunciato lunedì 3 dicembre a sorpresa che lascerà a gennaio l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (meglio nota con l’acronimo inglese OPEC), di cui faceva parte dal 1961. Il piccolo Paese affacciato sul Golfo Persico, che conta circa 2,5 milioni di abitanti (dei quali però solo una minoranza ha la cittadinanza) ed organizzerà nel 2022 il campionato mondiale di calcio, vuole concentrarsi sul settore del gas naturale liquefatto (GNL), di cui è infatti il più grande produttore al mondo, come ricorda l’agenzia Reuters.

Non ci sarebbero ragioni politiche dietro la decisione del Qatar, che è uno dei più piccoli produttori di petrolio in seno all’OPEC, ma il ministro dell’Energia, Saad Sherida al-Kaabi, ha fatto capire che l’emirato non ha motivi per rimanere membro di un organismo controllato di fatto da un Paese; un netto riferimento all’Arabia Saudita. Assieme con gli Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto il potente vicino di Doha ha imposto nel giugno 2017 un blocco economico e politico contro l’emirato, una mossa giudicata discriminatoria dalla Corte Internazionale di Giustizia a L’Aja. Le autorità di Riad accusano l’emirato di appoggiare e finanziare il terrorismo.

  1. Messico: AMLO crea commissione di verità sulla strage di Ayotzinapa

Con il suo primo decreto ufficiale, il neo-presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha istituito lunedì 3 dicembre una Commissione di Verità sul «caso Ayotzinapa», in cui scomparirono a Iguala, nello Stato di Guerrero, nel settembre 2014 in totale 43 studenti della «Escuela Normal Rural Raúl Isidro Burgos» di Ayotzinapa. «Vi garantisco che non ci sarà impunità, né in questo caso così triste, doloroso, né in nessun altro», ha detto López Obrador presentando l’iniziativa per fare luce su quello che viene considerato uno dei momenti più drammatici della storia recente del Paese latinoamericano.

Come ricorda BBC Mundo, la commissione, la quale includerà anche rappresentanti delle famiglie delle vittime, è la conseguenza di una sentenza emessa nel luglio scorso da una corte federale dello Stato di Tamaulipas, secondo la quale l’inchiesta sul caso non è stata né indipendente né imparziale. Anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha espresso dubbi sull’inchiesta ufficiale. Secondo l’organismo, le persone arrestate per la strage sono state «detenute arbitrariamente e torturate per estrarre informazioni o confessioni».

  1. Olanda: corte non posticipa la data di nascita di Emile Ratelband

Una corte nella città di Arnhem, in Olanda, ha respinto lunedì 3 dicembre la richiesta avanzata nel novembre scorso da Emile Ratelband, di posticipare legalmente la sua data di nascita di ben vent’anni. Sentendosi molto più giovane della sua età anagrafica, l’uomo, che attualmente ha 69 anni, voleva infatti che sui documenti risultasse 49 anni. Di fronte al rifiuto delle autorità anagrafiche, Ratelband, che si presenta come un «guru della positività», si era rivolto alla giustizia, almeno per ora senza successo. Ratelband, che è anche un salutista – non fuma, non beve ecc., – ha già annunciato che presenterà ricorso.

Nella sua sentenza, la corte olandese sottolinea come ad esempio non tutto quello che si vuole debba essere anche possibile. Inoltre, per combattere la discriminazione per età, che Ratelband sostiene di subire, ci sono «altre vie», continua la sentenza. Allo stesso tempo, la corte si dichiara consapevole del fatto che oggigiorno le persone tendono a sentirsi «in forma e in salute più a lungo», ma questo non costituisce ancora un motivo valido per cambiare l’età anagrafica sui documenti, una mossa che del resto può avere «varie implicazioni giuridiche e sociali indesiderabili».

A tal riguardo, conviene ricordare la recente decisione della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), secondo la quale si diventerebbe anziani all’età di 75 anni. «Un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa. E un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 1980», ha spiegato Niccolò Marchionni, direttore del dipartimento cardiovascolare dell’Ospedale Careggi a Firenze.

  1. Razzo Sojuz raggiunge l’ISS, mentre il Falcon 9 lancia 64 piccoli satelliti in un colpo

Quasi due mesi dopo il drammatico incidente dell’11 ottobre scorso, quando un volo con due astronauti – il russo Alexey Ovchinin e l’americano Nick Hague – verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha dovuto fare un rientro per un atterraggio di emergenza in Kazakistan, un razzo Sojuz è partito lunedì 3 dicembre con successo dalla base di Baikonur. Dopo un volo di poco più di sei ore, la navicella ha attraccato all’ISS. A bordo della navicella c’era il nuovo equipaggio della stazione spaziale, composto dal russo Oleg Kononenko, dal canadese David Saint-Jacques e dalla statunitense Anne McClain. Ad aspettarli a bordo dell’ISS c’erano l’astronauta russo Sergej Prokop’ev, il tedesco Alexander Gerst e la statunitense Serena Auñón-Chancellor.

Da record (almeno statunitense) è stata anche l’impresa compiuta lunedì 3 dicembre da un vettore Falcon 9 della ditta «Space Exploration Technologies» (meglio nota come SpaceX) dell’imprenditore e miliardario Elon Musk. Partito dalla base aerea Vandenberg in California, il razzo, il cui booster (o primo stadio) è stato utilizzato per la terza volta, ha lanciato in orbita 64 piccoli satelliti, di cui 15 microsatelliti e 49 cosiddetti cubesats (piccoli satelliti con forma cubica) per 34 clienti diversi di 17 Paesi del mondo. Come previsto il booster è atterrato correttamente su una piattaforma nell’Oceano Pacifico e potrà essere riutilizzato una quarta volta. Il record assoluto di satelliti lanciati in un solo colpo spetta all’India: nel febbraio 2017 l’«India Polar Satellite Launch Vehicle» ha messo in orbita ben 104 satelliti.

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