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Notizie dal mondo: venerdì 7 dicembre 2018

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Paul De Maeyer - pubblicato il 08/12/18
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  1. OMS: gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i 5 e i 29 anni

Gli incidenti stradali provocano In tutto il mondo 1,35 milioni di vittime l’anno, cioè quasi 3.700 al giorno. A rivelarlo è un nuovo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), diffuso venerdì 7 dicembre sotto il titolo «Global Status Report on Road Safety 2018». Dal documento emerge ad esempio che gli incidenti sulla strada sono oggi la prima causa di morte tra bambini, adolescenti e giovani adulti della fascia d’età 5-29 anni. «Queste morti sono un prezzo inaccettabile da pagare per la mobilità», così dichiara il direttore generale dell’organismo, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in un comunicato stampa.

Secondo il rapporto, finanziato dall’organizzazione benefica Bloomberg Philanthropies, il rischio di morire in un incidente stradale è tre volte più alto nei Paesi a reddito basso rispetto a quelli a reddito alto. Con 26,6 vittime ogni 100.000 abitanti, il tasso di mortalità stradale più alto si registra in Africa, mentre quello più basso in Europa: 9,3 ogni 100.000 abitanti. A livello globale, poco più di un quarto delle vittime – il 26% – sono pedoni e ciclisti. Nella regione del Mediterraneo orientale questa percentuale sale al 36% e in Africa persino al 44%, dove quasi una vittima su due è una persona che si sposta a piedi o in bicicletta.

  1. Il 52° Rapporto Censis sulla situazione sociale dell’Italia mostra un Paese sempre più «incattivito»

Il panorama che emerge dal 52° Rapporto Censis sulla situazione sociale dell’Italia, che è stato presentato venerdì 7 dicembre a Roma, rivela un Paese «preda di un sovranismo psichico». «La delusione per lo sfiorire della ripresa e per l’atteso cambiamento miracoloso ha incattivito gli italiani», si legge in un comunicato stampa del Censis (la sigla sta per Centro Studi Investimenti Sociali). Meno di un quarto degli italiani, cioè il 23%, afferma ad esempio di  aver raggiunto una condizione socio-economica migliore di quella dei genitori, rispetto al 43% dei danesi, al 41% degli svedesi e al 33% dei tedeschi.

Gli abitanti del Bel Paese non vedono di buon occhio l’immigrazione. Più della metà, ossia il 52%, pensa ad esempio che si faccia di più per gli immigrati che per gli italiani e il 58% ritiene che gli immigrati sottraggano posti di lavoro agli italiani. Mentre tre quarti degli italiani (il 75%) sono convinti che l’immigrazione aumenti il rischio di criminalità, solo poco più di un terzo (il 37%) pensa che abbia un effetto positivo sull’andamento dell’economia. Per quanto riguarda il futuro, la quota dei pessimisti (il 35,6%) supera quella degli ottimisti (il 33,1%), mentre il 31,3% è incerto.

  1. Si può ereditare il DNA mitocondriale anche dal padre

Un dogma della genetica umana dice che un bambino eredita il DNA mitocondriale (cioè il DNA che risiede all’interno dei mitocondri) solo ed esclusivamente dalla madre. Ma in casi eccezionali, un bimbo può ereditare il mtDNA (come viene abbreviato) anche dal padre. Lo segnala il quotidiano El País, che presenta i risultati di una ricerca pubblicata di recente sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

Esaminando il caso di un bambino di quattro anni, che soffriva di affaticamento e debolezza muscolare, il pediatra e genetista Taosheng Huang, del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center (Ohio/USA), ha scoperto con incredulità che il piccolo aveva oltre a quello ereditato dalla madre anche un set di DNA mitocondriale ereditato dal padre. Gli autori della ricerca hanno potuto individuare in totale 17 persone appartenenti a tre famiglie non imparentate con un alto livello di eteroplasmia del mtDNA (dal 24 al 76%). Secondo la rivista PNAS, la ricerca «cambia una convinzione diffusa riguardo all’ereditarietà mitocondriale e apre potenzialmente un nuovo campo nella medicina mitocondriale».

  1. L’Australia approva legge «anti-encryption» per accesso ai dati

Prima della pausa estiva, l’Australia ha approvato giovedì 6 dicembre una controversa legge «anti-encryption», che obbliga le aziende del settore tecnologico – se necessario – a fornire alla polizia e ai servizi di sicurezza l’accesso ai dati cifrati degli utenti. Secondo il premier Scott Morrison, la nuova legge o «Telecommunications Access and Assistance Bill» serve nella lotta contro il terrorismo islamista, le reti pedofile e la criminalità organizzata. Canberra teme che malintenzionati utilizzino la «crittografia end-to-end» o «E2EE» (da «End-to-end encryption») per comunicare indisturbatamente; la tecnologia in questione fa sì che solo il mittente e il destinatario possano accedere ai messaggi. I critici invece sostengono che la nuova normativa finirà per danneggiare la sicurezza informatica nel Paese.

A sollevare negli USA un acceso dibattito (e battaglia legale) sul tema è stato il rifiuto di Apple di aiutare l’FBI a decriptare i dati dell’iPhone 5c di uno degli autori dell’attentato terroristico, che nel dicembre del 2015 provocò 14 vittime a San Bernardino, California. E quest’anno Russia e Iran hanno messo al bando il servizio di messaggistica istantanea Telegram: il fondatore Pavel Durov – soprannominato il «Mark Zuckerberg russo» – aveva rifiutato di fornire le chiavi di accesso alle informazioni della nota App fondata sulla crittografia.

  1. India: bicchieri mezzi vuoti contro la crisi idrica

Il secondo più popoloso Paese al mondo, cioè l’India, è alle prese con la «peggior crisi idrica della sua storia». Per affrontare lo scarseggiare della preziosa risorsa, i ristoranti di Pune, nello Stato centro-occidentale del Maharashtra, hanno escogitato una soluzione insolita, così suggerisce il sito della BBC (6 dicembre): servono ai clienti i bicchieri d’acqua mezzi vuoti. Quasi 400 ristoranti della città, la quale conta più di tre milioni di abitanti (l’intera regione metropolitana di Pune più di sette milioni), applicano questo sistema da quando lo scorso mese le autorità hanno deciso di tagliare la fornitura d’acqua. Il proprietario di un ristorante ha dichiarato che in questo modo riesce a risparmiare quasi 800 litri al giorno. «Ogni goccia è preziosa e dobbiamo agire adesso se vogliamo salvare il futuro», ha detto.

Già nel giugno scorso l’emittente britannica (15 giugno) aveva richiamato l’attenzione sulla crisi, che secondo un rapporto del «think-tank» (pensatoio) governativo NITI Aayog «diventerà solo peggio» negli anni a venire. Il documento, basato sui dati provenienti da 24 dei 29 Stati del Paese asiatico, avverte che entro il 2020 si esauriranno le riserve idriche sotterranee di 21 città indiane, con tutte le conseguenze, anche per la sicurezza alimentare, dato che l’80% dell’acqua viene usato nell’agricoltura. Il rapporto ricorda inoltre che ogni anno circa 200.000 cittadini indiani muoiono per il mancato accesso all’acqua potabile pulita.

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