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La testimonianza pubblica di Giovanna D’Arco: ha parlato con gli angeli, ecco cosa le dissero

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 15/12/18
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La santa martire affermò pubblicamente e nei suoi scritti di avere avuto delle visioni. San Michele Arcangelo le avrebbe dato il “mandato di guerra”

Giovanna d’Arco nacque il 5 gennaio 1412, nel villaggio di Domrémy, in Francia, situato in un grazioso vallone, sulla riva sinistra della Mosa.

Quando era piccola, la si chiamava Giannina, e Giovanna quando fu più grande. A tredici anni, custodiva nei campi il gregge di suo padre. Pia e caritatevole, amava dare sollievo ai poveri sofferenti. Se, durante i giorni d’inverno, un viaggiatore sperduto chiedeva assistenza od asilo, ella le cedeva volentieri il suo letto ed andava a coricarsi nel fienile. Non si è mai saputo dire che ogni bene.

Santa Juana de Arco

Public Domain

Le apparizioni angeliche

Queste sono in sintesi l’infanzia e l’adolescenza della santa, come riportato da Don Marcello Stanzione in Pillole di saggezza sugli angeli (edizioni Segno). A questa donna accaddero però degli episodio che cambiarono radicalmente la sua vita. Si tratta di apparizioni angeliche che lei stessa ha riportato nei suoi scritti e negli interrogatori pubblici.

Il primo angelo

Un giorno d’estate, verso mezzogiorno – mentre zappava in giardino ed aveva digiunato quel giorno ed il giorno precedente – si manifestò un grande chiarore che colpisce i suoi occhi.

Una voce le diceva: “Giovanna, figlia di Dio, frequenta sempre la chiesa, sii sempre buona e Dio ti aiuterà”.

Giovanna ebbe una grande paura, poiché era allora giovanissima; ma la voce era così degna e così dolce che la pastorella si riconfortò. Tutta felice e allegra, dopo quell’episodio, si sentì di consacrare a Dio la sua verginità.



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La missione voluta da San Michele

Un’altra volta, san Michele le apparve accompagnato da angeli: le disse in quale pietà era ridotto il regno di Francia, e aggiunse che avrebbe dovuto soccorrere il re Carlo VII in armi, e respingere l’assedio di Orléans da parte degli inglesi.

Giovanna si mise a piangere, dicendo che lei era una povera fanciulla che non sapeva né cavalcare, né guidare una guerra. L’arcangelo le rispose di non dubitare, di andare a Vaucouleurs, verso Roberto di Baudricourt, capitano del suddetto luogo, e che questo Roberto l’avrebbe condotta, o le avrebbe dato dei soldati per condurla verso il nobile re. Il resto della storia di Giovanna è ben noto: combatterà contro gli inglesi, sarà fatta prigioniera dai Borgognani e fatta giudicare da un tribunale ecclesiastico a Rouen.



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L’interrogatorio

Ecco un estratto del famoso processo di Rouen, interrogatorio pubblico del martedì 27 febbraio 1431 (al termine di quel processo fu condannata a morte per eresia).

L’Assessore. – Quale voce giunse a voi per prima, quando ave- vate circa tredici anni?

Giovanna. – Fu san Michele, io l’ho visto davanti ai miei occhi; egli non era solo, ma ben circondato da angeli del cielo.

L’Assessore. – Con quale consiglio voi siete venuta in Francia? Giovanna. – Io non venni in Francia che su ordine di Dio.

L’Assessore. – Avete voi visto san Michele e gli angeli realmente e coi loro corpi?

Giovanna. – Io li ho visti coi miei occhi così come vedo voi; e quando essi si allontanavano da me, io piangevo ed avrei ben voluto che mi portassero con essi.

Le ultime parole

La fede e la fiducia in Dio irradiavano sulla fronte così pura della vergine di Domrémy, quando lei rispondeva ai suoi giudici. Sul rogo, la sua ultima parola fu: “Gesù, e la sua anima si involò, in compagnia degli angeli, in Paradiso”.



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