- Brasile: varo del sottomarino «S-40 Riachuelo» / caso Battisti
Il Brasile ha varato venerdì 14 dicembre il primo sottomarino di una serie di cinque della classe francese «Scorpène». Lungo 72 metri e con un equipaggio di 35 marinai, il «S-40 Riachuelo» (il nome deriva dall’omonima battaglia navale nella Guerra della Triplice Alleanza, 1864-1870) è il primo sommergibile convenzionale a propulsione diesel-elettrica costruito su licenza francese nei cantieri di Itaguaí, nello Stato di Rio de Janeiro. Una delle cinque nuove unità sarà a propulsione nucleare.
Il programma Prosub della Marina brasiliana, che è la più grande di tutta l’America Latina – conta oltre ad una portaelicotteri (l’ex «HMS Ocean» della marina britannica) anche una portaerei (l’ex «Foch» della marina francese) –, preoccupa la vicina Argentina, che nel novembre del 2017 scorso ha perso uno dei suoi tre sottomarini, l’«ARA San Juan», e anche gli USA, così spiega Clarín.
Venerdì 14 dicembre il presidente brasiliano uscente, Michel Temer, ha firmato anche il decreto di estradizione dell’ex terrorista Cesare Battisti, condannato in contumacia in Italia all’ergastolo per la sua partecipazione in quattro omicidi compiuti alla fine degli anni ‘70. Giovedì 13 dicembre il magistrato del Supremo Tribunale Federale (STF), Luiz Fux, aveva ordinato l’arresto di Battisti, che risulta però irreperibile. Nell’ultimo giorno del suo mandato, il 31 dicembre 2010, l’ex presidente brasiliano Luiz Inácio «Lula» da Silva bloccò l’estradizione di Battisti verso l’Italia.
- Nicaragua: nuovi colpi contro media indipendenti e ONG
Non si ferma la repressione in Nicaragua, dove nella notte tra giovedì 13 e venerdì 14 dicembre dei poliziotti hanno lanciato un raid contro la redazione del sito Internet indipendente Confidencial, confiscando computer e laptop. Secondo il direttore del sito, il giornalista Carlos Fernando Chamorro, figlio dell’ex presidentessa Violeta Chamorro e definito da El Pais «una delle voci più rispettate del giornalismo centroamericano», ci sarebbe la «dittatura criminale» del presidente sandinista Daniel Ortega, così riporta a sua volta il Guardian. Poliziotti hanno picchiato poi sabato 15 dicembre un gruppo di giornalisti che davanti alla sede centrale della polizia nazionale nella capitale Managua chiedevano delle spiegazioni.
L’ex guerrigliero Ortega, che insieme alla moglie e vice-presidente Rosario Murillo guida il Paese dal 2007, ha risposto con durezza alle proteste antigovernative scoppiate nell’aprile scorso. Mentre il presidente statunitense Donald Trump ha imposto il 27 novembre scorso delle sanzioni contro la vice-presidente, le autorità hanno preso di mira le ONG, fra cui il Centro Nicaraguense per i Diritti Umani (CENIDH), che la settimana scorsa ha perso lo statuto di persona giuridica, così ricorda El Mundo. Anche la Chiesa cattolica è finita nel mirino dei sandinisti, come dimostra ad esempio l’agguato contro il vescovo di Estelì, il salesiano Juan Abelardo Mata Guevara, nel luglio scorso.
- Ucraina: nasce la nuova chiesa ortodossa autocefala
Anche la Chiesa ortodossa risente delle conseguenze del conflitto tra Kiev e Mosca. Questo fine settimana è nata infatti la Chiesa ortodossa ucraina «autocefala» o indipendente, una mossa che ha posto fine a secoli di «dominazione religiosa» da parte della Chiesa ortodossa russa, così sostiene Euronews. Alla guida della Chiesa ortodossa ucraina è stato eletto sabato 15 dicembre durante un «Concilio di unificazione» a Kiev il finora metropolita di Perejaslav e Belaia Tserkov, Epifanyj (o Epifanio), che assumerà il titolo di metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina.
Mentre il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia, citato dall’agenzia SIR, ha denunciato la «palese» interferenza dello Stato ucraino nella vita della Chiesa ortodossa, per il presidente ucraino Petro Poroshenko si è trattato del «giorno della nostra indipendenza definitiva dalla Russia». Da parte sua, il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ha ufficializzato sabato sera l’elezione di Epifanyi, ricorda L’Osservatore Romano.
Come osserva il Guardian, le tensioni tra Ucraina e Russia hanno raggiunto anche la repubblica monastica del Monte Athos. Il Sacro Monte, come viene anche chiamato il territorio, è sotto il controllo del patriarcato ecumenico e il nome di Bartolomeo viene benedetto nella liturgia, un esercizio «spiritualmente difficile» per i monaci che non condividono la sua scelta di riconoscere la nuova Chiesa autocefala.
- Sud Sudan: l’impatto di cinque anni di guerra civile
Sono ormai cinque anni da quando nel dicembre del 2013 scoppiò nel Sud Sudan una guerra civile con un impatto devastante sulla popolazione locale. Anche se il 12 settembre scorso il presidente sud-sudanese Salva Kiir e il capo dei ribelli (ed ex vice-presidente) Riek Machar hanno firmato nella capitale etiope Addis Abeba un accordo di pace, la situazione nel più giovane Paese del globo – l’indipendenza del Sud Sudan dal Sudan avvenne solo nell’anno 2011 – è molto difficile. Secondo un rapporto finanziato dal Dipartimento di Stato USA, citato da La Vanguardia, il conflitto ha provocato dal dicembre 2013 all’aprile 2018 almeno 383.000 vittime.
Impressionanti i dati forniti dall’UNICEF e menzionati da Avvenire: 15.000 bambini senza genitori o scomparsi, inoltre circa 1,2 milioni di bambini che soffrono di malnutrizione acuta, circa 2,2 milioni di bambini che non ricevono istruzione e più di 4 milioni di persone sradicate a causa della violenza, di cui la maggior parte sono bambini. Altrettanto impressionante è il lavoro svolto dalla ONG Medici con l’Africa CUAMM (la sigla sta per Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari). Dal 2006 i volontari hanno eseguito 64.742 visite prenatali ed effettuato 505.856 vaccinazioni, così rivela il Resto del Carlino, che nei giorni scorsi ha accompagnato la missione dell’arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi, in Sud Sudan.
Mentre al Paese servono almeno 1,5 miliardi di dollari per poter assistere nel corso del 2019 i rifugiati, un altro problema è la pena di morte, che nel Sud Sudan viene comminata anche nei confronti di soggetti minori di 18 anni, come emerge da un rapporto di Amnesty International.
- Terra Santa: i mosaici della Basilica della Natività sono tornati a splendere
In perfetto tempismo per le festività del Natale 2018, la Basilica della Natività a Betlemme ritrova i suoi mosaici. Lo suggerisce il sito web del quotidiano francese Le Figaro in un articolo reso pubblico domenica 16 dicembre. Anneriti dal fumo dei ceri e degli incensi, i mosaici, che risalgono al XII secolo, cioè all’epoca delle Crociate, e ricoprivano in passato tutte le pareti dell’edificio, sono stati oggetto di una intensa campagna di restauro durata 15 mesi, la quale ha interessato 125 m² dei 2000 m² originali.
Un’iscrizione presente nella basilica rivela i nomi dei due committenti, l’imperatore bizantino Manuele Comneno e il re crociato Manrico di Gerusalemme, un elemento che permette di datare i mosaici prima del 1169 e inoltre costituisce «un esempio di collaborazione che è praticamente unico nella storia e che esalta l’importanza che aveva al tempo il Santuario», rivela la pagina web della Custodia di Terra Santa dedicata alla basilica.
«Quando li ho scoperti dopo il restauro, sono rimasto stupito», ha dichiarato a Le Figaro.fr il superiore della Chiesa armena della Natività, una delle tre Chiese che gestiscono l’edificio, le cui prime origini risalgono all’epoca costantiniana. Secondo il consulente del Comitato Presidenziale Palestinese per il restauro della chiesa, Afif Tweme, il quale spera che il ritrovato splendore dei mosaici possa convincere i cristiani di Betlemme a rimanere nella città, il restauro «influenzerà certamente il turismo». I lavori comunque non sono ancora conclusi e continueranno per tutto l’anno 2019. In questo momento, i restauratori guidati da Marcello Piacenti stanno pulendo «centimetro per centimetro» i mosaici pavimentali della basilica.