A volte hanno dovuto lottare – letteralmente – per verità, giustizia e onoreAnche se possiamo ricorrere ai libri di fumetti per trovare esempi di donne “guerriere” come Wonder Woman e Superwoman, queste supereroine non sono neanche lontanamente paragonabili alle donne incredibili che nel corso della storia della Chiesa cattolica hanno sostenuto verità, giustizia e onore, battendosi a volte per questi valori.
Le donne che vogliamo proporre in questa sede sono particolarmente interessanti e hanno background molto diversi. Alcune erano nobili, altre semplici contadine; alcune erano mogli e madri, altre vedove; alcune erano spietate, soprattutto prima della loro conversione religiosa, altre più misericordiose.
Indipendentemente dalla loro storia, ciascuna di loro ha risposto alle sfide e alle circostanze che ha dovuto affrontare con fiera determinazione, coraggio e forza.
Ecco sette donne guerriere cattoliche coraggiose che possono essere ancora oggi fonte di ispirazione.
Quando Santa Giovanna d’Arco era adolescente, San Michele, Santa Caterina e Santa Margherita le apparvero in alcune visioni, chiedendole di portare il Delfino, l’erede al trono di Francia, a Reims per l’incoronazione. Con l’aiuto di due soldati, Giovanna si recò alla corte reale, dove si guadagnò la fiducia di Carlo VII.
Dopo aver ricevuto in dono cavallo, armi e armatura, Giovanna partì per Orléans insieme all’esercito francese. Con lei al loro fianco, i francesi vinsero varie battaglie contro gli inglesi e recuperarono le città di Orléans e Troyes, permettendo a Carlo VII di essere incoronato nel 1429. Giovanna venne catturata vicino Compiegne nel 1430, e venne bruciata sul rogo come eretica dopo un processo ingiusto e dettato da motivi politici.
Quando aveva 24 anni, Olga sposò Igor di Kiev. Quando il loro figlio Svyatoslav aveva appena tre anni, Igor venne ucciso dai Drevljani, una tribù di slavi orientali. Olga assunse il trono per conto di suo figlio, rifiutando di risposarsi per poter preservare il trono per Svyatoslav.
Quando i Drevljani inviarono 20 dei loro migliori uomini per convincere Olga a risposarsi, lei li fece bruciare vivi. Finse poi di accettare la proposta dei Drevljani e invitò alcuni dei leader principali della tribù a unirsi a lei per la cerimonia ufficiale di accettazione. Quando arrivarono, diede fuoco al luogo in cui si stavano lavando. In seguito guidò un attacco contro i Drevljani che portò alla morte di circa 5.000 uomini.
Giovanna, nata nel 1295, divenne duchessa di Britannia dopo aver sposato Giovanni di Montfort nel 1329. Dopo che la rivendicazione del trono da parte del marito venne contestata da Giovanna di Penthièvre, Giovanna trascorse gran parte della sua vita lottando per i diritti del marito e del figlio al ducato di Britannia. La lotta per il trono portò a una guerra civile chiamata La Guerre de Deux Jeanne, perché entrambe erano coinvolte nella battaglia. Lo scontro durò per 23 anni.
Quando Giovanni di Montfort morì a metà della guerra, Giovanna annunciò che suo figlio, all’epoca solo un bambino, era il duca legittimo. Riunì un esercito, indossò un’armatura e guidò vari assedi. Quando si accorse che il nemico aveva lasciato il campo nelle retrovie del tutto sguarnito, “Jeanne la Flamme” prese 300 uomini e diede fuoco a tende e provviste. La guerra durò fino al 1364, quando Giovanna e la casa di Montfort dichiararono la vittoria e il figlio di Giovanna fu nominato duca legittimo di Britannia.
Begum Samru Farzana Zeb un-Nissa, indiana del XVIII secolo, è più nota come Begum Samru. Alta appena 1,40 m, era una ballerina di corte che catturò l’attenzione di Walter Reinhardt Sombre, il tristemente noto Macellaio di Patna. Quando la coppia venne sconfitta dal comandante mogul Najaf Khan, quest’ultimo prese in simpatia la coppia, che si unì alla sua brigata.
Begum Samru venne battezzata come Giovanna Nobilis Sombre da un sacerdote cattolico quando aveva già superato i 40 anni. Quando il marito morì, lei gli successe al trono. Non solo governò, ma guidò anche un esercito di 4.000 uomini. Dopo una sconfitta nel 1803, si arrese al generale britannico Lord Lake.
Più avanti nella sua vita, Begum Samru fece costruire la basilica di Nostra Signora delle Grazie, impiegando un architetto italiano che completò l’opera in 11 anni. Vista la sua conversione al cattolicesimo, è stata l’unica governante cattolica dell’India.
La regina Anna Nzinga – nota anche come Ana de Sousa Nzinga Mbande – regnava sui regni di Ndongo e Matamba, che oggi formano l’Angola e la parte meridionale dell’Africa. Dopo il suicidio del fratello assunse il suo regno e divenne nota per la sua intelligenza politica e l’abilità come ambasciatrice.
Quando i portoghesi iniziarono a colonizzare l’area, Nzinga venne inviata a offrire un trattato di pace. Quando arrivò all’incontro, i delegati portoghesi rimasero affascinati dalla sua sicurezza. Durante i negoziati il governatore non offrì una sedia a Nzinga, aspettandosi che si sedesse su un tappetino (usato solo pe ri subordinati), ma lei chiese ai uno dei suoi servitori di mattersi a quattro zampe e rimase seduta sullasua schiena per tutta la durata dei negoziati.
La regina Nzinga è ricordata per la sua fiera lotta contro i portoghesi e per aver liberato il suo popolo dalla schiavitù. Nzinga si convertì poi al cattolicesimo e venne battezzata.
Nel 1507 Caterina, figlia della regina Isabella I di Castiglia, divenne ambasciatrice della Corte spagnola in Inghilterra, il che la rese la prima ambasciatrice donna della storia europea. Nel 1509 sposò in seconde nozze re Enrico VIII. Il suo primo marito era morto appena sei mesi dopo il matrimonio. Sul suo stemma figurava un melograno, antico simbolo della resurrezione di Cristo.
Caterina sosteneva le arti rinascimentali. Nel 1523 commissionò a Juan Luis Vives il controverso libro L’Istruzione di una Donna Cristiana. Il testo affermava che le donne avevano diritto i ricevere un’istruzione, che Caterina desiderava per la figlia Maria.
La sua denuncia della Riforma protestante di Martin Lutero fece sì che il suo confessore la nomina per il titolo di “Difensore della Fede”.
Matilde è una delle poche donne della sua epoca ad essere ricordata per le sue gesta militari durante il Medioevo. Dopo la morte di genitori, fratelli, marito e figlia, Matilde viaggiò con Papa Gregorio VII difendendolo nel suo tragitto verso il nord.
L’imperatore Enrico IV cercò di intercettare il Pontefice, ma Matilde si batté con forza. Alla fine negoziò un accordo tra Gregorio ed Enrico che includeva che quest’ultimo camminasse nella neve in segno di pentimento per il suo attacco e fosse costretto a rimanere al freddo per tre giorni prima di poter vedere Gregorio.
Dopo la morte di Papa Gregorio VII nel 1085, Matilde guidò un esercito a sostegno del nuovo Papa Vittore III. Continuò a subire minacce da Enrico IV, ma la sua abilità militare finì per far ritirare completamente Enrico dall’Italia nel 1097.