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Notizie dal mondo: giovedì 3 gennaio 2019

CONGRESS
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Paul De Maeyer - pubblicato il 04/01/19
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Cina: sonda spaziale si posa sul lato nascosto della luna

La Cina sembra ormai inarrestabile. Nella mattinata di giovedì 3 gennaio, alle 10.26 ora locale (cioè alle 03.26 ora italiana), il programma spaziale del Paese asiatico è «entrato nella storia», quando la sonda lunare Chang’e 4 è atterrata con successo sul lato nascosto della Luna, così scrive il South China Morning Post.

Si tratta di una prima assoluta, poiché finora mai una navicella spaziale si era posata sulla faccia detta «oscura» della Luna, che per effetto della «rotazione sincrona» rivolge infatti alla Terra sempre lo stesso lato. Per lo stesso motivo, la comunicazione tra il centro di controllo e il «lander» (veicolo d’atterraggio) lunare avviene attraverso un satellite relay, messo in orbita nel maggio scorso. Le prime immagini del lato non visibile dalla Terra furono scattate il 10 ottobre 1959 dalla navicella sovietica Luna 3 durante un suo passaggio.

La navicella Chang’e 4 – il nome è quello della dea della Luna nella mitologia cinese – è partita l’8 dicembre scorso a bordo di un vettore Lunga Marcia 3B dal «Xichang Satellite Launch Centre» nella provincia del Sichuan, nella Cina sud-occidentale.

USA: oggi si insedia il nuovo Congresso

Giovedì 3 gennaio si insedia a Washington D.C. il nuovo Congresso degli Stati Uniti – il 116° nella storia del Paese –, la cui composizione presenta in seguito alle elezioni «Midterm» (di medio-termine) del 6 novembre 2018 delle importanti novità. Mentre il Partito Repubblicano del presidente Donald Trump è riuscito a mantenere il controllo del Senato, dove dispone di di 53 seggi su 100 (3 in più rispetto alla fase finale del Congresso precedente), la musica cambia per quanto riguarda la Camera dei Rappresentanti, passata infatti ai Democratici. Nella «House of Representatives» il Partito dell’Asinello detiene 235 seggi su 434, una maggioranza sufficiente per dare filo da torcere all’amministrazione Trump.

Secondo il Guardian, con la presenza record di 102 donne nella nuova Camera dei Rappresentanti, di cui 35 elette per la prima volta, gli Stati Uniti entrano in una «nuova fase». Tra di loro spiccano le prime due native americane, Deb Haaland (Nuovo Messico) e Sharice Davids (Kansas), e le prime due musulmane, Rashida Tlaib (Michigan) e Ilhan Omar (Minnesota), tutte elette per il Partito Democratico. Tra i nuovi membri della House c’è anche un ex giocatore della National Football League, il democratico Colin Allred (Texas), e inoltre una pediatra, Kim Schrier (Stato di Washington), anche lei eletta per il Partito Democratico.

India: violente proteste per l’ingresso di donne in un tempio del Kerala

Violente proteste da parte di indù radicali hanno provocato nello Stato indiano del Kerala un morto e una decina di feriti. A scatenare l’ira dei tradizionalisti è stato l’ingresso all’alba di mercoledì 2 gennaio di due donne in età fertile – Bindu Ammini, 42 anni, e Kanaka Durga, 39 anni, così rivela il sito della BBC – nel tempio di Sabarimala, dedicato al dio celibe indù Ayyappa. La tradizione induista vieta infatti a donne in età riproduttiva (dai 10 ai 50 anni) l’ingresso al complesso, perché ritenute «impure». A capovolgere il divieto era stata il 28 settembre scorso la Corte Suprema dell’India con una sentenza definita «estremamente radicale» ma ritenuta dal partito nazionalista BJP (Bharatiya Janata Party, attualmente al potere) un attacco ai valori tradizionali. Secondo il portavoce della polizia dello Stato del Kerala, Pramod Kumar, la vittima partecipava ad una manifestazione di protesta del BJP.

Mentre il primo ministro del Kerala, Pinarayi Vijayan, ha accusato il BJP e l’organizzazione nazionalista Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) di trasformare il tempio di Sabarimala in un «campo di battaglia», migliaia di donne hanno formato martedì 1° gennaio una catena umana lunghissima a sostegno della decisione della Corte Suprema e dell’uguaglianza di genere. Fino a cinque milioni di donne hanno partecipato all’iniziativa, formando un «muro delle donne» lungo circa 620 chilometri, così riferisce la BBC.

2018: più di 2.200 migranti hanno perso la vita nella traversata del Mediterraneo

Nel corso del 2018 almeno 2.262 migranti hanno perso la vita mentre cercavano di attraversare il Mar Mediterraneo. Lo rivelano i dati dell’ACNUR (l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati) anticipati dall’AFP e ripresi da El Mundo. Si tratta di un calo del 28% rispetto al 2017, quando le persone morte nelle acque del «Mare Nostrum» erano state 3.139. Mentre nel 2017 erano 172.301 gli immigrati sopravvissuti alla rischiosa traversata, la cifra è calata nel corso del 2018 a 113.482. Se si includono i circa 7.000 migranti registrati nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla, si arriva ad un totale di oltre 120.000 persone approdate in territorio europeo nel 2018.

Con 55.756 arrivi via mare (cioè il doppio rispetto ai 22.103 registrati nell’arco del 2017), la Spagna è ormai la principale porta d’accesso al Vecchio Continente. Importante invece il calo del numero di persone sbarcate in Italia, frutto della chiusura dei porti decisa dal governo del primo ministro Giuseppe Conte: 23.371, cioè un quinto circa rispetto alle 119.369 del 2017.

Italia: sono stati 703 i morti sui luoghi di lavoro nel 2018

Nel corso del 2018, i morti sui luoghi di lavoro sono stati 703 in Italia. E se si calcolano anche i lavoratori deceduti durante il tragitto casa-lavoro e viceversa, la cifra supera quota 1.450. Lo rivelano i dati raccolti dall’Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro, lanciato nel 2008 in memoria dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino, morti arsi vivi nel dicembre del 2007. Secondo l’Osservatorio, curato da Carlo Soricelli, questo numero rappresenta un aumento del 9,7% rispetto al 2017 e del 9,4% rispetto al 1° gennaio del 2008. E nel 2019 appena iniziato, le cose non sembrano andare per il meglio: sono già 3 i morti registrati nei primi giorni del nuovo anno, così segnala il sito.

Il settore dell’economia italiana dove si registra il maggior numero di cosiddette «morti bianche» è quello agricolo: proprio un terzo, ovvero il 33,3%. Sono ad esempio 149 gli agricoltori che hanno perso la vita rimanendo schiacciati dal proprio trattore, così ricorda l’Osservatorio. Con il 15,2% dei decessi sui luoghi di lavoro la seconda categoria con più morti è quella dell’edilizia, ossia un calo di oltre il 5% rispetto all’anno 2017. Seguono poi gli autotrasportatori (il 12,1%) e l’Industria (il 7,8%), così continua l’Osservatorio, che non dimentica gli otto carabinieri morti in servizio nell’arco del 2018.

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