Quando vi assillano i pensieri negativi, provate questo metodo – funziona davvero!Vi siete mai chiesti che ne sarà della vostra vita?
È capitato anche a me.
Anziché limitarmi a interrogarmi su questo, però, io mi preoccupo. Sto facendo le cose giuste per potermi trovare in una situazione confortevole una volta invecchiata? Come voglio che sia la mia vecchiaia? Ho il lavoro giusto? Lavoro abbastanza? Ho una vita sociale sufficiente? E se mi ammalassi? E se la macchina si rompesse e non riuscissi a pagare i conti e quindi non riuscissi più a vivere qui? E se perdessi il lavoro? Quali sono i miei progetti? E se la mia famiglia morisse in un tragico incidente?
Forse sto esagerando, ma mi preoccupo davvero tanto. Cerco di fingere di essere ottimista, ma dentro di me sono convinta che andrà tutto male.
Quando si è sulla ventina (e forse anche sulla trentina? Quando ci arriverò vi farò sapere), l’idea di avere tutta la vita davanti non è particolarmente confortante. Se abbiamo tutta la vita davanti, da dove dobbiamo iniziare?
Tutte le mie preoccupazioni abituali su ciò che sto facendo della mia vita mi sono passate per la mente il mese scorso, per via dell’arrivo dell’anno nuovo e del fatto che la mia famiglia sta diventando troppo grande per la nostra casa. Mi sono seduta e ho preso un libro che mi aveva regalato un amico, dal titolo decisamente idoneo Meditations on the Art of Waiting (Meditazioni sull’Arte di Aspettare). Ho preso un capitolo a caso e ho iniziato a leggere, e guarda caso riguardava il fatto di preoccuparsi. È stato così confortante…
Anziché preoccuparci per tutte le cose brutte che potrebbero accadere in futuro, o mettere costantemente in dubbio le nostre decisioni, l’autore scrive che dovremmo interrogarci su tutte le cose belle che accadranno. Quali persone incontreremo che arricchiranno la nostra vita? Quali nuove esperienze faremo? Cosa ci porterà gioia quest’anno? Quale bellezza vedremo? Possono sempre accadere cose negative, ma anticiparle significa solo viverle due volte.
Tutto questo mi ha fatto fermare e capire con quanta paura stavo vivendo. Sperimenterò difficoltà e dolore nella mia vita? Sì, sicuramente. Prenderò una decisione poco prudente che influirà negativamente sul mio futuro? Probabilmente. Ma se impiego le mie energie immaginando qualsiasi scenario negativo che si potrebbe verificare e come andranno le cose in quel caso non sto usando bene né la mia energia né il mio tempo.
Da quando ho letto quel capitolo, quando sono tentata di immaginare epiloghi drammatici cerco di invertire la rotta e di interrogarmi su cose positive: cosa andrà bene quest’anno? Quali saranno i miei ricordi preferiti? E visto che non voglio avere aspettative folli mi concentro su ciò che è andato bene l’anno scorso. Penso ai momenti migliori del 2018, e a quanto sono grata per le cose piccole e grandi che sono accadute.
E quando mi chiedo se il mio futuro andrà bene, avendo tutta la vita davanti, mi rendo conto che le mie paure sono superficiali. Avere una bella vita è una cosa difficile da quantificare. A chi o a cosa sto paragonando la mia esistenza? Chi o cosa sto prendendo come metro di giudizio a livello di successo?
Attualmente la mia vita è buona. Se oggi vivo bene, amando e servendo le persone che incontro, sarà una giornata ben spesa. E se mi concentrassi ogni giorno su questo? Alla fine della mia vita almeno avrò amato, qualunque cosa accada.
E allora fatti sotto, futuro. Ho tutta la vita davanti.